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Annachiara Stenico – Intervista di Nadia Clementi

Abbiamo parlato con una dietista innovativa tra montagne, telemedicina e sostenibilità

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Nata e cresciuta tra le maestose montagne di Trento, Annachiara Stenico è una dietista che ha deciso di intraprendere un percorso professionale fuori dagli schemi.
Laureata in dietistica presso l’Università Claudiana di Bolzano nell’aprile del 2023, ha voluto portare una ventata di novità nel campo della nutrizione.
Annachiara si definisce una dietista un po' inusuale, e la sua carriera lo dimostra chiaramente. Sin dall'inizio, ha scelto di allontanarsi dall'immagine tradizionale del dietista, con camice bianco e ambulatorio, per abbracciare una modalità di lavoro completamente digitale.
Grazie alla telemedicina, Annachiara è in grado di offrire consulenze nutrizionali tramite videochiamata, eliminando così le barriere di spazio e tempo che solitamente caratterizzano le visite in studio.
Questa modalità non solo le permette di raggiungere un pubblico più ampio, ma garantisce anche una flessibilità che risponde alle esigenze della vita moderna.
 

 
Uno degli aspetti che rende Annachiara una professionista davvero unica è il suo profondo impegno verso il benessere individuale e l’impatto ambientale delle scelte alimentari.
Crede fermamente nella scienza e nell’evidenza scientifica come basi per le sue consulenze, ma la sua visione va oltre: desidera infatti insegnare ai suoi pazienti come nutrirsi in modo consapevole e sostenibile, non solo per la propria salute, ma anche per quella del pianeta.
Il rispetto per l’ambiente e gli animali è uno dei pilastri del suo approccio alla dieta, con un particolare interesse per l’alimentazione vegetale, sia vegana che vegetariana.
Annachiara vede in queste scelte alimentari non solo un modo per migliorare la salute individuale, ma anche un atto di responsabilità verso il mondo che ci circonda.
Oltre a questo, la dottoressa Stenico è una grande appassionata di attività fisica in tutte le sue forme.
 

 
Questa passione si riflette anche nel suo lavoro, dove pone una forte enfasi sulla nutrizione sportiva, aiutando atleti e appassionati di fitness a trovare l’equilibrio perfetto tra alimentazione e allenamento.
Il suo obiettivo finale è chiaro: fornire a chiunque le conoscenze necessarie per nutrirsi secondo i propri bisogni, in modo sostenibile e definitivo.
Annachiara vuole che i suoi pazienti siano in grado di fare scelte alimentari consapevoli e sostenibili, in un percorso che non è solo di benessere personale, ma anche di rispetto per l’ambiente.
In un’epoca in cui la nutrizione è sempre più centrale nelle discussioni sulla salute e la sostenibilità, Annachiara Stenico rappresenta una figura innovativa e ispiratrice e il suo impegno verso il benessere globale, sta tracciando un nuovo percorso nel campo della dietistica, dimostrando che si può fare la differenza anche fuori dai classici schemi l’abbiamo intervistata.
 

 
Annachiara, hai scelto un percorso professionale fuori dagli schemi, abbandonando il classico ambulatorio e camice bianco. Cosa ti ha spinto a adottare un approccio così innovativo e digitale alla dietistica?
≪L’unica cosa che sapevo, ancor prima di iniziare a studiare, era che volevo trovare un modo di combinare la mia passione, ovvero il mondo della nutrizione, con una modalità di lavoro che mi facesse sentire libera, senza vincoli. Libera di decidere cosa fare del mio tempo e di come organizzare la mia vita.
«Una consapevolezza nata dopo varie esperienze di viaggio e lavoro in giro per il mondo, dall’Australia alla Norvegia, in cui mi sono resa conto che il tempo è l’unica cosa che davvero ho (abbiamo) a disposizione. E voglio essere io stessa a poter scegliere come usarlo.
«Con questo obiettivo bene in mente, mentre studiavo dietistica presso l’università di Bolzano, ho sempre continuato ad informarmi e cercare sbocchi nel mondo digitale, finché l’occasione si è presentata alla porta.
«Complice forse il Covid, che ha dato modo a molte persone di capire le potenzialità di questa modalità di lavoro, mi sono buttata e ho deciso di impostare fin da subito la mia professione interamente da remoto.≫
 
