Ne parliamo con don Pierluigi Cameroni – Di Nadia Clementi
Nulla osta da parte della Santa Sede all’apertura della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di don Silvio Galli
Don Pierluigi Cameroni.
In data 19 febbraio 2020, la Congregazione delle Cause dei Santi ha comunicato al Vescovo di Brescia, Mons. Pietrantonio Tremolada il Nulla osta da parte della Santa Sede all’apertura della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio don Silvio Galli (1927-2012), il Sacerdote professo nella Società di San Francesco di Sales.
Dopo il parere favorevole della Conferenza Episcopale Lombarda è stata aperta il 10 ottobre 2020 a Chiari (Brescia) l’Inchiesta diocesana sulla vita, virtù, fama di santità del sacerdote salesiano, con l’ascolto dei testimoni e la raccolta dei materiali documentali.
Don Silvio Galli nacque il 10 settembre 1927 a Palazzolo Milanese e visse, come religioso e sacerdote, al «San Bernardino» di Chiari (Brescia) per oltre 50 anni, dapprima quale docente di materie classiche, quindi come Preside, infine come prete degli ultimi – ispiratore e guida dell’«Auxilium» per il soccorso delle povertà materiali e morali, confessore ed esorcista.
La fama di santità e la cospicua fama di segni che lo aveva accompagnato già in vita trovava conferma al momento della morte e continua dal momento della morte ai nostri giorni: in meno di 8 anni, sono stati raccolti diversi quaderni di grandi dimensioni, fitti di richieste di intercessione e resoconti di grazie scritti da chi andava alla sua tomba al cimitero, quaderni cui continuano ad aggiungersi altre, numerose, segnalazioni di favori.
Resta inoltre attiva, come lo è ancora oggi, l’esperienza di assistenza delle povertà da lui voluta e affidata all’Auxilium, segno di come molto di quello che egli aveva insegnato e trasmesso sia rimasto vivo ed abbia una sua fecondità che continua anche a distanza di tempo.
Con la vita e con la Parola insegnò a scoprire e a servire Cristo nei poveri. La figura e la testimonianza di don Silvio Galli si caratterizza per la sua capacità di aver corrisposto al dono di Dio la sua vita alle persone più emarginate con un atteggiamento profetico.
Sono fatti e parole che conosce bene don Pierluigi Cameroni, salesiano, Postulatore Generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, autore del libro Don Silvio Galli prete delle beatitudini edito dalla Elledici e che noi abbiamo avuto l’onore di intervistare»
Chi è don Pierluigi Cameroni Nato a Vendrogno (Lecco) nel 1955, è salesiano dal 1976 e sacerdote dal 1984. Nel 1992 ha conseguito il dottorato in Filosofia presso la Pontificia Università Salesiana di Roma. Dal 1985 al 2010 è stato formatore e professore del post-noviziato di Nave (Brescia) Dal 2007 al 2020 è stato Animatore spirituale mondiale dell'ADMA (Associazione di Maria Ausiliatrice). Dal 2010 è Postulatore Generale per le Cause dei santi della Congregazione salesiana e della Famiglia salesiana. Dal 2014 è membro del Segretariato della Famiglia Salesiana. Ha pubblicato numerosi libri relativi alle figure di santità della Famiglia Salesiana e alla devozione a Maria Ausiliatrice, tra cui il volume Come stelle nel cielo. |
Don Pierluigi Cameroni in poche parole chi era Don Silvio Galli?
«Più che con mie parole lascio a don Silvio stesso il compito di presentarsi: Io non sono che un povero prete, non ho altro che la veste sacerdotale che indosso. Meraviglia anche me che tutte le persone afflitte da problemi, a volte irrisolvibili, si rivolgano a me. Do la mia benedizione anche alle loro famiglie, poi li mando via con la convinzione che se pregheranno e lo faranno con fede i loro problemi si risolveranno.
«E ancora: Solo con la preghiera, potentissima arma, con la fede nella Madonna e nel suo figlio Gesù, a volte si risolvono questi problemi.
«Come vediamo don Silvio è un uomo di Dio, ministro della riconciliazione, ispiratore di carità, esorcista, scrutatore dei cuori… Per tanti è stato un faro di speranza, una presenza vicina e amica, che infonde pace nel cuore e comunica la gioia del Vangelo. Non solo, ma uno che cambia la vita delle persone: chi lo ha incontrato veramente fa proprio lo stile di vita, le convinzioni, la carità pastorale e la compassione di questo figlio di san Giovanni Bosco.
«Un giovane ha testimoniato: Don Galli: una guida, un maestro, un amico, un gigante della fede. Per tutti noi non ha lasciato impronte sulla sabbia, bensì un cammino di luce sulla strada per l'Eternità.»
Don Cameroni, lei è Postulatore generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, in che cosa consiste il suo ruolo di postulatore?
