La Doc Pinot Grigio delle Venezie – Di Giuseppe Casagrande

Presentate a Milano le strategie per valorizzare la denominazione Veneto, Friuli e Trentino, la 2ª più grande d'Italia che esporta nel mondo il 96% della produzione

Enrico Zanoni, direttore generale della Cavit.

«Dobbiamo valorizzare il Pinot Grigio delle Venezie, ovvero il territorio, che io ritengo essere la casa del Pinot Grigio, visto che, in questo distretto, c’è il 40% della produzione mondiale della tipologia.»
Lo ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa all'Hotel Hilton di Milano Albino Armani, presidente del Consorzio di Tutela della Doc delle Venezie.
«La competizione mondiale è forte - ha aggiunto - quello che dobbiamo fare è valorizzare la Doc Pinot Grigio delle Venezie come una denominazione a sé stante, come area di eccellenza indiscussa. La valorizzazione non può prescindere da questa distinzione, da raccontare anche attraverso i fondi per la promozione che, come Consorzio, possiamo utilizzare da solo due anni, per far capire al mondo chi siamo, e dove siamo, e il posizionamento non potrà che migliorare nel prossimo futuro. Dal punto di vista valoriale siamo cresciuti nell’ultimo anno del 10% del prezzo sia delle uve che dei vini sfusi, e quindi delle bottiglie, senza perdere mercato, visto che siamo cresciuti anche in volume.»
 

Il presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc delle Venezie, Albino Armani.
 
  In Veneto, Trentino e Friuli si produce l'85% del Pinot Grigio italiano 
Lo denominazione Doc delle Venezie è tra le più importanti d’Italia con oltre 25.000 ettari vitati tra Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia, territorio dove si produce l’85% del Pinot Grigio italiano e il 43% di quello mondiale, con 240 milioni di bottiglie all’anno che finiscono per il 96% all’export (Usa e Regno Unito in testa), per una filiera fatta da 6.141 viticoltori, 575 imprese di vinificazione e 371 aziende imbottigliatrici.
Il Consorzio si è riunito Milano per vedere qual è lo stato dell’arte e per guardare al futuro. All'incontro sono intervenuti Fabrizio del Bravo (Ismea), Matteo Zoppas, presidente Ice, Augusto Reggiani del Gabinetto del Ministro delle Imprese e del Made in Italy e, in rappresentanza dei tre grandi player del Pinot Grigio Doc delle Venezie, Massimo Romani, amministratore delegato del Gruppo Argea, Enrico Zanoni, direttore generale della Cavit e Franco Passador, amministratore delegato di «Vivo» (Cantine Viticoltori del Veneto Orientale).
 

 
  Il Pinot Grigio Doc delle Venezie: analisi di mercato e strategie per il futuro 
La conferenza stampa organizzata dal Consorzio di Tutela Vini Doc delle Venezie in collaborazione con l'Ismea (moderatore il vicedirettore del «Corriere della Sera», Luciano Ferraro) aveva come tema il «Pinot Grigio Doc delle Venezie: analisi di mercato e strategie per il futuro». Un primo appuntamento aperto ad operatori, aziende e stampa che ha visto la presentazione di un’indagine di mercato volta ad analizzare gli indicatori del segmento commerciale, il posizionamento e il livello di internazionalizzazione del Pinot Grigio DOC Delle Venezie, oggi il più grande modello di integrazione interregionale che include in un’unica denominazione d'origine le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia e la Provincia Autonoma di Trento.
 
Un importante lavoro di ricerca e raccolta dati che è in linea con il percorso strategico di valorizzazione della denominazione di origine Delle Venezie che negli ultimi anni ha visto rafforzato il suo posizionamento a livello internazionale. Un’occasione per condividere i dati strutturali di produzione e di imbottigliamento – forniti da Triveneta Certificazioni, organismo di controllo della DOC Delle Venezie – così come del commercio estero e dei canali di distribuzione del primo vino bianco italiano per volumi d’esportazione, oltre il 95% del totale, utile per ascoltare l’importante testimonianza di tre grandi imprese associate rispetto a risultati e obiettivi a livello produttivo, qualitativo e di posizionamento nonché rispetto alle opportunità e alle criticità del commercio estero.
 

