Giubileo, due parole con Mons. Maule – Di Daniela Larentis
Il Decano del Capitolo della Cattedrale di Trento condivide con noi alcuni pensieri legati al tema di questo «Anno santo»
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Papa Francesco ha indetto il Giubileo della Misericordia. Il Giubileo è iniziato con l’apertura della porta santa della Basilica di San Pietro l’8 dicembre 2015 e si concluderà il 20 novembre 2016.
L’indulgenza legata all’Anno santo è detta plenaria (è la remissione totale della pena temporale per i peccati commessi, non ci dilunghiamo nel descrivere come si possa ricevere, ricordiamo solo che è valida nel caso ci sia un vero pentimento).
E’ lui stesso a spiegare la ragione di questa necessità durante un’omelia: «… la Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata a offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio.
«Questo non è il tempo per la distrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale.»
Abbiamo avuto l’onore di porre un paio di domande sull’argomento a Mons. Lodovico Maule, decano del Capitolo della Cattedrale di San Vigilio, a Trento.
2015, Anno santo per la Chiesa cattolica: ci potrebbe brevemente parlare delle origini del Giubileo?
«Il Giubileo ha origine giudaica, in quanto celebrava il compiersi del cinquantesimo anno. Tutto in Israele è giocato sul numero settenario, la Creazione avviene in sette giorni. Il numero simbolico dei sette giorni si poneva anche nel ritmo della vita: quindi sette anni, sette per sette, così il cinquantesimo anno diventava l’anno in cui tutto doveva riposare.
«La terra doveva riposare, gli animali dovevano riposare, l’uomo doveva riposare e soprattutto le proprietà dovevano ritornare al padrone legittimo, era un modo di applicare una forma di giustizia, per far sì che non ci fosse nessuno che potesse cadere in miseria.
«La parola deriva dall’ebraico jobel, uno strumento musicale ricavato dal corno dell’ariete che il sacerdote suonava all’inizio dell’Anno giubilare; quel suono caratteristico annunciava un anno di Grazia, un anno di riposo, un anno di pacificazione universale.
«Nel 1300 la Chiesa assunse questo uso antico e Bonifacio VIII istituì il primo Giubileo della storia, quello di cui parla anche Dante, il Petrarca. E’ un anno di rinnovamento spirituale, un anno di conversione, e ha una cadenza regolare (dalla scadenza dei 50 anni si arrivò a fissarlo ogni 25 anni).»
Il Papa può quindi decidere di indire un Giubileo anche prima della scadenza dei 25 anni?
«In alcune straordinarie occasioni lo può fare. Ad esempio per la ricorrenza della Passione di Cristo, quindi il 33 diventa Anno Giubilare, solitamente.
«Nel 1975 fu indetto da papa Paolo VI, nel 2000 da papa Giovanni Paolo II, il quale fra 1975 e il 2000, esattamente nel 1983, volle celebrare un Giubileo straordinario per ricordare l’anno della Redenzione.»
Papa Francesco ha indetto un Giubileo straordinario, ci può dire due parole sul tema di questo Anno santo?
«In alcune situazioni particolari il papa può decidere, come abbiamo detto, di indire un Giubileo, di solito in occasione di anniversari legati all’anno della Redenzione. In questa occasione Papa Francesco ha pensato di istituirne uno tematico, non legato a un anniversario particolare, ma legato alla necessità che noi abbiamo di andare riflettere sul senso della misericordia di Dio.
«Chiaramente l’annuncio della misericordia è un annuncio centrale nella vita cristiana, perché tutta la nostra vita è sotto il segno della misericordia. Anche dopo il peccato originale, Dio non maledice l’uomo, il peccato non diventa occasione per punire l’uomo in maniera irreversibile, Dio ha misericordia dell’uomo. La Scrittura dice sempre che «la misericordia ha il sopravvento sul giudizio».
«Dobbiamo tener conto che la parola giudizio o giustizia biblicamente non equivale alla nostra categoria giuridica, per noi giustizia indica questo aspetto retributivo, per cui hai fatto questo, paghi questo. Nella Scrittura giustizia è sinonimo di misericordia».
Il tema della Misericordia potrebbe essere stato scelto in questo preciso momento in collegamento ai terribili fatti che stanno accadendo ora nel mondo, pensiamo alla strage di Parigi?
«No, non c’entrano nulla i fatti di Parigi. Il Giubileo non è stato indetto per cercare di risolvere la paura legata a questi avvenimenti, altrimenti sì che la religione dovrebbe essere considerata come l’oppio dei popoli!
«Dobbiamo capire cosa è la Misericordia. O la nostra vita si lega alla realtà del perdono, alla realtà della riconciliazione, altrimenti condanniamo noi stessi all’inferno già in questa vita. Infatti nel linguaggio della Scrittura giudizio vuol dire come ho detto prima la clemenza di Dio, il perdono di Dio, che è l’unico modo per far giustizia.
«Lo dice anche la saggezza popolare: si fa di più con una goccia di miele che con un barile di veleno».
Un’ultima cosa a proposito di perdono, anche secondo una concezione più laica perdonare è un modo per mettere una distanza da ciò che ci ha ferito, è un modo per liberarsi da una catena che impedisce di andare oltre, di «proseguire il cammino», potremmo anche dire che faccia bene alla salute…
«Certamente perdonare non può che fare bene: il risentimento, la vendetta, sono sentimenti che logorano, il fatto che tu perdoni e dimentichi ti libera e ti riempie di benessere, di gioia.»
Daniela Larentis – [email protected]
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