Un vino, un’azienda/ 45 – Di Gianni Pasolini

Victoriae Cantina Sociale Mori Colli Zugna: un vino prodotto in anfora apre sorprendenti scenari nelle produzioni vinicole trentine

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La viticoltura negli ultimi anni sta riscoprendo metodi di produzione antichi per ottenere vini in grado di esprimere al meglio tutte le migliori sfumature gusto olfattive senza per questo snaturare le caratteristiche del vitigno stesso.
Ne è un esempio di successo l’utilizzo dell’anfora, che sta raccogliendo sempre più consensi tra i produttori e soprattutto tra gli appassionati di questi vini dalla lunga macerazione a contatto con le bucce.
Niente di ancestrale o di mistico (per i non esperti). Semplicemente, l’uva, una volta raccolta, viene lasciata per molto tempo (spesso svariati mesi) a contatto con il mosto e, una volta svolta la fermentazione che permette di trasformare il succo d’uva in vino, il tempo a contatto con le bucce prosegue, sempre all’interno dell’anfora.
 
Ma perché viene utilizzata l’anfora? Perché si rivela un perfetto contenitore per far evolvere il vino senza per questo contaminarlo in maniera sensibile (come avviene per esempio con le botti di legno).
Una lenta affinatura, ed una micro traspirazione dell’aria data dalla porosità dell’anfora, conferiscono così un’evoluzione al vino che aggiunge sfumature leggermente ossidative che ne arricchiscono la complessità olfattiva.
Detto in parole povere, il vino risulta molto più sfaccettato nelle caratteristiche ‘tradizionali’ del vitigno che viene vinificato, aprendo nuovi orizzonti gusto olfattivi.
 
Tra le produzioni di vino trentino realizzato con le anfore, la cantina sociale Mori Colli Zugna ci regala questo VICTORIAE, un vino nato da pochi anni ma che è stato capace fin dalla prima annata di impressionare per il risultato ottenuto.
Le uve utilizzate sono Bronner (un vitigno resistente) e Chardonnay che vengono lasciate quasi 9 mesi a macerare, per poi finire un ultimo passaggio in bottiglia prima di essere distribuito.
Il vino si presenta quindi con un colore giallo carico che tende a qualche sfumatura aranciata, di buona consistenza e dall’impatto olfattivo decisamente intrigante e fine, con richiami agrumati, cedro, camomilla e sentori salmastri.
 
In bocca è secco, fresco e equilibrato, con una sapidità stuzzicante ed una buona acidità, intenso e persistente.
Queste tipologie di vino non andrebbero servite troppo fredde proprio per non inibirne i profumi. Meglio stare più vicini alla stessa temperatura di servizio di un vino rosso, intorno ai 12-14 gradi (a seconda della stagione in cui lo bevete).
È un vino che può essere bevuto anche da solo per apprezzarne appieno le sfumature, oppure abbinato a primi piatti di carne o di pesce anche piuttosto saporiti.
 
Gianni Pasolini
www.vinotube.it