 
  Albino Armani: «Nel 2023 sono cresciuti gli imbottigliamenti: 5 milioni» 
La Doc Pinot Grigio delle Venezie sta tuttora registrando un andamento in controtendenza sulle altre denominazioni. Nonostante il calo generale del consumo di vino, la Doc osserva un trend in lieve, ma costante crescita in termini sia di volumi sia di valore, ha sottolineato Albino Armani, segnalando come, nel 2023, gli imbottigliamenti siano cresciuti di 5 milioni di bottiglie immesse in più sul mercato sul 2022, per 1,6 milioni di ettolitri nell’anno solare.
Dati confermati da Fabio del Bravo (Direzione Filiere e Analisi dei Mercati di Ismea) che ha preso in esame i volumi della produzione e il peso delle Indicazioni Geografiche dal 2014 ad oggi. Questi dati, oltre a ribadire il calo di produzione del 23,2% dell’ultima campagna, evidenziano una positiva incidenza del potenziale vini Ig sul totale che è passata dal 65% al 78% in 10 anni.
 
I dati presentati hanno mostrato, inoltre, una sostanziale crescita dei vini bianchi che nell’ultimo decennio sono passati dal 47% al 62%, con un picco importante a partire dal 2021, a testimoniare il recente cambiamento dei trend di consumo. Interessanti i dati sulle esportazioni italiane di vino che, in un contesto di scambi internazionali in flessione, hanno sostanzialmente tenuto, anche rispetto ai tradizionali competitor come Francia e Spagna. Ma ancora più interessante notare come l’incidenza delle Dop sia passata dal 35% al 59% in volume e dal 52% al 67% in valore, numeri che dimostrano la sempre maggiore attenzione del consumatore nelle scelte d’acquisto.
 

Albino Armani, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc delle Venezie.
 
  La vocazione per l'export della Doc Pinot Grigio delle Venezie: 96% 
Per quanto riguarda la Doc delle Venezie, la denominazione triveneta occupa il secondo posto del podio, con una quota 10% del volume totale delle prime 20 denominazioni di origine italiane - che da sole sommano il 70% del volume nazionale - seconda solo alla Doc Prosecco. L’indagine svolta da Ismea, aggiornata a marzo 2024 su un campione rappresentativo dell’intero territorio di produzione, conferma una forte adesione delle imprese al regime biologico e a schemi volontari di sostenibilità (Sqnpi, Equalitas e ViVa), oltre a registrare un numero elevato di aziende che intendono aderire nel prossimo futuro.
 
Confermata, inoltre, la vocazione per l’export della Doc delle Venezie: il 96% del campione dichiara di vendere il Pinot Grigio delle Venezie all’estero e, tra le aziende coinvolte, il 24% del campione esporta più del 90% dell’imbottigliato di Pinot Grigio Delle Venezie (la quota sale al 51% se si considerano le aziende che esportano il Pinot grigio Delle Venezie per oltre il 70% della produzione). La principale destinazione del Pinot Grigio delle Venezie è il Nord America (58%), seguito dall’Europa (52%), con quote decisamente inferiori per Asia, Africa e Sud America. Nello specifico il 52% delle aziende del campione dichiara di esportare negli Stati Uniti, il 39% nel Regno Unito e in Germania, il 24% nell’Est Europa, il 21% in Canada, il 9% sia in Cina che in Giappone.
 

Alcuni grappoli di Pinot Grigio ramato pronti per la vendemmia.
 
