Il 17° Incontro Nazionale di Emergency – Di Nadia Clementi
A Trento si è parlato «Di guerra e di pace» in due giorni carichi di solidarietà
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A riscosso un grande successo di pubblico l’Incontro Nazionale di Emergency, dal titolo «Guerra e pace», giunto alla diciassettesima edizione, che si è svolto per la prima volta a Trento.
Due giorni di incontri, dibattiti e concerti per condividere il lavoro e l’impegno di Emergency, nata 24 anni fa per offrire cure gratuite e di qualità alle vittime della guerra e della povertà.
Dal 1994 a oggi, Emergency è intervenuta in 17 paesi, costruendo ospedali, centri chirurgici, centri di riabilitazione, centri pediatrici, posti di primo soccorso, centri sanitari, uno di maternità e uno cardio chirurgico.
Su sollecitazione delle autorità locali e di altre organizzazioni, Emergency ha anche contribuito alla ristrutturazione e all’equipaggiamento di strutture sanitarie già esistenti.
Fino ad oggi Emergency ha curato gratuitamente oltre 9 milioni di persone: numeri importanti che fanno riflettere.
«Non è negando i diritti ad altre persone che riusciremo a difendere i nostri e mai come in questo momento storico, in cui l'aria che si respira nel nostro Paese è carica di odio, discriminazione e violenza.» È uno dei temi caldi che Emergency, l'associazione umanitaria fondata da Gino Strada e Teresa Sarti, si è proposta di diffondere durante l’incontro Nazionale a Trento.
In un programma ricco di conferenze, spettacoli teatrali, incontri pubblici, proiezioni e percorsi interattivi che hanno saputo coinvolgere l’intera città si è discussa l’importanza di riflettere su temi come «la perdita di umanità», «l'innalzamento di muri», la «strumentalizzazione della paura» e la «rimozione della memoria».
E uno dei luoghi più interessanti da questo punto di vista è stato il percorso multimediale chiamato «Peace theraphy», che ha permesso alle persone di visitare, in realtà virtuale, uno degli ospedali nei quali l’ONG che offre assistenza alle vittime della guerra.
Tra le numerose iniziative, presso la Sala Caritro il «Programma Italia» c’è stata la proiezione continuativa di 5 brevi documentari in anteprima prodotti da Emergency per ZeligTV per raccontare un'Italia diversa, percorrendo alcuni dei progetti che l'organizzazione porta avanti nel nostro Paese.
Altrettanto interessante la mostra fotografica allestita, presso le Gallerie di Piedicastello «L’Afghanistan, la guerra»: un’installazione interattiva, a cura di The Buss con le foto di Mathieu Willcocks.
Ogni giorno Emergency garantisce assistenza sanitaria in Africa, ma da tempo è presente non solo nel Terzo Mondo con altre realtà no-profit. Lavora, anche in Italia, ad esempio, nei luoghi del terremoto e nelle campagne calabresi.
Per questo uno dei temi principali del convegno è stato quello dell’immigrazione. Due giornate di dibattiti aperti al pubblico quindi per sfatare miti e pregiudizi e per riconsiderare la diversità come un punto di partenza propositivo e non come qualcosa che viene tolto alle nostre vite.
La guerra è stata naturalmente un altro tema caldo, con un'attenzione particolare a quelle contemporanee, dove il 90% delle vittime sono civili, vale a dire donne, bambini e uomini che hanno l'unica colpa di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Il programma di queste due giornate, ha visto la presenza di personalità del sociale, del giornalismo e dello spettacolo.
Presso il Teatro Sociale e la Sala Filarmonica si sono svolte le conferenze sul tema «Come uscire dalla gabbia di stereotipi legati alle migrazioni?». Attraverso le testimonianze di giornalisti, esperti e attivisti, sono state raccontate storie di resistenza ed esperienze di lotta quotidiana per approfondire i temi legati alle migrazioni e alla guerra.
Tra gli ospiti illustri lo storico e saggista italiano Luciano Canfora, che dal palcoscenico del Teatro Sociale ha parlato di diritti calpestati, criticando il muro in costruzione dal presidente americano Trump al confine del Messico e l'Europa che finge di essere accogliente, senza risparmiare frecciate al governo Italiano per il clima d'intolleranza che dilaga nel nostro territorio.
Teatro esaurito anche per l’intervento di Enrico Mentana, che ha saputo coinvolgere il pubblico trattando il fenomeno dell’immigrazione e delle responsabilità del nostro governo in merito alla politica dell’accoglienza e del clima di indifferenza di un Europa «oscurantista».
Ma il protagonista dell’evento è stato il leader di Emergency, Gino Strada, nato a Milano nel 1948, è diventato chirurgo di guerra per scelta. Prima lavorando con la Croce Rossa Internazionale e poi con Emergency che ha fondato insieme a sua moglie Teresa, che ne è anche presidente.
Ha sempre abbinato la sua attività di chirurgo con l'impegno pacifista. Nella due giorni di incontri è stato accolto con calore dalla folla, ha criticato il governo e paventato il rischio di assuefazione all'odio e del ritorno del fascismo. Ha parlato di «minoranza rumorosa e violenta che semina odio e intolleranza nel nostro Paese, con un monito: «se la guerra non viene buttata fuori dalla storia dagli uomini, sarà la guerra a buttare fuori gli uomini dalla storia».
Un appello il suo al 10 dicembre 1948, quando l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
«Sono trascorsi 70 anni, ma la storia ha fatto un passo indietro anziché in avanti, – ha detto. – Ed Emergency in occasione dell’anniversario sarà in prima linea nelle piazze italiane a ricordarne l’importanza.»
Tra i numerosi eventi gratuiti non possiamo dimenticare l’esecuzione musicale «Canzoni contro l’odio» di Neri Marcoré e il grande concerto di chiusura, che ha fatto impazzire il pubblico in Piazza Fiera «Musica per Emergency», condotto da Carolina Di Domenico, con Fiorella Mannoia, Nek, Ermal Meta, Fabrizio Moro e Sefano Cenci Social Band.
Nadia Clementi - [email protected]