Roberto Codroico, «Linea, materia, colore» – Di Daniela Larentis

La personale dell’artista, inaugurata a Trento venerdì 16 febbraio, sarà visitabile fino al 30 marzo 2024 allo Spazio delle Arti di via Paradisi – L’intervista

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A Trento, è stata inaugurata venerdì 16 febbraio alla presenza di un folto pubblico, allo Spazio delle Arti di via Paradisi, presso il Centro Color, «Linea, materia, colore», una mostra personale di Roberto Codroico, curata da Gianluigi Rocca e presentata da Nicoletta Tamanini.
L’esposizione sarà visitabile fino al 30 marzo 2024 nei seguenti orari di apertura: da lunedì a venerdì dalle ore 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00; sabato dalle 9.00 alle 12.00.
 
L’architetto Roberto Codroico, uno dei più importanti protagonisti del panorama artistico trentino contemporaneo, vanta una vasta esperienza nel settore del restauro e della valorizzazione del patrimonio culturale.
Con una carriera lunga e dedicata, ha ricoperto il ruolo di funzionario ai Beni Culturali, distinguendosi per interventi di rilievo su noti edifici storici in Trentino.
 
Tra le sue opere più significative, il restauro del Castello del Buonconsiglio e del Palazzo delle Albere a Trento, così come le chiese di Santa Maria Maggiore e della Santissima Trinità.
Ha guidato un esteso progetto di restauro lapideo per il Duomo, contribuendo in modo significativo alla preservazione di queste importanti testimonianze storiche.
I suoi interventi si estendono anche a luoghi come la Rocca di Riva del Garda, il Castello di Fornace e Castel Romano nelle Giudicarie, solo per citarne alcuni a titolo esemplificativo.
 
Nato in Germania, ha trascorso molti anni nel Veneto, dove ha completato la sua formazione accademica laureandosi in Architettura a Venezia e trascorrendo l'adolescenza a Padova.
Tuttavia, il suo cuore e impegno professionale sono da lungo tempo legati al Trentino, dove è stato responsabile della tutela e del restauro dei principali monumenti e centri storici.
Ha partecipato attivamente a diverse commissioni legate alla tutela del patrimonio, tra cui le Commissioni Comprensoriali per la Tutela del Paesaggio in rappresentanza del Servizio Beni Culturali, la Commissione Provinciale per la Tutela del Paesaggio, la Commissione Edilizia del Comune di Trento, la Commissione Beni Culturali e il Comitato Tecnico del Castello del Buonconsiglio.
 

 
Già docente universitario, è autore di numerosissimi articoli e pubblicazioni.
La sua produzione artistica spazia attraverso diverse fasi nel corso del tempo.
Inizialmente concentrata su una pittura figurativa, negli anni '60 egli ritrae teste e nudi femminili, alternando crocifissioni, nature morte e paesaggi.
Successivamente, si evolve verso opere dalle forme astratte, curvilinee e ricche di colore.
L'influenza di importanti figure del Novecento, come Hans Richter, fondatore del movimento Dada, e le interazioni con Vlado Kristi, Kurt Kren, Otto Muehl, contribuiscono a una trasformazione sempre più astratta del suo stile.
 
Negli anni '60, Codroico si reca da Richter per approfondire uno studio sulla «quarta dimensione della pittura».
Il minimalismo delle sue opere, caratterizzato da linee pure, riflette una ricerca di essenzialità.
A partire dal 1970, i Teatrini prendono vita sotto l'influenza degli Azionisti Viennesi, seguendo i suggerimenti di Hans Richter. Codroico vanta una significativa presenza in esposizioni prestigiose in Italia e all'estero. Recentemente, nel 2021, ha allestito una mostra di rilievo a Palazzo Trentini dal titolo «Autonomia Ad Arte - L’autonomia prima dell’autonomia nel contemporaneo», che esplorava il tema dell'autonomia della Provincia di Trento, partendo dalle sue radici storiche nel Principato vescovile di Trento.
 
Nel 2020, ha presentato opere in dialogo con Robert Scherer a Palazzo Trentini, mentre nel 2023 ha inaugurato la personale  «Dall’Arte Popolare Religiosa alla pura Astrazione» presso il Duomo, Aula San Giovanni, a Trento.
Abbiamo avuto occasione di porgergli alcune domande.
 

 
Quante sono le opere esposte e a che periodo sono afferenti?
«Sono complessivamente una ventina, realizzate dal 2022 in poi, dieci sono di recentissima realizzazione, dipinte nel 2024. La mostra, presentata da Nicoletta Tamanini, è coordinata da Gianluigi Rocca che ne ha curato l’allestimento.»
 
Come interpreta la complessità della società contemporanea attraverso la pittura e come questa interpretazione si riflette nei suoi lavori più recenti?
«L'artista riversa sempre sé stesso nell'opera, diventando il quadro stesso. All'interno di quest'ultimo si riflettono tutte le sue esperienze, che siano positive o negative; egli le assimila e le trasmette attraverso la sua creazione.
«In tal modo, il dipinto non solo narra la sua storia, ma offre anche uno sguardo sulla società in cui vive.
«Nei miei ultimi lavori emerge un elemento distintivo rispetto al passato: si tratta di opere decisamente più materiche.
«Ho utilizzato una tecnica che si concentra sull'uso delle sovrapposizioni, in queste creazioni ho arricchito il colore con frammenti di carta dipinti di bianco.»
 

 
Le frequentazioni con artisti come Vlado Kristi, Kurt Kren e Otto Muehl come hanno contribuito all’evoluzione del suo approccio artistico?
«La mia pittura ha avuto un inizio prevalentemente figurativo, dove utilizzavo segni per dar vita a opere incentrate sulla figura umana. Inizialmente, mi focalizzavo su teste e nudi femminili, incluso l'uso della fotografia. Questo tema era alternato a crocifissioni, nature morte e paesaggi.
«Nel corso del tempo, ho trasformato il mio linguaggio artistico da segni chiusi a forme sempre più astratte. Questa evoluzione verso l'astratto è stata influenzata dagli incontri con figure internazionali, come Hans Richter, cofondatore del movimento DADA, e gli artisti delle "avanguardie viennesi", di cui ho scritto un articolo nel 1972.
«In sintesi, attraverso sperimentazioni continue, ho raggiunto l'astrazione e, infine, l'espressione pittorica attuale.»
 
In mostra sono esposte anche alcune delle sue famose «scatole»…
«Le scatole, lungi dall'essere meri oggetti statici, incarnano un dinamismo intrinseco che si manifesta attraverso l'interazione umana. In estrema sintesi, come ho in altre occasioni messo in luce, questi contenitori in movimento possono assumere molteplici posizioni, aprendosi e chiudendosi, rivelando sensazioni mutevoli in base al contesto.»
 
Progetti futuri?
«Il mio desiderio è quello di continuare a dipingere tutti giorni, andando avanti a fare quello che sto facendo.»

Daniela Larentis – [email protected]