Quali sono state le sfide più grandi che hai dovuto affrontare nel proporre un modello di consulenza nutrizionale completamente digitale?
≪Probabilmente sfatare il pregiudizio che la telemedicina non funzioni, o che sia meno efficace delle visite vis a vis in ambulatorio. Tutt’altro.
«Infatti se valori come empatia, capacità di ascolto e professionalità sono presenti, possono essere trasmessi a prescindere dalla modalità di comunicazione scelta. E i parametri fisici come peso, altezza e circonferenze possono essere tranquillamente misurati dal paziente stesso in autonomia, anche se spesso non sono nemmeno fondamentali.
««La visita è improntata infatti sul conoscere la persona, il suo stile di vita e le sue abitudini alimentari, ascoltandola ed instaurando una relazione terapeutica per aiutarla a raggiungere i suoi obiettivi, qualsiasi essi siano.≫
 
Credendo fermamente nel ruolo dell'alimentazione per il benessere individuale e l'impatto ambientale, come riesci a integrare queste due dimensioni nelle tue consulenze nutrizionali?
≪L’evidenza scientifica ci suggerisce (e raccomanda caldamente!) che l’approccio alimentare migliore che si possa adottare - sia per la nostra salute che quella del pianeta - è quanto più vegetale possibile.
«Numerosi studi e riviste scientifiche autorevoli affermano infatti che le diete interamente vegetali, se ben bilanciate e correttamente pianificate, sono adatte in ogni fase della vita: promuovono lo stato di salute individuale, sono in grado di far regredire patologie come diabete mellito di tipo 2, obesità ed ipertensione, e impattano significativamente meno in termini ambientali (minor utilizzo di acqua, terreno e carburante ed emissioni di gas serra, per citare alcuni fattori).
«Quindi le due cose vanno a braccetto, salute dell’uomo e della Terra sono alla fine strettamente collegate, e con il mio lavoro voglio avvicinare le persone anche a queste tematiche, consapevolizzandole.≫
 
Il tuo interesse principale è rivolto all'alimentazione vegetale, sia vegana che vegetariana. Quali sono i consigli più importanti che offri a chi desidera intraprendere questo tipo di dieta per motivi di salute e sostenibilità?
≪Qualsiasi approccio alimentare si desideri seguire, onnivoro, vegetariano o vegano che sia, le regole fondamentali sono equilibrio e corretta pianificazione: senza delle basi solide e conoscenze effettive non si va da nessuna parte.
«Così come un regime onnivoro basato su hamburger, succhi di frutta e pasta al pomodoro non è salutare ne tantomeno equilibrato, anche una dieta vegetale che prevede solo carote e riso in bianco può provocare danni.
«Dunque no al fai da te e all’improvvisazione: informatevi e leggete, solo così potrete avere le competenze per gestire la vostra alimentazione in maniera ottimale, sostituendo ed implementando gli alimenti corretti.
«E se non avete il tempo o l’interesse per farlo in autonomia affidatevi a professionisti competenti: chi studia e si aggiorna secondo la più recente letteratura scientifica sa che diete 100% vegetali sono assolutamente valide e possibili, e vi fornirà dunque gli strumenti giusti.
«Coloro che affermano il contrario non sono evidentemente al passo con i tempi e le evidenze più attuali!≫
 
In che modo la tua pratica professionale promuove un'alimentazione che sia sostenibile sia per l'individuo che per il pianeta?
≪Nel pensiero comune, la dieta è spesso intesa come un approccio alimentare restrittivo, triste e noioso, da seguire tassativamente per un periodo di tempo ben preciso e generalmente con l’obiettivo di perdere peso.
«Cosa succede? Il più delle volte, dopo pochi giorni, la forza di volontà se ne va e si ritorna alle vecchie abitudini, convinti di non essere in grado di cambiare. In realtà con il termine dieta si intende un approccio alimentare equilibrato e personalizzato alle esigenze individuali, sia per quanto riguarda il gusto che le abitudini.
«Solo in questo modo è possibile fare propri nuovi cambiamenti, integrarli nella propria vita con facilità e rendere il percorso dunque sostenibile nel lungo termine.
«Ciò che ripeto sempre ai miei pazienti è che è la dieta che si adatta alla persona e non viceversa, e questo equilibrio va di pari passo con la sostenibilità ambientale, in quanto una dieta che prevede cereali integrali, frutta e verdura, legumi, frutta secca e pochi prodotti animali riduce l’impatto ambientale sul pianeta.≫
 
