Paolo Dalponte, «Cani Futuri» – Di Daniela Larentis

Da poco inaugurata a Trento, allo Spazio FoyEr, la mostra dell’artista trentino – Resterà aperta al pubblico fino all'1 dicembre – L’intervista

Paolo Dalponte con la moglie.

A Trento, allo spazio FoyEr in via Galilei 26, è in corso un’interessante esposizione dell’artista trentino Paolo Dalponte, dal titolo «Cani futuri».
Giovedì 17/11/2022 ha avuto luogo l’inaugurazione, a cura della critica d'arte Elisabetta Doniselli, con intervento della giornalista e scrittrice Silvia Vernaccini.
Sarà visitabile fino all’1 dicembre 2022, nei seguenti orari: lunedì dalle ore 16 alle 19; dal martedì al venerdì dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 16 alle 19.
Martedì 29 novembre 2022, è previsto alle 18.00 un incontro con l'autore.
Un artista, Paolo Dalponte, che attraverso l’ironia legge la realtà che ci circonda da prospettive diverse e inaspettate.

Dopo la serie dedicata alle pipe, al caffè, agli attrezzi da cucina, ai funghi – per elencare solo alcuni dei soggetti da lui reinterpretati – ecco la serie dedicata ai cani, ventotto disegni ad acrilico che danno corpo alla mostra.
«I cani di questa serie hanno assorbito i desideri dei loro proprietari e si sono modificati per questo in razze curiose» – sottolinea l’artista, aggiungendo come questa mostra, anche se con la con la leggerezza che contraddistingue la sua arte, vuole in parte far riflettere su alcuni atteggiamenti umani nei confronti dei cani.
Con ironia Dalponte parte dunque dalla forma del cane per poi, anche in base al carattere e all’attitudine dell’animale, trasformarla in chiave simbolica, «surrealista ma senza estremizzare nell’automatismo psichico» precisa.
 

Paolo Dalponte, Terrier di Marco Polo.
 
Paolo Dalponte, nato a Poia di Lomaso, dopo il diploma all’Istituto Statale d’Arte di Trento dalla metà degli anni Settanta s’interessa di pittura a olio e una decina di anni dopo anche di grafica.
Ha fatto parte dello Studio d’Arte Andromeda di Trento occupandosi di grafica umoristica ed è socio dell’associazione di artisti trentini La Cerchia.
Ha tenuto numerose esposizioni personali in Italia e all’estero (Trento, Bologna, Innsbruck, Lussemburgo, Novy Jicin-Rep. Ceca, Novellara, Istanbul, Teheran, Soncino, Caldaro, Milano, Bribaudon-Francia), l'ultima quest'anno a Praga dedicata alle Wunderkammern; ha ricevuto importanti riconoscimenti (Belgrado, Antalya-Turchia, Kaliningrad-Russia, Marostica, Bordighera, Presov-Rep. Slovacca, Iran, Pechino, Odessa-Ucraina, Surgut-Siberia Yerevan-Armenia).
Ha collaborato con Edizioni Rendena, Akena, Edizioni Curcu e Genovese, Plusco. Tiene corsi di disegno a matita e pittura ad olio sia per bambini che per adulti.
Gli abbiamo rivolto alcune domande.
 

Paolo Dalponte, Mastino di Scozia.
 
Lei si è diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Trento. Che ricordo conserva di quegli anni?
«Un bellissimo ricordo, è stata un’esperienza ricca dal punto di vista umano e stimolante dal punto di vista dell’apprendimento. Già allora ero appassionato di disegno geometrico, una passione che mi è peraltro stata utile anche in ambito lavorativo.»
 
Quali sono le tecniche che predilige nell’esecuzione delle sue opere?
«Lavoro principalmente a matita, le opere in mostra sono state realizzate ad acrilico, è stato un lavoro lungo e gratificante.»
 
Quando ha iniziato a esporre i suoi lavori?
«Sono oltre una sessantina le personali fatte fino ad ora, la prima mostra risale al 1989, allestita presso lo Studio d’Arte Andromeda di Trento. Ho esposto non solo in Italia ma anche all’estero, per esempio a Istanbul e a Teheran, poi in Bulgaria, a Gabrovo, città nota per essere la capitale internazionale dell'umorismo e della satira.»
 
Quali sono i soggetti da cui trae maggior ispirazione?
«Sono attratto dal lato assurdo della vita, l’assurdo non esiste in verità, è solo un modo diverso di leggere la realtà. In genere, mi colpiscono gli oggetti di uso comune che poi reinterpreto in chiave ironica.»
 

Paolo Dalponte, Levriero Maranello.
 
Quante sono le opere esposte?
«Le opere esposte sono 28, realizzate ad acrilico.»
 
Fra tutte quale preferisce?
«Mi piace molto il Mastino di Scozia. Si legge nel testo in catalogo che mostra il manto sui toni del blu e del verde di un tradizionale tartan: frequentatore immancabile dei green scozzesi è sempre visto con una certa simpatia dagli impettiti golfisti locali, forse perché il Mastino di Scozia prova un irrefrenabile bisogno di recuperare le palline disperse dopo i tiri più maldestri».
 
Come è nata l’idea di questo ciclo?
«È nata dall’indignazione nell’osservare la maleducazione non certo dei cani, che non hanno colpa, ma dei loro padroni, i quali con poco senso civico non sempre raccolgono le deiezioni dei loro animali.
«Nella nostra epoca molte persone hanno un cane, alcuni scelgono la razza in base alla moda del momento, altri lo comprano per altri motivi per poi abbandonarlo, altri ancora lo umanizzano eccessivamente, molti sono i comportamenti discutibili che ho voluto evidenziare ironicamente in questi lavori, invitando a riflettere.»
 

Paolo Dalponte, Bassotto Acrobata.

Fra le varie razze di cani quale preferisce?
«Mi piacciono i cani di media taglia, tipo il cane da pastore tedesco…»
 
Lei conta al suo attivo numerosi riconoscimenti. Ce n’è uno fra tutti che ama ricordare?
«Tutti sono stati per me importanti, ne ricordo uno, il primo ricevuto in Italia molti anni fa, nel 1998 a Marostica.
«L’opera ritraeva un dalmata condotto da una signora elegante, vestita con un tubino a scacchi, un motivo che si allungava sul manto del cane in prossimità del guinzaglio, tema che ho ripreso nella realizzazione di una delle opere in mostra.
«Vedere l’opera riproposta in formato gigante nella suggestiva ambientazione del castello mi aveva all’epoca emozionato molto.»
 
Progetti futuri?
«Sto lavorando a un altro soggetto. Il prossimo anno mi piacerebbe a ogni modo organizzare una mostra per celebrare il mio cinquantesimo anno di attività.»

Daniela Larentis – [email protected]