Storie di donne, letteratura di genere/ 77 – Di Luciana Grillo
Fulvia Degl’Innocenti, Io sono così – L’educazione di genere che dovrebbe entrare nei programmi scolastici e nello svolgimento dei compiti genitoriali
Titolo: Io sono così
Autrice: Degl'Innocenti Fulvia
Illustrazioni: Antonio Ferrara
Editore: Settenove 2014
Età di lettura: da 4 anni
Prezzo di copertina: € 14,00
Questo originale testo, brevissimo e incisivo, scritto da Fulvia Degl’Innocenti, una giornalista che si dedica con passione a piccoli lettori, si legge tutto d’un fiato, sfogliando poche pagine cartonate, illustrate con sorridente arguzia da Antonio Ferrara.
Solo alla fine si capisce «chi parla».
Comprendiamo subito che l’io narrante è molto giovane, adolescente, che corre in un parco, insegue un pallone, gioca con le carte dei supereroi, litiga con il fratello…
Ci racconta – con un linguaggio in parte simile a quello degli SMS – cosa ama fare, ma anche ciò che non gradisce, a cominciare dai comportamenti dispettosi del fratello, da certe pietanze che si confondono ( e dunque vanno abilmente divise) con i fusilli e così via.
L’io narrante (maschio o femmina?) gioca con i mattoncini Lego, scala abilmente gli scogli, imita i pirati, pedala velocemente in sella alla sua bicicletta, e qualche volta cade rovinosamente, sbucciandosi le ginocchia. Siamo quasi giunti alla fine di questo «libro» e, girando l’ultima pagina, scopriamo chi è che parla: è una bambina che non vuole essere definita maschiaccio e che si presenta a noi con «occhi chiari come acqua di sorgente», con l’aria un po’ spavalda, mani in tasca e divisa di ordinanza (jeans e sneakers), con una frase che spiega tutto, proprio tutto: «…io sono una bambina. Una bambina e basta.»
E noi, lettori e lettrici, sorridiamo sorpresi.
Benché l’autrice, più volte premiata, anche con un Bancarellino 2011, si rivolga in genere a un pubblico giovane, Io sono così risulta interessante anche per noi adulti, perché in qualche modo ci coinvolge in un’operazione educativa «di genere».
Spesso a noi alcuni argomenti o atteggiamenti sembrano scontati, ma in realtà non è così e l’educazione di genere dovrebbe entrare nei programmi scolastici e nello svolgimento dei compiti genitoriali, perché è da una mancata educazione di genere che nascono malintesi, incomprensioni e purtroppo, talvolta, comportamenti violenti.
Antonio Ferrara non è solo un illustratore, ma anche autore, per esempio, del libro Ero cattivo, vincitore del Premio Andersen 2012; conduce laboratori di scrittura per emozioni in scuole, ospedali e istituti circondariali, rivela una grande sensibilità ed una speciale attenzione per gli adolescenti di entrambi i generi.
Luciana Grillo