Associazione Castelli del Trentino – Di Daniela Larentis

L’8 aprile Marina Botteri e Luca Gabrielli presenteranno «Marcello Fogolino e dintorni. Percorsi nelle arti figurative del primo Cinquecento in Trentino» – L’intervista

Marcello Fogolino, Madonna col Bambino e i santi Filippo e Giacomo (dettaglio), 1533, olio su tela. Sardagna Trento, canonica.

Prosegue il nuovo ciclo di conferenze «Ricerche e studi recenti di storia e arte trentina» organizzato dall’Associazione Castelli del Trentino, curato come quelli delle precedenti stagioni da Pietro Marsilli e da Bruno Kaisermann, rispettivamente vicepresidente e presidente dell’Associazione.
La storica dell’arte Marina Botteri e Luca Gabrielli, direttore dell’Ufficio per i beni storico-artistici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento e direttore della rivista «Studi Trentini. Arte», presenteranno i due numeri della rivista dedicati a «Marcello Fogolino e dintorni. Percorsi nelle arti figurative del primo Cinquecento in Trentino».
L’incontro avrà luogo in presenza venerdì 8 aprile 2022 a Mezzolombardo, Sala Spaur, Piazza Erbe, alle ore 20.30.
 
Dialogheranno con gli autori lo stimato giornalista e storico dell’arte Pietro Marsilli e lo storico Italo Franceschini, bibliotecario e vicepresidente della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche.
I posti saranno limitati ma non sarà necessaria la prenotazione, i presenti saranno ammessi in sala fino al raggiungimento della capienza massima consentita, in ottemperanza alle norme sanitarie in vigore.
Da oltre trent’anni l’Associazione è attiva nell’ambito culturale provinciale soprattutto attraverso pubblicazioni, convegni e cicli di conferenze su tematiche storiche e storico-artistiche che vengono seguiti con attenzione dal pubblico e dalla stampa.

A riprova della stima di cui è circondata, ricordiamo che le iniziative proposte godono del patrocinio, fra gli altri, della PAT, dell’Accademia roveretana degli Agiati e della Società di Studi trentini di Scienze storiche e sono riconosciute valide ai fini dell’aggiornamento del personale docente da parte dell’Iprase.
Abbiamo avuto occasione di porgere a Luca Gabrielli alcune domande.
 

Trento, Castello del Buonconsiglio, scorcio del terzo e del quarto livello della corte del Castelvecchio, con gli affreschi di Marcello Fogolino, 1535.
 
Quali saranno i punti principali che toccherà nell’incontro di venerdì 8 aprile 2022?
«L’incontro è l’occasione per presentare l’uscita dei due numeri 2021 della rivista Studi Trentini. Arte, in via eccezionale dedicati a un tema monografico, espresso nel titolo Marcello Fogolino e dintorni. Percorsi nelle arti figurative del primo Cinquecento in Trentino.
«Si tratta di una raccolta di saggi che si distribuisce sui fascicoli 2021-1 e 2021-2 della rivista, per un totale di 732 pagine corredate da un ricchissimo apparato illustrativo, frutto di una campagna fotografica realizzata per l’occasione.
«I diciotto contributi, a firma di ventuno studiosi, sono organizzati in tre sezioni tematiche che, pur senza pretesa di esaustività, compongono un itinerario inedito e ricco di novità attraverso un momento aureo dell’arte nel Trentino, nel pieno del Rinascimento.
«Come direttore della rivista, nel corso della presentazione cercherò non soltanto di dare spazio ai temi emersi nel corso di un lungo progetto di ricerca, ma anche di far comprendere il valore scientifico e civile di un’esperienza come questa: a partire dal 2018 si è preso spunto da approfondimenti, stimoli e interrogativi scaturiti dalla mostra dedicata all’artista dal museo del Castello del Buonconsiglio nel 2017, e si è chiesto a una vasta platea di studiosi di espandere la riflessione con ricerche originali e nuove interpretazioni.
«La pubblicazione è un risultato importante, che non solo conferma la vitalità della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche ma dimostra anche come il volontariato culturale sia in grado di mettere a fattor comune competenze ed energie, per conseguire risultati culturali e scientifici ambiziosi.»
 

