Mauro Neri e Luigi Ballarin, «Anselmo e Meral» – Di D. Larentis

Oriente e Occidente si incontrano in storie d’amore narrate attraverso la potenza delle parole e la bellezza delle immagini

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L’incontro di due menti creative, quella di Mauro Neri e di Luigi Ballarin, noto scrittore e giornalista il primo, apprezzato pittore il secondo, danno vita a un progetto che mette in scena ben tre storie d’amore che si incontrano sul Monte Baldo, affacciato sulle acque del lago di Garda, in Trentino, ma che partono da luoghi remoti. Traendo spunto da un'antica leggenda gardesana, Neri ha scritto il racconto «Anselmo e Meral» da cui Ballarin ha tratto ispirazioni per dipingere i diciotto quadri della mostra di Trento (con prossime date anche a Venezia, Roma e Istanbul).
Allo Spazio FoyEr di via Galilei, in pieno centro, la splendida esposizione curata dalla stimata giornalista e scrittrice Silvia Vernaccini è visitabile fino al 10 ottobre 2019 nei seguenti orari d’apertura: 10-12|16-19.
Ad essa sono collegati una serie di eventi, qualche giorno fa c’è stata una presentazione per i non udenti, alla presenza di un interprete della lingua dei segni; fra i prossimi appuntamenti in programma segnaliamo «Incontri di culture» fissato per il 7 ottobre 2019 alle 18.00, con la partecipazione di Aboulkheir Breigheche, Presidente della Comunità Islamica del Trentino, il sociologo e scrittore Riccardo Mazzeo e Corrado Bungaro, assessore alla Cultura del comune di Trento, i quali si incontreranno allo Spazio FoyEr ponendo l’attenzione sull’importanza del dialogo interculturale.
 

 
La mostra è accompagnata da un «libralogo», edito da Effe-e Erre, un prezioso volume che raccoglie i 18 quadri di Ballarin e il racconto di Mauro Neri; lo scrittore ha incantato con le sue parole il folto pubblico presente all’inaugurazione, anticipando la trama della storia splendidamente tradotta in immagini da Ballarin:
«Un tempo lontano, sulle rive del Lago di Garda si raccontava un'antica leggenda che ancora oggi ha il profumo della fiaba. La storia narrava che Anselmo, il giovane re del regno d’Occidente che aveva la sua reggia in vetta alla Rocca di Garda, in una delle sue imprese guerresche arrivò in Oriente dove s’innamorò della principessa Yildiz, soprannominata Meral, la Cerbiatta.
«L’amore e il matrimonio tra Anselmo e Meral attizzarono l’ira furibonda del padre di lei, il Sultano Mahmud, che affidò a Yakup, il capo dei suoi cacciatori, le grosse uova di due draghi con l’ordine di allevarli allo scopo di uccidere proprio il re d’Occidente […].»
 

 
Ha sottolineato Silvia Vernaccini, introducendo Ballarin:
«C'è amore e coraggio nell'arte di Luigi Ballarin, pittore veneto curioso e poliedrico, appassionato della vita e delle sue contraddizioni, arrivato alla maturità artistica con mostre che spaziano dall'Asia all'Europa e agli Stati Uniti. L'Islam e il Medio Oriente sono il fil rouge di moltissima parte della sua arte, che pure negli anni ha lasciato spazio a sperimentazioni diverse.
«Perché Ballarin non si cala nella politica e nell'ideologia, ma cerca la sintonia, che ritrova nella spiritualità e nella preghiera delle masse. È attraverso la sua libera interpretazione che l'idea di Oriente prende forma, elegante e garbata.»
 

 
Mauro Neri è un personaggio conosciuto, non solo in Trentino; l’apprezzato scrittore, ricercatore e giornalista di Trento ha dedicato gran parte della sua produzione letteraria al mondo dell'infanzia e dell'adolescenza, scrivendo fino ad ora più di duecentoquaranta libri, tra cui molti di fiabe, racconti e romanzi.
Ha scritto anche testi di canzoni, testi per il teatro, saggi storici, didattici e poesie e ha curato la realizzazione di trasmissioni televisive, video e documentari.
Anticipiamo che lo intervisteremo prossimamente, in occasione di un incontro organizzato dall’Associazione Castelli del Trentino di cui sarà protagonista, dal titolo «Cucinare, mangiare e bere nelle leggende e nelle fiabe trentine» fissato per giovedì 19 dicembre 2019 alle 20.30 a Mezzolombardo in Sala Spaur, p.zza Erbe.
 