«Il Postulatore della Causa è il rappresentante giuridico dell’Attore, cioè di chi promuove la Causa, davanti al vescovo diocesano e a tutte le autorità ecclesiastiche, in particolare presso la Congregazione delle Cause dei Santi in Vaticano.
«Il Postulatore ha il diritto/dovere di accompagnare la Causa in tutte le sue fasi nella ricerca della verità in ordine alla dimostrabilità della santità di vita di un fedele candidato agli onori degli altari.
«Concretamente si tratta di seguire dal punto di vista canonico, spirituale e pastorale una Causa di Beatificazione, sia curando i vari passaggi richiesti a livello diocesano e romano, sia promuovendo un movimento di interesse, preghiera intorno alla figura e alla testimonianza del Servo/a di Dio.»
I santi non sono tutti uguali quando sono in paradiso?
«Vi sono molti cammini per arrivare in cielo. Noi sappiamo che alcuni sono santi, ma, mai chi è più santo di un altro. Dio solo conosce i cuori. C’è una bellezza in ogni cosa. Non si deve chiedere a una persona ciò che lei non può e non deve dare. Dirlo è incoraggiante, risanante. Altrimenti molti si convinceranno di non poter essere santi, perché non riusciranno mai ad esserlo al modo di alcuni santi proposti loro come modelli. La santità non è mai scoraggiante. Non avere paura della santità.
«Eroicità cristiana non è eroismo, perfezione cristiana non è perfezionismo del supereroe. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Il Paradiso è come un giardino: vi è l’umile violetta o il sublime giglio e la rosa. Nessuna condizione rappresenta un ostacolo insormontabile alla pienezza della gioia e della vita. Ogni santo è una parola di Dio incarnata. Non ci sono due santi uguali. Imitare i santi non è copiarli. Ognuno necessita dei propri tempi e ha un suo cammino.
«La galassia della santità è vasta e differenziata: perciò non va appiattita in un generico orientamento verso il bene, ma deve essere considerata come inesauribile sorgente di ispirazione e di progettualità. Immagini viventi del vangelo, i Santi ne interpretano lo spirito più genuino e sono lo specchio che riflette il volto di Gesù Cristo, il Santo di Dio. Essi diffondono il germe della bontà e della bellezza, non cedono alla moda passeggera ed effimera del tempo, ma, con lo slancio di un cuore perennemente giovane, rendono possibile il miracolo dell’amore. I Santi sono l’attestazione più credibile dell’uomo che raggiunge il vertice della sua altissima vocazione.
«Usufruendo dell’opportunità data da Dio in Gesù Cristo, di ascoltare e accogliere la sua Parola, i Santi immettono nella storia dell'umanità l’energia pulita dell’amore, del perdono, della fratellanza, della mitezza e della pace. Con la loro grande bontà essi rendono più ospitale la città dell’uomo e più luminosa la città di Dio, che è la Chiesa. I Santi cambiano il mondo, ma anche la Chiesa, resa più evangelica e più credibile dalla loro testimonianza.»
Che differenza c’è tra beatificazione e canonizzazione?
«La beatificazione è la tappa intermedia verso il giudizio definitivo della canonizzazione. È l’atto con il quale il Sommo Pontefice concede al Servo/a di Dio il culto pubblico ecclesiastico limitato a determinati luoghi o a determinati gruppi. La canonizzazione invece è l’atto solenne con cui il Sommo Pontefice dichiara in forma definitiva che un fedele cattolico è attualmente nella gloria eterna e per noi sulla terra un esempio e un intercessore per apprendere la via più sicura per la quale possiamo raggiungere la perfetta unione con Cristo, cioè la santità. Si tratta di un atto del magistero infallibile del Sommo Pontefice. Dal punto di vista canonico il santo è onorato con un culto pubblico esteso alla Chiesa universale.»
E come si arriva alla proclamazione di un beato o di un santo?
«Riassumere in poche righe la procedura con la quale la Chiesa cattolica proclama che uno dei suoi figli era Servo di Dio, Venerabile, Beato, Santo non è semplice.
«La prima condizione che permette di pensare ad una procedura è la fama di santità e di segni del Servo/a di Dio: esemplarità di vita, fecondità apostolica, eroicità delle virtù... È necessario, con l'aiuto di un postulatore, rivolgersi al vescovo del luogo dove è morto il candidato alla santità per valutare se effettivamente ci sono le condizioni per aprire la Causa (diffusa e provata fama di santità, giudizio positivo sugli scritti, nihil obstat da parte della Santa Sede…).
«Se tutte le condizioni preliminari sembrano concordi, il vescovo può allora introdurre la Causa nominando un Tribunale composto da un suo Delegato, da un Promotore di Giustizia e da un Notaio attuario.
