Maurizio Panizza: Norma Cescotti Covelli – Di Daniela Larentis

In un libro intitolato «96 anni di storia. La mia», Panizza narra le straordinarie vicende di una donna sempre protagonista, dal fascismo ai giorni nostri – L’intervista

Norma Cescotti Covelli in collegamento con i suoi allievi di esperanto.

«96 anni di storia. La mia», uscito per Curcu Genovese Editore/Athesia, narra la storia di un’elegante signora di 96 anni dal carattere indomito.
Un’esistenza, la sua, costellata di avvenimenti straordinari, sia gioiosi che tragici.
Frutto delle annotazioni e degli scritti della stessa protagonista, Norma Cescotti Covelli, nato dalla felice penna di Maurizio Panizza, il volume mette in luce vicende personali ma anche grandi avvenimenti storici, coprendo un arco temporale che va dal fascismo fino ad arrivare ai giorni nostri.
 
Norma Cescotti Covelli ha una personalità poliedrica; testimone di cambiamenti epocali è come se avesse vissuto tante vite in una sola, è stata peraltro definita dai mass media l’insegnante di esperanto, ancora in attività, più anziana del mondo.
Un capitolo del libro è dedicato alla madre, «la sua confidente», «la sua consigliera», alla quale lei rivolge i toccanti versi di una poesia scritta nel maggio del 1960, due mesi dopo la sua morte.
 
Maurizio Panizza non ha certo bisogno di presentazioni: Vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige; scrittore, documentarista storico, ha lavorato per molti anni con numerosi quotidiani, in seguito è stato direttore di alcune testate, titolare per L’Adigetto.it di una rubrica molto seguita dal titolo «Da una foto una storia».
È autore di numerose pubblicazioni. In tempi recenti si è specializzato nell’indagare fatti e personaggi del passato riportando alla luce vicende sconosciute poi riproposte in Rai e anche in teatro.
Abbiamo avuto il piacere di rivolgergli alcune domande.
 

Montecatini Norma Cescotti Covelli durante le prove ginnichedel regime.
 
«90 anni di storia. La mia» narra la vita di una donna speciale, Norma Cescotti Covelli. Come e quando è nata l’idea del libro?
«L’idea è la conseguenza diretta di un altro mio progetto, più precisamente quello di un documentario sui bombardamenti di Rovereto nella Seconda Guerra Mondiale, girato quattro anni fa.
«Norma è stata la protagonista di quel video in quanto lei si salvò miracolosamente dal bombardamento americano del 13 settembre 1944 in cui morirono 18 persone.
«Dopo averla conosciuta ho capito che questa donna straordinaria aveva molto altro da raccontare della sua vita.»
 
Come è strutturato a grandi linee, lungo quale arco temporale si sviluppa il racconto?
«Il filo narrativo del libro - che tengo a sottolineare tratta di storia di vita vera, non romanzata - copre un arco che va dalla fine dell’800, con le tristi vicende familiari della madre della protagonista, passando per il fascismo e giungendo fra molte vicissitudini al giorno d’oggi, quando Norma durante il lockdown si ingegna a continuare le proprie lezioni di esperanto in Skype.»
 
Chi è anzitutto Norma Cescotti Covelli?
«Norma è un’anziana signora di 96 anni d’età (fino a pochi mesi fa amava ricordare di essere coetanea della Regina Elisabetta) che vive da sola in una grande casa silenziosa.
«Dopo aver lavorato per tanti anni alla Cancelleria del Tribunale di Trento, lei si è dedicata all’insegnamento dell’esperanto, la lingua universale che unisce idealmente tutti i popoli del mondo.
«Per questa sua capacità di sapersi destreggiare anche in tempo di pandemia attraverso l’uso del computer, lei è recentemente diventata un personaggio pubblico grazie a interviste sui giornali e alla Rai nazionale.
«Un esempio incredibile alla sua età di sprone e di speranza per giovani e anziani.»
 

Norma Cescotti Covelli con i quattro nipoti.

Dove vive, quali sono stati i luoghi in cui ha trascorso la sua esistenza?
«Da quando si sposò nel lontano 1950 lei vive a Trento, ma le sue origini sono roveretane. Norma, infatti, è nata e cresciuta all’ombra del Palazzo di Giustizia di Rovereto, essendo il padre, in quegli anni, custode del Tribunale.»
 
Una parte delle vicende familiari descritte si svolsero in un momento storico preciso, gli anni della Seconda Guerra Mondiale: potrebbe, in maniera sintetica e senza svelare troppo, raccontarci qualcosa a riguardo?
«In effetti il periodo bellico ha segnato molto la vita di Norma e questo lo si può trovare anche nel libro dove a quel periodo sono dedicati diversi capitoli.
«Due fratelli in guerra e la loro sorte sconosciuta per tanto tempo; lei giovane studentessa che si ostina a frequentare le Ragionerie nei corsi serali, e sempre lei l’unica superstite del primo e più grave bombardamento sulla città che vede l’annientamento di un gruppo di 18 persone con le quali fino a pochi minuti prima si trovava insieme.
«Ed è proprio stata la rievocazione di questa circostanza che - come detto - mi ha fatto incontrare Norma durante le riprese di un documentario proprio sui bombardamenti di Rovereto della Seconda Guerra Mondiale.»
 
Lei, appunto, oltre che scrittore è anche un documentarista storico che conta numerose collaborazioni con la Rai e con il teatro. A cosa sta lavorando attualmente, può darci qualche anticipazione sui suoi progetti futuri?
«Sto lavorando a un docufilm che dovrebbe essere realizzato entro il 2023. Si tratta delle vicende mai raccontate di un personaggio importante nello sviluppo del Trentino fra ’800 e ’900 e tuttavia completamente dimenticato dalla Storia ufficiale.
«Nel riprendere la vita di questo personaggio racconteremo anche la vita del Trentino austriaco di quegli anni, sia dal punto di vista sociale, che politico, che religioso, un periodo determinante per la storia della nostra provincia: quello della povertà diffusa, dello strozzinaggio, dell’emigrazione, ma anche quello del riscatto sociale avvenuto attraverso il Movimento cooperativo.»

Daniela Larentis – [email protected]