Sei una grande appassionata di attività fisica. Come riesci a conciliare la nutrizione sportiva con un approccio vegano o vegetariano?
≪Il nostro corpo è fatto per muoversi e se gli forniamo l’energia e i nutrienti di cui ha bisogno potrà performare al meglio, a prescindere dal fatto che la dieta includa o meno derivati animali.
«Infatti all’organismo non serve il latte, serve calcio. Non serve la carne, servono ferro e proteine. E così via per tutto il resto. Una notizia che spesso sconvolge - e che viene ignorata da molti, professionisti del settore inclusi - è che tutti i nutrienti vengono creati in primis dai vegetali, e che quindi gli animali, mangiandoli, non fanno altro che accumularli nei propri tessuti, esattamente come facciamo noi!
«Gli animali non creano nulla, sono solo il middle man tra noi ed il mondo vegetale. Dunque una volta che si hanno le conoscenze per capire in quali alimenti vegetali sono presenti i nutrienti necessari il gioco è fatto.
«A conferma che questa sia la scelta migliore ce lo conferma anche il fatto che fior fior di atleti hanno già scelto di adottare la dieta vegana: le sorelle Williams, Novak Djocovic, Lewis Hamilton e Mike Tyson, solo per citarne alcuni.≫
 
Puoi condividere qualche esempio di come la dieta vegetale possa supportare le prestazioni sportive, specialmente in termini di recupero e resistenza?
≪Si pensa che gli atleti e sportivi abbiano bisogno di incredibili quantità di proteine, ma in realtà non è proprio così. Sicuramente si tratta di un macronutriente importante per il recupero e la crescita muscolare, e che come tale dev’essere presente, ma non è meno importante di grassi e carboidrati.
«Sono questi ultimi infatti a giocare il ruolo chiave, a fornire l’energia primaria di cui il nostro corpo ha bisogno per vivere e sostenere performance sportive.
«Ad ogni modo, le proteine si trovano abbondantemente anche negli alimenti vegetali: le troviamo nei legumi, nei derivati della soia, nel seitan, nella pasta e farina dei legumi e in tantissimi altri alimenti. Un altro errore infatti è quello di classificare i cibi in compartimenti stagni, dove pasta = carboidrati e carne = proteine: in 100gr di pasta infatti ci sono ben 12 gr di proteine!
«Ogni alimento è costituito di vari nutrienti in diverse proporzioni, quindi adottando una dieta varia e consumando porzioni adeguate, tutti i nostri fabbisogni verranno soddisfatti, proteine comprese!≫
 
Come vorresti che venisse percepito il ruolo del dietista nella società del futuro, soprattutto in termini di salute pubblica e sostenibilità ambientale?
≪Le sfide e i cambiamenti climatici che l’essere umano sta affrontando e a cui sta andando incontro sono e saranno sempre più impegnative, questo è ormai innegabile.
«Sono situazioni che toccano sempre più da vicino tutti noi: inondazioni e scarsità d’acqua, incendi e aridità, gas serra e inquinamento sono solo alcuni dei gravi problemi con i quali un’enorme fetta di popolazione deve fare i conti ogni giorno.
«E oggi, come professionista ma soprattutto come cittadina, non posso non considerare anche questi aspetti nel mio lavoro: le nostre abitudini devono essere messe in discussione, i nostri comportamenti devono essere modificati se vogliamo garantire un futuro a noi stessi e alle generazioni future.
«E ciò parte anche dalla spesa che facciamo al supermercato, ovvero dal cibo che si mette nel piatto.≫

Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it
info@annachiarastenico.com - https://www.annachiarastenico.com/?lang=it

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