Lettera aperta ai genitori – Di Giuseppe Maiolo, psicoanalista

Pensate in particolare agli adolescenti che in questo momento fanno fatica a sopportare il distanziamento sociale, anche se molti non lo danno a vedere

Cari genitori, il tempo lungo e pesante che stiamo vivendo è un momento difficile per tutti. Facciamo esperienze emotive intense e inattese che dureranno ancora per diverso tempo.
Allora attrezziamoci per proteggere la salute fisica e quella mentale, nostra e dei nostri figli. Pensiamo in particolare agli adolescenti che in questo momento fanno fatica a sopportare il distanziamento sociale, anche se molti non lo danno a vedere e sembrano infischiarsene delle restrizioni.
Bloccati dentro un incomprensibile tempo sospeso, i ragazzi sono forzati a rimanere in casa, quando il loro potente bisogno fisiologico è quello di stare fuori, insieme al gruppo dei pari con cui possono condividere una quantità cose.
 
Riconoscere questa loro fatica, cari genitori, è la prima cosa da fare perché l’adolescenza è un passaggio delicato della vita che richiede energia mentre adesso i ragazzi si trovano costretti all’immobilismo.
Il che può compromettere la spinta a sciogliere quei legami infantili che consente di affrontare il mare aperto e cominciare a scoprire la realtà fuori dalla porta di casa.
È uno dei rischi, ma ve ne sono altri.
Primo fra tutti l’overdose di tempo passato sui dispositivi digitali.
Di certo adesso sappiamo qual è il valore della tecnologia messa al servizio della condivisione e della solidarietà.
 
Abbiamo capito quanto ci possa aiutare a contenere il vuoto dell’isolamento sociale e ci consenta di far circolare sentimenti positivi di forza e di speranza.
Ma come genitori abbiamo il dovere di contenere gli eccessi che possono spingere gli adolescenti verso la compulsione tecnologica e la dipendenza.
Serve organizzare la quotidianità e dare un minimo di struttura a questo tempo di sospensione.
Programmate con loro la giornata, ma aggiungete alla vostra funzione educativa quella dell’allenatore, che è guida ma il cui compito è quello di far esercitare i ragazzi a gestire in autonomia se stessi.
Per contenere il senso di precarietà, incoraggiateli ad essere regolari con gli impegni, ad alzarsi al mattino come se dovessero andare a scuola.
 
Spingeteli a coniugare i tempi per lo studio online con quelli dedicati ai contatti con gli amici e al divertimento, altrettanto necessari.
Sarà prezioso usare questo tempo dilatato della vita domestica anche per sviluppare creatività. Proponete loro qualcosa di inusuale, come potrebbe essere quello di farvi aiutare nel giardinaggio o nella riparazione di qualcosa di necessario.
Invitateli a cucinare o preparare a turno il pranzo per la famiglia.
Spesso lo vorrebbero e lo saprebbero fare, ma di solito manca il tempo e ad alcuni sicuramente piace.
Valorizzate la loro creatività perché questo li incoraggia e magari consente in futuro di sviluppare stabili abitudini di cooperazione familiare.
 
Ricordate che questo è il momento giusto per insegnare loro a negoziare.
Aiutateli a sviluppare l’arte di trovare compromessi e guadagnarsi quello che desiderano.
La negoziazione aiuta ad uscire dai conflitti ma serve anche per condividere le necessità di tutti e che emergono dalla vicinanza forzata di oggi.
Negoziare fa sentire protagonisti ma sollecita ad ascoltare se stessi e gli altri.
Cercate di migliorate la comunicazione con loro e riservate uno spazio per la narrazione di ciò che andiamo provando tutti da quando il coronavirus è entrato nella nostra vita.
Molti lo fanno sui social ma di persona, guardandosi negli occhi, è tutta un’altra cosa.
 
Infine, cari genitori, non dimenticate di inserire nella giornata consuetudini e riti quotidiani.
Uno di questi potrebbe essere quello di avere un tempo, anche breve, in cui leggere insieme qualcosa che ci ha colpito e fare riflessioni comuni.
Oppure, a turno, si può ricordare la vita precedente al contagio e immaginare quale futuro potrà esserci dopo la quarantena.
La narrazione serve a dare continuità al tempo e aiuta a ricucire quella frattura traumatica che avvertiamo dentro da quando tutto è cominciato.
È una grande risorsa utile a rinforzare i legami ma anche capace di curare l’angoscia.

Giuseppe Maiolo
psicoanalista
Università di Trento