Il luogo del cuore di Veronelli – Di Giuseppe Casagrande
È stato inaugurato in un convento a Bergamo e raccoglie il prezioso patrimonio storico-culturale del padre del giornalismo enogastronomico italiano
L'ex Convento dei Neveri a Bariano (Bergamo) sede del cenacolo Veronelli.
Ne avevamo parlato il mese scorso in occasione del 56° Vinitaly. Un'indiscrezione che oggi ha trovato la conferma ufficiale. Il luogo del cuore dedicato al padre del giornalismo enogastronomico italiano, Luigi Veronelli, è realtà. E il nome non poteva che essere «Il Veronelli», il luogo fisico e simbolico che accoglie e raccoglie il prezioso patrimonio storico di saperi e di sapori accumulato dal mitico «Gino» nel corso di una vita dedicata al vino e al cibo, ma soprattutto al bello e al buono.
Un luogo di incontri, un cenacolo culturale riservato non solo agli accademici, ma ai moderni wine lover che intendono approfondire la conoscenza del pianeta vino.
«Il Veronelli» è stato inaugurato nell’ex Convento dei Neveri a Bariano (Bergamo) per ricordare e far conoscere il pensiero di una delle figure più autorevoli della cultura materiale legata al BelPaese a 20 anni esatti dalla scomparsa del grande giornalista-scrittore.
Lo studio di Veronelli, ricostruito come era in origine, con il famoso ritratto.
A Milano l'anno scorso era stata inaugurata la «Passeggiata Veronelli»
L'anno scorso a Milano era stata inaugurata la «Passeggiata Veronelli», un tratto di strada pedonale che unisce Piazza Gae Aulenti al nuovo quartiere Isola. Un omaggio dell'amministrazione comunale del capoluogo lombardo al grande giornalista, enogastronomo, filosofo, scrittore, poeta del vino e del cibo, nato nel 1926 e scomparso nel 2004.
Ambasciatore ante litteram del made in Italy (prima, molto prima di Slow Food, del Gambero Rosso e di Eataly), filosofo illuminato e rivoluzionario, anarchico coraggioso e irriverente, eretico enoico come lui stesso amava definirsi (non enologo, cioè tecnico di cantina, come taluni semplicisticamente lo definivano) ha lasciato tracce indelebili ed un'eredità sul piano filosofico-culturale che il Seminario Permanente Luigi Veronelli sta portando avanti con passione nel solco tracciato dal maestro.
La scrivania originale dove Veronelli assaggiava e ascoltava i vini.
Anche Cimone intende rendere omaggio al poeta del vino e del cibo
Anche il Trentino intende rendere omaggio a Veronelli, poeta del vino e del cibo, intitolandogli una via. L'iniziativa è di un piccolo comune ai piedi del Monte Bondone, Cimone, la «piccola Epernay del Trentino», località cara a Veronelli per l'amicizia che lo legava al prof. Francesco Spagnolli, preside emerito dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige, già suo testimone di nozze. A Cimone Veronelli era stato più volte ospite della famiglia Spagnolli nei vigneti che oggi lo ricordano con una targa.
Veronelli era solito trascorrere un breve periodo di vacanza in Trentino ed in una di queste occasioni, 30 e più anni fa, di ritorno dal lago di Cei, osservò alcuni terrazzamenti con i muretti a secco abbandonati, ridotti a degli «sgrebeni» e rivolto al prof. Francesco Spagnolli esclamò: «Francesco, rimboccati le maniche perché questi luoghi potrebbero diventare la Champagne d'Italia e Cimone la piccola Epernay del Trentino.»
Il suggerimento del vate del giornalismo enogastronomico italiano fece scoccare in Francesco e poi nel figlio Alvise la scintilla per portare avanti con entusiasmo il progetto. Ed oggi, dopo una serie di sperimentazioni volte ad appurare l’effettiva vocazione spumantistica di quegli «sgrebeni», quel sogno è diventato realtà.
La biblioteca con 6.500 volumi di cucina, vino, distillati e testi della civiltà contadina.
