L’ombra del dubbio – Di Daniela Larentis
Chissà se i matrimoni sono davvero la tomba dell’amore…
>
Matrimoni alla frutta (per troppi una triste realtà). Alle volte l’amore non solo semplicemente si spegne, ma fa accendere la rabbia, scatenando reazioni esagerate, distruttive.
I fatti di cronaca lo testimoniano giornalmente: una gelosia malata, alle volte solo l’ombra del dubbio, basta poco per far scattare in taluni uomini la pazzia omicida.
Costoro arrivano ad ammazzare la propria compagna, la propria moglie, magari la madre dei loro figli per motivi talvolta davvero futili, altre volte più rilevanti, anche se viene naturale pensare che per nulla al mondo, se non per difendersi, sia lecito sopprimere la vita di un altro essere umano.
Le donne, loro malgrado, sono spesso vittime inermi di queste persone deboli che hanno perso il contatto con la realtà. E questo succede non in un remoto luogo per noi irraggiungibile, ma qui, proprio attorno a noi, nel nostro paese meraviglioso e libero, pieno di contraddizioni, dove può accadere di essere ammazzati per aver fatto quattro chiacchiere non al bar, ma in chat, un luogo di gran lunga più insidioso e temuto a quanto pare.
C’è chi vive i rapporti di coppia in maniera davvero troppo soffocante, come se una volta impegnati con qualcuno non si potesse più relazionarsi con il resto del mondo (nel rispetto naturalmente sempre del proprio compagno o compagna, questo va certamente sottolineato, senza ovviamente oltrepassare certi limiti).
E i matrimoni, sono davvero «la tomba dell’amore»? Certo che no, a patto però che ci si rispetti davvero, e per rispetto si intende anche il non voler fagocitare l’altro, perché impedire alla propria «dolce metà» di esprimere se stessa è di per sé un atto deplorevole.
Appare essere del tutto normale trovare del tempo per coltivare degli interessi (che sia un corso di ginnastica piuttosto che uno di ceramica tanto per fare un esempio), potersi poi esprimere proprio nella dinamica familiare, verrebbe da aggiungere, come poter condividere liberamente le proprie idee con la certezza di essere ascoltati.
Non succede sempre. Tante volte invece capita che uno dei due cessi di interessarsi davvero all’altro, dandolo per scontato, e quando finisce la comunicazione di solito iniziano i guai. È facile infatti che la mancanza di attenzione possa causare a lungo andare la fine dell’amore.
Questo almeno è ciò che pensano in molti. Alle volte può capitare che un rapporto anche solido finisca per ragioni banali, per un malessere che si sedimenta a poco a poco e di cui magari non si parla.
C’è chi è proprio convinto che in un rapporto di coppia l’uno non dovrebbe esclusivamente vivere all’ombra dell’altro o per lo meno a detta di qualcuno questo è quello che pare suggerire il buon senso a chi volesse seguirlo.
Il poeta libanese Khalil Gibran nel suo celebre libro Il profeta a proposito del matrimonio scrisse.
«… E restate l’uno accanto all’altro ma non troppo vicini: le colonne del tempio s’ergono separate tra loro, e la quercia e il cipresso non crescono l’una nell’ombra dell’altro.»
Sante parole, anche se è vero che non si può mai generalizzare, quello che può andar bene per alcuni può andar male per altri, le coppie in fondo non sono tutte uguali e ognuna trova il proprio equilibrio.
Resta il fatto che molti matrimoni sembrano finire perché uno dei due vive rinunciando a se stesso, l’uno rimanendo un po’ troppo in ombra, controllato dall’altro (altri matrimoni pare finiscano per l’esatto contrario).
Per quanto riguarda le ombre, per secoli artisti e scienziati, nonché filosofi, hanno cercato in tutti i modi di studiarla, spiegarla nel loro significato simbolico.
C’è anche un tipo di arte contemporanea, la «shadow art», che crea opere composte da ombre, illusioni ottiche, utilizzando oggetti di uso comune e luci ben direzionate (famose quelle dell’artista giapponese Kumi Yamashita, foto di Yuki Naka, sotto il titolo una sua opera intitolata Clouds).
C’è un libro di Roberto Casati intitolato «La scoperta dell’ombra» (Editori Laterza) che affronta l’argomento in maniera molto esaustiva: «Le ombre sono meraviglie della mente. Si pensa di poter dire tutto quel che le riguarda in poche righe, ma a scrutarle attentamente, guardando dritto nel loro cuore di tenebra, si rivelano infinitamente complesse».
L’autore a pag 35 parla della loro ricchezza: «Le ombre sono seducenti perché sono così strane e il linguaggio metaforico ha pescato abbondantemente nel tesoro di immagini che nascono dall’ombra.
«Le ombre sono immateriali, sono prive di consistenza, ed è per questo che essere l’ombra di se stessi significa non conservare più che una parvenza di quello che si era.
«Si nomina un governo ombra, si può non avere l’ombra di un quattrino, ed è inutile correre dietro alle ombre.
«In tedesco si dice che non si può saltare sulla propria ombra, ovvero che non si può fare l’impossibile…»
A proposito, sempre parlando di ombre, nel V sec. a.C. lo storico Erodoto scrisse che la lunga guerra fra i Lidi e i Medi fu interrotta da un’eclisse solare predetta, pare, da Talete.
A pag. 95 a tal riguardo è scritto quanto segue.
«C’è una differenza importante tra i reperti dell’astronomia babilonese (tavolette con predizioni e constatazioni di regolarità) e quelli dell’astronomia greca (testi letterari). Ai primi è possibile applicare metodi quantitativi in maniera abbastanza diretta; per i secondi ci si deve accontentare di belle storie che spesso non hanno riscontri verificabili. Una di queste è la decantata predizione di un’eclisse solare da parte di Talete.
«La difficoltà non riguarda solo il caso di Talete. In un’eclisse di sole la punta del cono d’ombra della luna segue dei tracciati che variano di volta in volta: non c’è un ciclo di eclissi di sole per un luogo dato sulla terra (per Babilonia o Atene, ad esempio).
«Quindi non si può predire un’eclisse di sole per un luogo dato basandosi solamente sul catalogo delle eclissi di sole precedenti. Sulla base del catalogo si può soltanto prevedere il momento favorevole per un’eclisse o quando un’eclisse non può verificarsi.
«Questo rende del tutto fantasiosa l’attribuzione della predizione di un’eclisse di sole a Talete come a tutti gli astronomi, astrologi e divinatori antichi».
Oggigiorno, come poi viene anche osservato nel testo, è possibile grazie alle conoscenze del sistema solare calcolare le eclissi future studiando i movimenti dei corpi celesti.
Per quanto riguarda Talete pare proprio che abbia avuto una gran dose di fortuna nell’azzeccare quella del 585 a.C., evento che spaventò così tanto l’intera regione da provocare la fine della guerra tra i lidi e i persiani, appunto.
Quando si dice «una botta di fortuna»… proprio come nel matrimonio aggiungiamo noi scherzando (il buon esito sembra sia dovuto più che altro a una botta di fortuna che non all’impegno e all’amore come sarebbe logico pensare).
Daniela Larentis – [email protected]
Commenti (0 inviato)
Invia il tuo commento