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Alla ricerca dell’equilibrio interiore – Di Daniela Larentis

Vivere in spazi ordinati e organizzati sembra favorire un modo di pensare più equilibrato e più aperto alle opportunità che la vita ci offre

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Quello che tutti cercano, anche inconsapevolmente, è il raggiungimento di una sorta di equilibrio, di un profondo senso di soddisfazione, di un’armonia che abbraccia molti aspetti della vita.
Il pensiero taoista (secondo il quale esisterebbe un’armonia universale che lega terra, uomo e cielo) si fonda sul tao, un termine che letteralmente significa «via», ma che è difficilmente traducibile in senso filosofico, in quanto non facilmente interpretabile. Si può cercare di definirlo in maniera del tutto approssimativa e superficiale come una forza che fluisce attraverso tutta la materia dell’universo, un flusso vitale da cui tutto avrebbe origine e che scorre incessantemente, tutte le cose esisterebbero nel tao ed esso sarebbe quindi presente in tutte le cose.
Ad esso è associata la concezione di due principi opposti e complementari (non antitetici, infatti è proprio dalla pienezza dell’uno che ha origine l’altro), i quali mantengono l’ordine naturale del tao stesso: Yin (il principio negativo, umido, oscuro e femminile, identificato con la luna) e Yang (il principio positivo, caldo, luminoso e maschile, identificato con il sole), una polarità di segno diverso rappresentata dal simbolo di un cerchio dentro cui sembrano alternarsi due spirali, una bianca e una nera. Nell’interno di ciascuna vi è un puntino che manifesta la tendenza opposta quando raggiunge la massima espansione, in modo che si trasforma nel suo contrario).
Nella filosofia taoista Yin e Yang non hanno nessun significato morale, non rappresentano il cattivo o il buono.
 
Secondo l’arte orientale del Feng Shui (letteralmente «acqua» e «vento») lo yin è rappresentato dall’acqua e lo yang dal vento (respiro), come dire che acqua e aria sono necessari per vivere.
Ma che cosa è esattamente il Feng Shui, l’arte di armonizzare l’ambiente che ci circonda stabilendo una sintonia profonda con gli individui e il loro campo energetico, una tradizione dalle origini antichissime che pare sia ora tanto di moda?
In maniera del tutto sintetica, nell’ambito dell’architettura potremmo definirlo come il progettare gli ambienti in modo da creare un’armonia fra l’interno e l’esterno della casa, tenendo conto dei campi energetici e magnetici anche nella disposizione degli oggetti al suo interno.
 
Sembra che esistano due scuole di Feng Shui, una che riguarda la forma del territorio, ossia la forma delle montagne, degli alberi, dei corsi d’acqua ecc. e l’altra che si occupa della collocazione degli oggetti all’interno dell’abitazione.
In ogni luogo si sarebbe circondati da diversi tipi di energia, la quale influenzerebbe la vita delle persone senza che queste ne siano consapevoli.
Il tipo di ambiente in cui si vive verrebbe considerato un luogo «vivo» e il sentirsi a proprio agio o meno dentro alla propria casa farebbe la differenza, poiché andrebbe a influire positivamente o negativamente sul proprio stato emotivo e quindi sulle proprie azioni quotidiane.
La casa simbolicamente ci rappresenterebbe, sarebbe vista come una sorta di involucro protettivo che facendo parte del paesaggio dovrebbe essere costruita in armonia con esso.
A proposito di arredare la propria abitazione seguendo dei principi che riattivino le energie che vi circolano, esistono delle letture molto esaustive sull’argomento (secondo «Feng Shui» e «Space clearing» la casa è considerata come espressione del proprio benessere psico-fisico).
Una di queste è un libro scritto dall’architetto Gigi Capriolo intitolato «Lo space clearing – armonia in casa» edito da Xenia.
 
È interessante la considerazione riportata a pag. 7, nel capitolo dedicato al risanamento energetico dell’ambiente:
«La realtà è diversa e molto più complicata di quella che appare e in nostri cinque sensi ci permettono di percepire solo parzialmente il mondo.
«Le onde luminose che riusciamo a vedere son o quelle che stanno tra il rosso e il violetto e non quelle della gamma dell’ultrarosso né dell’ultravioletto: se riuscissimo a vedere anche in queste bande di colore, come fanno alcune specie di animali, percepiremmo altre forme e altri colori.
«La visuale allargata, probabilmente, ci porterebbe a comportarci in modi ben differenti…»
 
Qualche pagina dopo a proposito del Feng Shui scrive:
«Il Feng Shui (l’antica pratica cinese di organizzazione dello spazio riguardo alle energie presenti in un luogo) insegna ad assorbire l’energia vitale dell’ambiente e si basa su una visione dell’universo che risale a circa seimila anni fa.
«Secondo questa visione, ogni cosa è influenzata dalle energie primordiali, complementari e opposte, di Yang, la parte luminosa della vita, il sole, e di Yin, il lato oscuro, freddo, lunare. L’equilibrio di Yin e Yang, in casa, crea una buona energia e assicura armonia e benessere.
«Una branca di questa filosofia, che può interessare chiunque possiede una casa, è lo Space Clearing, che si può definire come l’arte di purificare e consacrare le energie presenti negli edifici.»
 
