Si può davvero comunicare col pensiero? – Di Daniela Larentis
Anche se non è scientificamente per ora dimostrabile, la telepatia è un fenomeno di certo possibile
Lo scrittore americano Isaac Asimov pubblicò il suo romanzo «Destinazione cervello» nel 1987.
Il racconto fantastico è ambientato in Unione Sovietica e parla di un viaggio all’interno del corpo umano di cinque scienziati ridotti a dimensioni microscopiche, i quali a bordo di un veicolo miniaturizzato devono raggiungere il cervello di un altro scienziato, Shapirov, in coma.
A prescindere dall’avvincente trama, il libro tocca un argomento molto interessante, quello della trasmissione del pensiero.
Ecco cosa emerge verso la fine del racconto da un dialogo fra gli scienziati Friar e Morrison, a proposito di detto fenomeno (pag.274 Urania - Isaac Asimov – Destinazione cervello – A. Mondadori Editore): «Vediamo se ho capito bene, Morrison. State dicendo che, in seguito al vostro viaggio nel corpo di Shapirov, adesso siete certo di poter modificare il vostro congegno in modo tale da trasformare la telepatia in realtà pratica?»
E qualche riga più avanti ecco la risposta: «Se unissimo sei uomini telepaticamente, i sei cervelli si comporterebbero come un unico grande cervello, e avrebbero un’intelligenza e una capacità di approfondimento sovraumana. Pensate ai progressi possibili nella scienza, nella tecnologia, e in altri campi. Creeremmo un superuomo mentale, evitando la noia dell’evoluzione fisica e i pericoli dell’ingegneria genetica…»
Nel libro viene affrontato, anche se da un punto di vista fantascientifico, quella presunta o reale facoltà di leggere nel pensiero conosciuta con il nome di «telepatia».
Questa percezione extrasensoriale fu studiata ancora nell’Ottocento (i primi studi furono condotti a Londra sul finire del XIX secolo).
Negli Stati Uniti Joseph Rhine, nella Carolina del Nord, portò avanti una serie di esperimenti, raccolti in un famoso libro pubblicato nel 1940.
Negli anni Settanta un altro parapsicologo americano si interessò al fenomeno, Charles Honorton, il quale introdusse un nuovo metodo di studio denominato «Ganzfeld».
Se ne potrebbe parlare a lungo.
Tuttavia è bene precisare che non è ancora stata dimostrata scientificamente l’esistenza della telepatia, quella capacità che rientra nel campo di indagine della parapsicologia, secondo cui sarebbe possibile trasmettere il proprio pensiero a distanza e percepire quello di altri individui con la sola mente, senza l’utilizzo di strumenti o altro (sembra inoltre che anche gli animali siano dotati di tale capacità).
Questo non significa comunque che non possa esistere, in quanto la scienza esclude tutto ciò che non può dimostrare.
Se si potesse in un futuro sviluppare questa capacità, sarebbe un gran risparmio anche per la bolletta del telefono, vien da pensare scherzando. Battute a parte è giusto porre l’attenzione sul fatto che i fenomeni telepatici possono riguardare non solo la trasmissione di parole o numeri, ma anche di sentimenti, sensazioni, immagini ecc.
Un noto scienziato svedese del Settecento, Emanuel Swedenborg, iniziò ad avere delle visioni (asserendo di comunicare con gli spiriti) il che destò un certo scalpore (il celebre filosofo Immanuel Kant gli dedicò nel 1766 un libro intitolato «Sogni di un visionario chiariti con i sogni della metafisica», nel quale discusse le sue teorie).
In questo caso si trattava di però di chiaroveggenza, un fenomeno che come nel caso della telepatia non è scientificamente dimostrabile.
Comunicare con il pensiero è qualcosa di reale o si tratta invece solo di suggestione? E chi lo sa…
Nel bellissimo romanzo «E venne chiamata due cuori», Marlo Morgan ci racconta la storia della «vera gente» ossia di una delle tribù aborigene, un popolo che lei afferma comunicasse attraverso la telepatia.
Detti individui sarebbero stati fortemente collegati gli uni con gli altri e avrebbero sviluppato un legame profondo anche con l’ambiente che gli ospitava, con gli animali, con le piante ecc.
Il racconto romanzato altro non è che la storia del suo viaggio in Australia e dell’esperienza che la scrittrice, un medico specializzato in agopuntura, fece a contatto con gli aborigeni, anche se pare che molto di ciò che scrisse sia frutto della sua fantasia.
Dopotutto non sembra tanto campata in aria la possibilità di potersi scambiare delle informazioni attraverso la mente.
Prima o poi sarà capitato a tutti di provare qualche esperienza del genere, per esempio l’essersi trovati a pensare la medesima cosa di qualcun altro nello stesso momento, ripetere all’unisono la medesima frase o ancora fare una domanda a una persona, intuendone in anticipo esattamente la risposta, parlando poi con qualcuno che non riesce a trovare prontamente il vocabolo giusto, percepirlo nella propria mente in anticipo o altre esperienze simili molto comuni a gran parte della gente.
Anche se non è scientificamente per ora dimostrabile, la telepatia è un fenomeno di certo possibile.
Succede talvolta che in talune coppie legate sentimentalmente si verifichino degli episodi di telepatia, riscontrabili anche fra fratelli e fra persone legate da rapporti affettivi, come fra amici, per esempio, oppure un caso molto frequente fra gemelli monozigoti.
E questa non è fantascienza, è esperienza.
A proposito di gemelli, San Tommaso Apostolo era soprannominato «Didimo», cioè «gemello» ed egli si sa che fu notoriamente incredulo almeno in una celebre circostanza.
Quando gli altri discepoli gli annunciarono la risurrezione di Gesù egli non sembrò affatto convinto della cosa, per poi ricredersi davanti allo stesso Gesù.
Tanto per dire che non sempre ciò che pare improbabile poi non sia vero.
Daniela Larentis
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