Marcello Fogolino, Adorazione dei magi (dettaglio), 1510 circa, tempera e olio su tela trasporto da tavola. Vicenza, Museo Civico di Palazzo Chiericati.

Su quali aspetti Marina Botteri focalizzerà l’attenzione?

«Marina Botteri, che era fra i curatori della mostra del 2017 e che in particolare desidero ringraziare per la passione e la competente capacità di lettura e interpretazione dei fatti figurativi con cui ha saputo accompagnare in ogni momento questo progetto, traccerà un bilancio - io credo in attivo - riguardo alle conoscenze sull’artista e all’interpretazione delle sue opere e del suo modo di operare.
«Ad esempio, la ricerca ha dimostrato e sta dimostrando che per diverse opere finora rimaste senza nome presenti in territorio trentino è possibile passare da un generico ambito fogoliniano (che nella lettura critica odierna tende a radunare in un tutto indistinto prodotti artistici della più varia essenza e qualità), a una visione più granulare e nitida, nella quale poter associare finalmente – per via documentale o stilistica – i singoli nomi di colleghi e collaboratori di Fogolino a opere precise, alcune delle quali tuttora conservate.
«Si tratta di piccoli ma sostanziali progressi critici, che aprono la strada a più ampie riflessioni in materia di attribuzioni e di cronologia.
«Un altro aspetto determinante è quello delle fonti figurative di Fogolino, in bilico fra l’inesauribile repertorio dell’antico e il patrimonio offerto dai modelli contemporanei - in special modo a stampa - che l’artista sa divulgare e ricombinare con estro inesauribile.
«Poi c’è il nodo rappresentato dal Fogolino narratore di storie: non è, come a volte lo si è ritenuto, solo un artigiano o un decoratore, ma anche - per usare termini contemporanei che tuttavia restituiscono bene le sue abilità – sceneggiatore e regista di racconti complessi. Tutti elementi che spiegano il rapido e duraturo successo di Fogolino dal momento in cui inizia a lavorare in territorio trentino.»
 

Marcello Fogolino, Putto con satiro, 1535 circa, affresco. Trento, Castello del Buonconsiglio, Appartamento vescovile, Camera de sora.

Lei e Marina Botteri siete autori della pubblicazione «Marcello Fogolino e dintorni». Chi è coinvolto nel progetto e a che titolo?
«Come accennavo in apertura, la raccolta di studi Marcello Fogolino e dintorni si compone di diciotto contributi scientifici, organizzati in tre sezioni tematiche, rispettivamente dedicate all’artista e al contesto, ad alcuni dei suoi cantieri decorativi fra Vicenza e Trento, e al variegato ambiente artistico che viene formandosi attorno a lui in ambito trentino dagli anni trenta del Cinquecento in poi.
«Hanno lavorato al progetto, insieme a me e a Marina, diciannove studiosi, di cui mi fa piacere ricordare i nomi: Fabio Bartolini, Serena Bugna, Lorenzo Caoduro, Nicola Catelli, Domizio Cattoi, Ezio Chini, Paolo Dalla Torre, Flavio Dassenno, Lucia Longo-Endres, Mariangela Mattia, Elvio Mich, Roberto Pancheri, Chiara Radice, Giuseppe Sava, Silvia Spada Pintarelli, Helmut Stampfer, Hanns-Paul Ties, Giovanni Carlo Federico Villa, Alessandra Zamperini.
«Tutti hanno accettato entusiasticamente di collaborare a titolo gratuito, spinti dalla comune passione per un ambito di ricerca che tutti noi coltiviamo anche al di fuori dell’ambito professionale.
«Si tratta di una disponibilità davvero rara: il valore commerciale corrente di questi testi, tutti inediti e alcuni molto corposi, sarebbe evidentemente difficile da sostenere per qualunque ente o istituto di ricerca, a maggior ragione per una associazione di promozione sociale quale è la Società di Studi Trentini di Scienze Storiche.
«Mi fa piacere sottolineare che questo spirito ha accomunato sia gli studiosi soci di Studi Trentini, sia quelli esterni coinvolti per l’occasione. La collaborazione è stata talmente ampia e proficua al di là di ogni aspettativa, da far nascere molte nuove amicizie e, lo speriamo, nuovi progetti futuri.»
 