«Il vescovo nominerà anche una commissione di storici, incaricata di riunire tutti gli scritti del Servo/a di Dio e tutti i documenti che lo riguardano in qualsiasi modo. Questa commissione deve esprimere un giudizio sull'autenticità e il valore dei documenti, e sulla figura del candidato alla santità.
«Il Tribunale è incaricato di investigare sulla vita e sulle virtù del Servo di Dio o sul martirio. Raccoglie i giuramenti, le testimonianze di quelli che hanno conosciuto il candidato alla santità e anche il lavoro della commissione storica.
«Terminata l’Inchiesta diocesana il dossier viene portato a Roma, alla Congregazione delle Cause dei Santi, dove viene incaricato un Relatore, che con l'aiuto di collaboratori della Postulazione prepara una sintesi di tutta la documentazione pervenuta dalla Diocesi (Positio), con la quale si deve dimostrare con sicurezza la vita, le virtù, la fama di santità del Servo di Dio. Questa Positio sarà quindi studiata da un gruppo di teologi e nel caso di una Causa storica (quella che riguarda un candidato vissuto molto tempo prima e per il quale non esistano più testimoni) anche da una Commissione di periti storici; se il loro giudizio è favorevole, il dossier sarà allora sottoposto ad un ulteriore giudizio dei Vescovi e dei Cardinali della Congregazione. Se il giudizio di questi ultimi è ugualmente favorevole, il Santo Padre decreta l'eroicità delle virtù (le virtù del Servo di Dio che diventa Venerabile).
«Se il Venerabile è anche Martire, subito viene Beato; altrimenti è necessario che un miracolo, dovuto alla sua intercessione, sia riconosciuto. Perché un miracolo avvenga, una commissione di medici deve attestare il carattere naturalmente ingiustificabile della guarigione; in seguito una commissione di teologi valuta se si possa affermare con sicurezza che si è pregato quel Venerabile e, dunque, se il miracolo possa essere attribuito alla sua intercessione.
«In seguito a questa proclamazione, il Beato è iscritto nel calendario liturgico della sua diocesi o della sua famiglia religiosa, nel giorno anniversario della sua morte (o in un giorno che si ritenga particolarmente significativo). Un secondo miracolo è necessario perché il Beato sia dichiarato Santo. È allora iscritto nel calendario della Chiesa universale.»
Potrebbe spiegarci la definizione del miracolo?
«Il motivo fondamentale che ha convinto la Chiesa ad esigere la prova del miracolo, intesa come la prova più alta della santità, è quello di garantire al Sommo Pontefice, dal quale dipende la proclamazione dei nuovi Santi e Beati, la massima certezza nelle decisioni che deve prendere: dopo aver percorso tutte le vie procedurali, umanamente possibili. Egli viene a disporre anche di una conferma divina attraverso la prova del miracolo. Pertanto, il miracolo è una conferma da parte di Dio del giudizio emesso dagli uomini. Al giudizio di persone umanamente fallibili, il miracolo, attentamente ed accuratamente vagliato, aggiunge il sigillo di un evento umanamente inspiegabile, opera dell’onnipotenza divina mediante l’intercessione del Servo di Dio o del Beato.
«Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che con il termine miracolo si intende: Un fatto sensibile operato da Dio al di fuori delle leggi della natura.
«Quindi, il miracolo deve essere un fatto concreto, compiuto da Dio, con modalità che superano le normali leggi della natura. Inoltre, per disposizioni giuridiche, quel fatto deve essere stato esaminato dalla Chiesa, sottoposto a verifica con vari procedimenti di ricerca e proclamato tale con un intervento specifico dell’autorità ecclesiastica.
«Tutti gli interventi di Dio che non abbiano avuto questa verifica e questo riconoscimento ufficiale, non sono considerati miracoli ma grazie. Di conseguenza, le grazie sono innumerevoli, i miracoli relativamente pochi. E questo proprio perché, per poter essere presentati ai credenti come oggettivi e reali interventi di Dio, i miracoli richiedono lunghi e meticolosi procedimenti.»
Quante testimonianze sono state raccolte a favore di don Galli, ce ne può raccontare qualcuna di particolare importanza?
«Uno dei fattori che hanno spinto all’apertura della Causa di beatificazione di don Silvio Galli è proprio il numero di testimonianze circa la fama di santità e di segni del Servo di Dio. Presso la nostra Postulazione ne sono state raccolte oltre un centinaio, di grande valore. Inoltre il Tribunale diocesano ha già ascoltato già oltre 30 dei 41 testimoni chiamati a deporre sulla vita, le virtù eroiche e la santità di don Silvio.
«Merita ricordare che dalla morte di don Silvio (12 giugno 2012) fino ad oggi un pellegrinaggio interrotto di persone si reca alla sua tomba nel cimitero di Chiari per una preghiera, un affidamento, una richiesta. In questi quasi 9 anni sono state raccolte già 10 agende che riportano preghiere, ringraziamenti, sfoghi del cuore e tante espressioni che testimoniano la fama di santità e di segni che accompagna la Causa del Servo di Dio.
