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Rose nei vigneti e la peronospora – Di Giuseppe Casagrande

Non sono un elemento decorativo, peraltro bellissimo, ma svolgono una funzione importante: quella di «spiare» la presenza di malattie fungine nelle viti

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Le rose nei vigneti, sono le sentinelle-spia delle malattie fungine delle viti.

Vi siete mai chiesti il perchè della presenza in molti vigneti delle rose all'inizio di ogni filare? Forse non tutti sanno che le rose nel vigneto, oltre ad elemento decorativo, peraltro bellissimo, nascondono una storia affascinante, che risale ai tempi successivi alla scoperta delle Americhe, all’inizio dei traffici commerciali e alla comparsa delle malattie della vite importate dal Nord America, fillossera in primis.
 
Le rose nel passato avevano una funzione pratica: in un’epoca in cui la meccanizzazione era ancora lontana, i vigneti venivano lavorati con la forza degli animali: cavalli e buoi trainavano aratri leggeri per gestire il terreno e le erbe infestanti. Tuttavia, durante le manovre nei vigneti, spesso gli animali potevano abbattere un palo o una vite, causando perdite produttive significative per i viticoltori. Da qui l’idea di piantare le rose in testa ai filari: le spine fungevano da avvertimento per gli animali, che imparavano a girare alla larga, proteggendo così le viti e i pali.
 
Ma la funzione principale delle piante di rose era quella di «spiare» la presenza delle malattie fungine della vite. Con il crescere dei traffici marittimi e la velocità dei trasporti, si persero i periodi di quarantena che permettevano di sanificare le piante importate.
Questo portò all’introduzione di numerose malattie, tra cui la peronospora e l’oidio, funghi dannosi per la vite.
 

 
 Le rose preziose sentinelle che segnalano la presenza di malattie fungine 
Le rose, essendo molto più sensibili della vite a queste malattie, pur non essendo colpite dallo stesso fungo che attacca la vite, divennero preziosi allarmi. La loro vicinanza ai vigneti permetteva agli agricoltori di individuare tempestivamente la presenza di queste malattie e prendere le necessarie misure di prevenzione.
Oggi, le rose non sono solo una bellezza paesaggistica che impreziosisce i nostri vigneti, ma continuano a svolgere un ruolo importante come sentinelle contro le malattie. Sebbene non si utilizzino più cavalli e buoi per lavorare i vigneti, le rose rimangono una presenza importante, simbolo di un passato ricco di tradizione e saggezza.
 

 
  Piogge, caldo, umidità: dalla Francia all'Italia il flagello della peronospora 
Parlavamo di malattie fungine. Dopo il dramma dello scorso anno che ha colpito i vigneti, in Francia e in Italia, con ripercussioni sulla quantità della produzione e un punto interrogativo sul futuro, un anno dopo ci risiamo: la peronospora, l'oidio, la flavescenza dorata, il mal dell'esca e altre malattie tornano a far paura. La colpa? L'inverno mite, le gelate di aprile, le abbondanti piogge cadute tra maggio e giugno e le ondate di caldo anomalo di luglio, circostanze che costituiscono da sempre un «cocktail» micidiale per le viti.
A Bordeaux le abbondanti precipitazioni primaverili (a maggio a Saint-Émilion sono caduti 116 millimetri di pioggia, il doppio del normale), stanno decimando i vigneti che già stanno vivendo una fase critica dopo il diktat ministeriale che impone una drastica riduzione della superficie vitata. Ad essere maggiormente preoccupati sono i viticoltori che operano in regime biologico poichè a poco servono i trattamenti a base di rame.
 

I danni provocati dalla peronospora in alcuni vigneti.
 
  Colpiti i vigneti delle Marche e dell'Abruzzo, decimati quelli del Bordeaux 
In Italia la peronospora ha colpito soprattutto i vigneti delle Marche e dell'Abruzzo, senza risparmiare però altre regioni della Penisola. Certo non è un bel viatico, per i vignaioli, in vista della vendemmia, e non consola affatto il dover condividere le stesse battaglie con i «vigneron» di Bordeaux, dove la peronospora, alla seconda ondata, ha colpito il 90% del vigneto, con un grappolo su due contaminato. Una situazione mai vista prima, almeno a memoria d’uomo con grave danno d'immagine anche per quanto riguarda il turismo enogastronomico della zona. E a poco sono bastati i dodici, talvolta 14 passaggi in vigna con i trattamenti, per provare ad arginare un dramma che non risparmia nessuno: alcuni viticoltori hanno già perso tutto, stretti nella morsa del caldo e dell'umidità.
 

Le foglie disseccate assieme agli acini dopo l'attacco della peronospora.

  Altri nemici delle vite: l'idio, la flavescenza dorata e i nuovi parassiti 
Il nemico numero uno della viticoltura di Italia e Francia, in questa difficilissima estate 2023, è stata senza dubbio la peronospora che da Bordeaux alle regioni dell'Adriatico, favorita dalle abbondanti piogge cadute tra maggio e giugno, ha ridotto le rese in maniera sensibile.
Non è, però, l’unico nemico della vite, anzi. Non mancano gli attacchi di oidio e flavescenza dorata.
Caldo, siccità e umidità, protagonisti negativi del 2022, sono tornati a minacciare il Mediterraneo in queste ultime settimane che precedono la raccolta. Il pericolo delle muffe non è il solo campanello d'allarme. Quest'anno nei vigneti sono, infatti, comparsi nuovi parassiti: la Antispila Oinophylla, originaria del Nord America, che ama cibarsi delle foglie dello Chardonnay e del Cabernet Sauvignon e la Tignola Rigata, che si è insediata negli acini, già a metà giugno, quindi ben prima dell’invaiatura, con una tempistica decisamente inconsueta.

In alto i calici. Prosit!
Giuseppe Casagrande - [email protected]

Vigneti di pregio e turismo enogastronomico binomio vincente nella zona di Bordeaux.

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