06. Marcello Fogolino, Duello tra Ruggiero e Rodomonte (dettaglio), 1542 circa, affresco. Trento, Casa Mirana, Sala ariostesca.
 
Potrebbe darci qualche anticipazione in merito all’analisi delle volte affrescate da Marcello Fogolino a Palazzo Sardagna? Quali sono, in breve, le peculiarità iconografiche dei due cicli?
«Ho iniziato a lavorare sui cicli della Sala di Costantino e della Sala dello Zodiaco in Palazzo Sardagna a Trento nel 2006. Sono testi complessi, densi di immagini e zeppi di riferimenti, sacri e profani, molti dei quali oscuri; il che li rende estremamente affascinanti come testimonianza di un artista capace di creare racconti complessi, come si diceva poco fa.
«La sensazione che ho provato spesso, alzando gli occhi alle volte dipinte di Palazzo Sardagna, era un misto di attrazione e di vertigine.
«Il progetto di ricerca su Fogolino mi ha permesso di delimitare meglio l’ambito di ricerca e tentare una prima parziale interpretazione di questi cicli, che vertono da un lato sulla storia dell’imperatore Costantino e sui primordi del cristianesimo, e dall’altro sul potere silente e inesorabile esercitato dagli astri sulla vita e sul destino degli uomini.
«Cultura storica e cultura astrologica riunite insieme, sotto lo stesso tetto, come straordinari documenti visivi della civiltà intellettuale del Rinascimento; oserei dire uno dei più belli ed eloquenti presenti in territorio trentino.»
 

Marcello Fogolino, Madonna col Bambino in trono tra i santi Caterina, Francesco, Giovanni Battista e Maria Maddalena, Antonio da Padova e Giovanni Evangelista, 1508-1509, olio su tela. Amsterdam,
 
A che periodo sono afferenti i cicli pittorici da lei presi in esame?
«Questa è una delle sorprese dello studio sui dipinti di Palazzo Sardagna. Finora li si è sempre considerati opera di Fogolino degli anni trenta, prossima quindi alle imprese pittoriche realizzate al Castello del Buonconsiglio, al servizio del principe vescovo Bernardo Cles.
«Ma una serie di elementi indica chiaramente che ci troviamo nella seconda metà degli anni quaranta, durante l’episcopato di Cristoforo Madruzzo, in pieno Concilio.
«Un’intuizione che peraltro Marina Botteri ha avuto prima di tutti, alcuni anni fa, grazie a una prima acuta lettura stilistica dei dipinti.
«Un altro aspetto inedito è quello della committenza: finora sconosciuta, ma oggi riconducibile alla potente e ricca famiglia Calepini.»
 
Progetti futuri?
«Marcello Fogolino si è rivelato, per me e Marina Botteri, un inesauribile campo di indagine. Un vero rebus, impossibile da abbandonare. Le domande sollecitate dal percorso di studi condotto insieme ai colleghi che ho ricordato sopra hanno fatto scaturire altre domande, sensazioni, ipotesi.
«Perciò ci siamo decisi a proseguire le ricerche per impostare una nuova visione unitaria e monografica dell’opera di Fogolino, anche alla luce delle molte novità emerse.
«Da questo percorso sta nascendo un libro dal titolo Marcello Fogolino e il suo mondo. Fra Venezia e Roma, l’antico e la maniera moderna, che sarà pubblicato in corso d’anno sempre dalla Società di Studi Trentini di Scienze Storiche.
«Ci auguriamo che la presentazione del giorno 8 aprile a Mezzolombardo possa permetterci anche di dare una breve anteprima di questo nuovo lavoro alle porte.»

Daniela Larentis – [email protected]