«La prima agenda è datata dall’11 novembre 2012 al 14 aprile 2013 e riporta ben 1005 tra attestati e testimonianze autografe. Si tratta di pagine che parlano dell’esistenza e della condizione umana come un’autentica Valle di Lacrime che ciascuno è chiamato ad attraversare. Le richieste hanno come obiettivo le più varie e diverse situazioni di disagio vissute personalmente e/o in ambito familiare, a beneficio di persone care:
- ci sono i bambini che pongono problemi scolastici, problemi di masticazione, ma anche quelli di una prima fibrillazione del cuore;
- c’è la gioventù inguaiata, come il commovente e trascinante appello di un 16enne che ha messo incinta la fidanzatina;
- un genitore affida la vita e la vocazione del figlio;
- una richiesta insistita: anche Tu aiutami, illuminami, proteggimi, salvami…;
- preghiera a beneficio di gruppi organizzati di spiritualità;
- per avere la fede;
- lapidario il messaggio: …Ciao Don! La grazia che ti chiedo è di cambiare come Lui vuole. Un bacio…;
- vicinanza nello smarrimento. A volte la testimonianza è ben articolata e descritta, a volte è invece secca e drammatica: Mi aiuti. Sono disperata. Grazie.»
A che punto siamo con la procedura di santificazione del Servo di Dio don Silvio Galli?
«Dopo l’apertura dell’Inchiesta diocesana, svoltasi a Chiari il 10 ottobre 2020 e presieduta dal vescovo di Brescia Mons. Pierantonio Tremolada, tutti coloro che sono stati incaricati di accompagnare l’Inchiesta hanno iniziato a raccogliere le prove testimoniali e documentali tese a dimostrare la vita virtuosa del Servo di Dio.
«I membri del Tribunale, ovvero il Delegato episcopale, Mons. Pierantonio Lanzoni, il Promotore di giustizia, don Carlo Lazzaroni, e il Notaio, in un primo tempo don Claudio Boldini, sostituito dal mese di Febbraio 2021 dalla Dott.ssa Vesna Cunja, da ottobre 2020 a marzo 2021 hanno ascoltato già oltre 30 testimoni.
«Per la maggior parte si tratta di persone che hanno frequentato per diversi anni don Galli e sono state profondamente segnate dalla sua testimonianza di vita consacrata e apostolica a servizio degli ultimi, dei feriti nell’anima e nel corpo. Inoltre tre Periti in materia storica hanno iniziato a ricercare e raccogliere i documenti e gli scritti del Servo di Dio.
«Tutto questo lavoro è accompagnato da un sentito e diffuso movimento di preghiera per chiedere la glorificazione di don Galli e anche dalla richiesta di grazie per sua intercessione, soprattutto in questo tempo drammaticamente segnato dalla pandemia.»
Cosa le ha lasciato nel cuore la figura di Don Galli?
«Io ebbi la grazia di conoscere don Galli nel lontano 1968 quando ero giovane studente al S. Bernardino di Chiari e poi lo ebbi come insegnante di greco e latino nel ginnasio negli anni 1970-72. Successivamente furono diverse le occasioni di incontro dove sempre era molto disponibile e incoraggiante nel sostenermi nei compiti che mi erano stati affidati.
«Ciò che oggi mi colpisce più di lui è come al di là delle numerose opere compiute sia entrato nella vita delle persone, come abbia raggiunto in profondità il cuore di chi l’ha veramente incontrato orientando l’esistenza su orizzonti illuminati da una grande fede in Dio, un filiale affidamento alla Madonna e una ricca compassione verso le sofferenze del prossimo.»
Vuole lasciare un messaggio di speranza attraverso le parole di don Galli in questo difficile periodo di pandemia?
«In un suo intervento nel 1986 don Silvio disse: La speranza diventa sempre più una tensione in avanti di chi è dominato da questo grande pensiero: ‘Dio mi ama’; e la carità diventa sempre più fresca, capace di donarsi. Tutto allora muove in un clima di freschezza, di gioia, si ha il gusto più di cantare che di parlare, di correre più che di camminare.
«In questo tempo durissimo segnato dalla pandemia, in cui tante certezze sono venute meno, queste parole ci invitano a riordinare la vita nell’orizzonte della fede, a ritornare alle radici che fanno restare salda la pianta della vita anche quando arrivano bufere e venti impetuosi: la speranza è una pianta con radici profonde, che partono da lontano; radici che si irrobustiscono attraverso stagioni difficili e percorsi che richiedono molto sacrificio.»
Nadia Clementi - [email protected]
Don Pierluigi Cameroni - Postulatore Generale - [email protected]
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