A pag. 11 specifica così.
«Per il Feng Shui è importante ripulire un ambiente dai residui energetici propri e altrui. Per residui energetici intendo anche le emozioni, i pensieri e le proiezioni energetiche che per motivi inspiegabili si soffermano e ristagnano nei locali, influenzando gli occupanti più o meno negativamente.
«Questo vale specialmente per le camere da letto e i locali dove si soggiorna per tempi lunghi. Non esiste un’interpretazione scientifica di tutto questo, anche se, ormai, tutti sanno che sono realtà verificabili…»
 
Secondo l’autore le nostre case sarebbero affollate di oggetti spesso inutili che non usiamo, i quali bloccherebbero i flussi di energia positiva causando dei ristagni energetici. Tale blocco ci farebbe sentire stanchi e tristi, quindi sarebbe consigliabile non trattenere qualcosa che non ci serve più, non dedicarci all’accumulo, ma conservare solo ciò che serve o che ha per noi un valore sentimentale, sbarazzandosi del superfluo (a pag. 17 elenca una serie di regole, una delle quali è quella di ricordare di buttare via un oggetto vecchio ogni volta che introduciamo in casa uno nuovo).
Vivere in spazi ordinati ed organizzati sembra quindi favorire un modo di pensare più equilibrato e più aperto alle opportunità che la vita ci offre.
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na considerazione interessante è riportata all’inizio del capitolo a pag. 19.
«Siamo tutti più consapevoli che bisogna pensare e agire rispettando l’ambiente che ci è intorno, anche se pochi ritengono che i luoghi maggiormente da tutelare sono la casa e il posto di lavoro, perché sono proprio questi luoghi dove passiamo il maggior tempo.
«Ovviamente, sappiamo che è necessario utilizzare materiali per la costruzione e per l’arredo veramente sani, con il recupero di tecniche e materiali sicuri e salutari, e rinunciando a quelli che derivano da prodotti di sintesi o che creano danni, a causa di radiazioni e formazioni di campi in cui l’essere è immerso.»
E’ l’autore stesso che spiega poi come l’uomo e l’ambiente interagiscano per mezzo di una sorta di campo energetico sottile: «al suo interno avviene uno scambio continuo di informazioni e, per il noto principio dei vasi comunicanti, le due entità si passano carichi energetici, che dall’entità più forte si trasmettono e si radicano in quella più debole…».
 
I flussi di queste misteriose energie che circolano nelle nostre case provocherebbero moltissime vibrazioni, alcune favorevoli e altre sfavorevoli all’uomo.
Quelle «amiche» dell’uomo lo aiuterebbero in molti aspetti della vita procurando equilibrio e pace interiore (ripercuotendosi positivamente sulla salute, creatività ecc.), quelle ostili lo danneggerebbero e andrebbero allontanate.
«Ogni elemento fisico» afferma l’autore del testo «ha in sé una propria carica, che può essere positiva o negativa, ma che va ad interferire con quella degli altri esseri presenti», e pensando a questa considerazione viene in mente che talvolta, semplicemente stringendo la mano a qualcuno, ne ricaviamo una determinata sensazione che può essere di disagio o al contrario di sintonia con la persona che ci troviamo di fronte.
Altre volte sensazioni simili si provano semplicemente entrando in un determinato luogo non conosciuto.
 
A pag. 30 a proposito dell’uso del colore dichiara così.
«Anche l’uso del colore e della luce possono aiutarci nella ricerca di equilibrio e di armonia; se si calibrano bene le zone di luce si ha l’impressione che i colori galleggino in una danza immobile, come se fossero sospesi nell’atmosfera.
«L’esperienza insegna che certi accostamenti di colore producono un effetto piacevole, altri un effetto non bello o indifferente: se i colori si trovano in un regolato rapporto reciproco producono un risultato armonioso, se questo manca, i colori ci respingono e non ci piacciono.»
 
Più avanti parla delle piante e di quanto possano risultare utili nel creare l’armonia in casa, suggerendone alcune specie per combattere le sostanze inquinanti.
Forse non tutti sanno che una delle piante ritenute capaci di contrastare il fumo da tabacco è il Ficus Benjamina, come la Gerbera e la Margherita, mentre il Bambù pare venga usato spesso nei luoghi di lavoro, in quanto sembra abbia la capacità di assorbire le tossine.
E ancora, a proposito di armonia e di benessere psico-fisico, quanto è bello, a prescindere dai problemi quotidiani che ognuno si trova a dover affrontare durante la propria esistenza, riuscire ad alzarsi al mattino con il sorriso sulle labbra, andando incontro a un nuovo giorno con rinnovata speranza e voglia di vivere!
 
Daniela Larentis
[email protected]

 

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