Storie di donne, letteratura di genere/ 450 – Di Luciana Grillo
Saveria Chemotti, «Ci darà un nome il tempo» – La vita di due donne, con affetti e dolori, piccole gioie, solitudine e infine l’incontro vero
Titolo: Ci darà un nome il tempo
Autrice: Saveria Chemotti
Editore: Iacobelli editore, 2022
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 200, Brossura
Prezzo di copertina: € 15
Saveria Chemotti mi ha abituato alle sue storie cesellate con cura, scritte con spontanea scorrevolezza, spesso ricche di descrizioni paesaggistiche, sempre dense di emozioni.
Questo è il romanzo in cui due vite, quella di un’insegnante severa e quella di una studentessa dalla volontà ferma, si incontrano, si allontanano e si ritrovano.
Le situazioni di partenza cambiano, un dolore profondo sconvolge la vita della docente, una scelta di vita assolutamente imprevedibile sembra capovolgere il destino della discente.
Se non ci fosse uno scambio di e-mail, queste due donne rimarrebbero lontane ed estranee, nei loro luoghi di origine, il delta del Po per la prof, il Trentino per la giovane Marta…
È proprio Marta la prima a mescolare le carte, quando dice a suo padre: «Non sto andando in galera, papà… Vorrei dare un nome a questo malessere che mi distrugge… Può darsi che io sia fuori di testa, come dite voi. Però nessuno mi ha plagiata, lo giuro. Nessuno mi ha fatto il lavaggio del cervello… ho come nostalgia di qualcuno che non conosco…».
In realtà Marta è una giovane donna inquieta che confessa a sua madre: «Ti prego, mamma. Lasciami fare… Non riesco a stare dentro un vicolo chiuso. Mi manca l’aria… Sono sulla riva di un fiume e non so come passare dall’altra parte».
Dal Trentino va a Padova, «chissà come sarà vivere in mezzo ai ’taliani» le dice la mamma… Marta va, lascia casa e famiglia, la cucina che per lei è «l’immagine del calore e della trappola sentimentale... Lì era cresciuta, lì aveva imparato a camminare aggrappandosi alle sedie quando rischiava di cadere…», comincia a conoscere la nuova città, la Basilica di Sant’Antonio e Prato della Valle, in cui vede «statue severe… nessuna donna».
Dopo tanto tempo e tanti cambiamenti, il nome della professoressa con cui si è laureata appare su un manifesto.
Marta le scrive, Claudia – sorpresa – risponde, propone alla sua ex giovane studentessa di darsi del tu, «ormai siamo abbastanza grandi da farlo senza patemi» e comincia così una lunga corrispondenza fatta di riflessioni ed emozioni.
Marta non è più l’universitaria che le propone una tesi da rifare, è diventata una suora di clausura, sa che «questo termine richiama realtà negative» eppure «Noi suore non siamo DEL mondo, ma NEL mondo. Non è solo un cambio di consonante: è una questione profonda tra dare e avere. Tra partenza e arrivo».
Tullio, che ha frequentato la Marta giovane e in perenne ricerca di qualcosa, spiega a Claudia con pacatezza che «aveva un’anima grande e inquieta. Un privilegio per chi la frequentava. Credo che avesse bisogno davvero di parlare con il cielo… Ho sofferto, ma alla fine ho condiviso la sua scelta».
Il romanzo non è tutto qui, c’è la vita di Claudia, ci sono i suoi affetti e i dolori, le piccole gioie, la solitudine e infine l’incontro vero… «qualcuno stava correndo verso di lei».
E come Claudia, anche chi legge si sente pervaso da «un’improvvisa e profondissima quiete».
Luciana Grillo - [email protected]
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