La cantina: 12 mila bottiglie con sala assaggi per «ascoltare» i vini
Ma torniamo al luogo del cuore di Bergamo. Un luogo straordinario distribuito su più sale: lo studio del mitico «Gino» ricostruito come era in origine con il celebre scatto di Toni Thorimbert; l’archivio con una selezione ragionata di materiali, nonchè la documentazione cartacea e mediatica per conoscere l’approccio e il metodo di lavoro di Veronelli; la preziosa biblioteca con 6.500 volumi di cucina, vino, distillati e civiltà contadina, impreziosita da una selezione di testi cari ai bibliofili.
Nell'ex convento, oltre alla biblioteca, è stata ricostruita la cantina secondo i criteri adottati da Veronelli e conformi a quelli della storica dimora a Bergamo Alta. Una sorta di «sancta sanctorum» che accoglie 12 mila bottiglie con la sala assaggi, l’ambiente in cui assaggiare e «ascoltare» i vini circondati dagli scritti veronelliani sulla corretta degustazione.
Ma anche una caffetteria con i disegni realizzati per Alessi e i pannelli con i menu dei ristoranti che parteciparono al campionato gastronomico lombardo che Veronelli ideò negli anni Sessanta assieme ad un'altra leggenda del giornalismo Gianni Brera.
La sala assaggi dell'ex Convento dei Neveri con caffetteria.
Un cenacolo culturale per mantenere viva la memoria del mitico «Gino»
Gian Arturo Rota, responsabile de «Il Veronelli», ha spiegato che «questo luogo nasce per continuare la sistemazione organica dei materiali di Luigi Veronelli (iniziata nel 2010), per far conoscere il suo pensiero e per mantenerne viva la memoria. Una memoria non solo celebrativa, ma uno stimolo per agire secondo due concetti ai quali teneva molto: fare nuovo e festeggiare la vita offrendo spunti di riflessione, avvicinare a una visione del mondo, mostrare che l’opera veronelliana è ancora di forte attualità.»
«Per questo - ha aggiunto - sarà un luogo dinamico, animato da eventi e aperto alle persone (studenti, studiosi, operatori, appassionati) interessate ad approfondire la conoscenza del celebre giornalista-scrittore e, attraverso lui, della cultura enogastronomica e materiale del BelPaese.»
La cantina con 12 mila bottiglie, il patrimonio materiale di Veronelli.
Angela Maculan, presidente del Seminario Permanente: fu innovatore e precursore
Con parole commosse ha ricordato l'opera del giornalista-scrittore la presidente del Seminario Permanente Luigi Veronelli, Angela Maculan:
«Luigi Veronelli parlava di filosofia, di terra, di saperi e di sapori. Parlava di tradizioni invitando gli amanti della sacra bevanda ad un consumo consapevole.
«Ma parlava anche di futuro. È stato, sopra ogni altra cosa, un innovatore e un precursore. Il suo enorme lavoro al fianco di produttori e ristoratori, la sua opera di divulgazione e sensibilizzazione delle persone, il suo carisma hanno contribuito a far diventare il vino e, più in generale, le produzioni agroalimentari e la cucina italiana di qualità, apprezzate in tutto il mondo, come oggi le conosciamo.»
Angela Maculan, presidente del Seminario Permanente Luigi Veronelli.
Il filosofo Aldo Colonetti: il vino e il cibo sono opera della creatività
Applauditissimo anche l'intervento del filosofo bergamasco Aldo Colonetti, storico e teorico dell'arte, del design e dell'architettura.
«Luigi Veronelli - ha detto - metteva al centro il rapporto tra natura e cultura, perché da lì si sviluppano la conoscenza, l’arte e la scienza. Il vino e il cibo, per Gino Veronelli, possedevano tutte quelle qualità per le quali ha senso parlare di “opera” della creatività e della progettualità umane. La persona al centro, anche con le sue imperfezioni, perché la ricerca della verità appartiene ad un processo infinito di approssimazione, di cui noi siamo sempre i protagonisti. Il vino migliore e autentico, affermava Veronelli, è il risultato di questo processo che non avrà mai termine» ha concluso Colonetti. Parole sante.
In alto i calici. Prosit!
Giuseppe Casagrande - [email protected]
Una foto storica di Luigi Veronelli con il prof. Francesco Spagnolli nei vigneti di Cimone.
Gian Arturo Rota con Alvise e Francesco Spagnolli a Cimone.
La targa che la famiglia Spagnolli ha dedicato a Luigi Veronelli.