Un vino, un’azienda/ 42 – Di Gianni Pasolini

Trentodoc Brut Letrari: uno spumante che con la sua gustosa bevibilità conquista sia se consumato come aperitivo che a tutto pasto

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Il brut d'annata può essere considerato, per chi produce metodo classico, un po' come un biglietto da visita che mostra, senza troppi fronzoli, l'anima e lo stile di una azienda.
Spumanti riserva, rosati o dosaggio zero garantiscono spessore e complessità, mentre il brut d'annata, proprio perché si presenta come uno spumante meno elaborato, mette a nudo la base spumante più immediata dell'azienda.
 
Interessante assaggiarlo soprattutto quando si parla di aziende che della spumantistica trentina ne sono un pezzo di storia, come la famiglia Letrari, ieri con Lionello che contribuì a far nascere il Trentodoc, oggi con Lucia e Paolo che portano alta la bandiera della qualità spumantistica italiana.
Oggi lo spumante trentino vive oggi più che mai una grande e meritata popolarità, grazie ad un carattere autentico derivante da un territorio estremamente vocato per la realizzazione di basi spumante di alta qualità.
 
Assaggiamo il Trentodoc Brut Letrari, assemblato da uve Chardonnay e Pinot Nero d’annata, che si presenta nel calice con bollicina fine, persistente e fitta, di un colore giallo oro luminoso.
Al naso è fine, con delicati profumi di lieviti e sentori di frutta gialla.
In bocca è secco, fresco nella componente acida che lo rende assai gustoso, con bollicina aggraziata e cremosa, chiudendo con una mineralità che non appesantisce il palato.
 
Uno spumante che non ha bisogno di mostrare i muscoli perché conquista con la sua gustosa bevibilità e che si presta non soltanto ad essere consumato come aperitivo.
Da antipasti di carne e di pesce, fino a qualche primo piatto asciutto di pesce, si combina idealmente senza stancare il palato; per gli amanti delle cucine orientali, purché non troppo piccanti o speziati, accompagna idealmente fino a fine pasto.
 
Gianni Pasolini
www.vinotube.it