 
La mostra allestita in via Galilei a Trento, a nostro avviso è estremamente interessante per varie ragioni: innanzitutto trae ispirazione da un racconto potente, Mauro Neri è un maestro nell’arte della scrittura, ogni parola scelta è come la nota di uno spartito, ogni racconto è una melodia che conduce lontano, dentro gli infiniti spazi della fantasia, le sue storie sono storie che emozionano e che restano impresse nella mente e nel cuore.
Osserva Silvia Vernaccini nel suo intervento critico in catalogo: «È una calligrafia cromatica, la sua, che ben si combina con la ricerca estetica della parola messa in atto da Mauro Neri, nato come il Contafiabe inventa per voi e oggi divenuto una persona importante dell’editoria narrativa, in particolare per quanto riguarda il patrimonio letterario delle tradizioni dolomitiche e della storia […].»
 

 
Anche le opere di Luigi Ballarin suscitano intense emozioni, l’artista riesce attraverso la sua pittura materica a creare atmosfere di grande suggestione.
Gli intensi blu, i gialli, le stelle del firmamento, ma anche i possenti draghi e i misteriosi personaggi che popolano le tele, i cangianti arabeschi, tutto dentro ai suoi quadri sembra prendere vita, trascinando l’osservatore in una dimensione dominata, potremmo dire, dal sogno e, aggiungiamo, dalla speranza.
Osservandoli si fa strada, in chi ha l’occhio e la mente allenati ad andare oltre la superficie delle tele, cogliendo, ci pare, il messaggio del racconto, l’idea dell’importanza dei valori condivisi fra i popoli, nonostante le differenze culturali che certamente esistono, l’importanza di ciò che unisce e non di ciò che divide. È la speranza di un oltre.
 

 
Questa mostra sembra mettere in luce qualcosa di significativo e di specifico, un’idea di unione e di rispetto nella diversità, sembra sottolineare l’insensatezza della separatezza, della diffidenza verso ciò che non si conosce e proprio per questo si teme.
Le differenze culturali spesso spaventano e creano distanze, causando parecchia conflittualità; qualcuno si chiederà, tuttavia, se abbia un senso che venga loro attribuita un’importanza superiore al fatto che siamo tutti uomini che vivono sotto lo stesso cielo, il cielo che Ballarin dipinge in maniera tanto poetica, tutti abitanti dello stesso pianeta collocato nell’estrema periferia di una galassia fra miliardi di galassie esistenti.
A ogni modo, Ballarin sembra volerci ricordare la necessità di gettare un ponte nella consapevolezza che la diversità è sempre una ricchezza e non un disvalore.
Lui è un costruttore di ponti, ponti fra culture fatti di luce e colore (quelli non crollano se sorretti dalla speranza di un mondo migliore per tutti).
Abbiamo avuto il piacere di porgergli alcune domande.
 

 
Come è nata l’idea di questa mostra?
«È nata quando Mauro Neri è venuto a visitare la mia mostra allestita un anno e mezzo fa a Cavallino Treporti, ispirata alle meraviglie d’Oriente. In quell’occasione mi propose di illustrare un libro.
«All’inizio però si pensava di utilizzare delle opere già esistenti, poi, invece, dopo aver letto la storia, ho voluto creare delle opere che potessero illustrarla in modo da restituire la bellezza e l’intensità del racconto.»
 
Dove lavora principalmente?
«Mi divido fra Roma, Istanbul e Venezia, le tre città dove lavoro ed espongo principalmente le mie opere.»
 
Quando è nata la curiosità per il mondo orientale e la passione per la pittura?
«È nata quando ero piccolo, un parente che viaggiava spesso in Arabia Saudita mi regalò la sabbia del deserto; da lì iniziai a sognare. Io ho alle spalle studi linguistici, la passione per la pittura è esplosa alle soglie dei 40 anni, anche se ho sempre disegnato e dipinto.
«La conoscenza e l’uso delle lingue mi ha portato a viaggiare, sono stato negli Emirati Arabi, nel Nord Africa, sono arrivato alle porte dell’Oman, in Giordania e in altri luoghi lontani.
«Pur essendo cristiano sono sempre stato attratto dalla cultura orientale, attraverso la mia arte cerco di creare un ponte fra le diverse culture.
«Non sono un artista schierato politicamente, cerco solo attraverso le mie opere di trasmettere ricordi di viaggi, emozioni, di sottolineare valori come la pace e l’integrazione fra i popoli.»

Daniela Larentis – [email protected]