  Gli Stati Uniti sono il mercato principale con le migliori «performance» 
A chiusura dell’indagine sui mercati esteri, gli Stati Uniti restano il mercato che continua a promettere le migliori «performance» nel 2024, mentre tra gli intervistati si registra una notevole eterogeneità nella percezione dei Paesi potenziali e interessanti per futuro, con una ricorrenza, però, relative all’area dell’Est Europa o a singoli Paesi appartenenti a tale regione geografica, come la Polonia. Sui canali distributivi, i principali canali sono l’Horeca e i grossisti, in entrambi i casi con il 48% delle selezioni, segue la Grande Distribuzione Organizzata con il 42% - canale in cui le aziende del campione hanno visto incrementare maggiormente le proprie vendite rispetto all’anno passato - i negozi specializzati ed il canale online, rispettivamente con il 27% e 15%.
 
Partendo dai dati, se Zoppas, alla guida dell’Agenzia Ice, ha ricordato il lavoro fatto insieme alle imprese vitivinicole italiane per l’internazionalizzazione, ed augusto Augusto Reggiani, ha ricordato il valore del vino per il Made in Italy, anche in vista della «Giornata del Made in Italy», di scena il 15 aprile, a dare la loro visione sul futuro del Pinot Grigio delle Venezie che, come ha detto Albino Armani, deve concentrarsi sulla distintività rispetto alle altre zone del mondo in cui si produce, sono stati tre grandi produttori. In particolare, nei mercati dove la presenza del Pinot Grigio delle Venezie è più consolidata, come il Nord America, Gran Bretagna ed Europa Continentale.
 
«Il nostro obiettivo principale deve essere il settore premium del prodotto, associandolo ai grandi marchi trainanti che aiutino a renderlo un vero e proprio simbolo di eccellenza sul mercato» ha commentato Massimo Romani, amministratore Argea, che ha aggiunto: «Il nostro Pinot Grigio del Nordest già possiede nella propria natura molti elementi che ne determinano il successo. Tuttavia, considerando i buoni risultati registrati da altri Pinot Grigio territoriali, ad esempio quello siciliano ed abruzzese, sarà essenziale concentrarsi sull’incremento del valore e sui caratteri distintivi della Doc delle Venezie.»
 

 
  Enrico Zanoni e il ruolo di pionieristico della Cavit negli anni Settanta 
Inevitabile un approfondimento sugli Stati Uniti, primo paese di riferimento per l’export della Doc delle Venezie. Enrico Zanoni, direttore generale Cavit, ha spiegato come il successo del Pinot Grigio sul mercato americano sia stato influenzato da diversi fattori.
 
«Sicuramente, il nostro ruolo di pionieri nell’introdurre questa varietà negli Stati Uniti alla fine degli Anni Settanta ha avuto un impatto significativo, di certo favorito, all’inizio degli Anni Ottanta e per tutti gli Anni Novanta del Novecento, dalla ricerca da parte del consumatore di un’alternativa al più diffuso Chardonnay californiano. Il Pinot Grigio italiano continua a mostrare grande resilienza in un mercato che oggi, invece, manifesta disaffezione al vino soprattutto da parte della fascia più giovane di consumatori, perché in grado di soddisfare la crescente domanda di vini più leggeri e versatili. Inoltre - ha proseguito Zanoni - non possiamo sottovalutare l’importanza del valore di marca nella promozione del prodotto, tenendo conto che il valore della denominazione deve crescere parallelamente a quello dei grandi brand.»
 
Sul prossimo futuro, Zanoni ritiene che, all’interno di un mercato in evoluzione come quello americano, il Pinot Grigio italiano - inclusa, quindi, la Doc delle Venezie - continuerà ad essere il competitor numero uno del Pinot Grigio statunitense.
 

 
  Il tema strategico della sostenibilità ambientale e della certificazione 
Ha chiuso la tavola rotonda Franco Passador, amministratore delegato di «Vivo» (Cantine Viticoltori Veneto Orientale) sul tema, molto sentito, della sostenibilità ambientale: «Si tratta  - ha detto - di un tema strategico e importante, che caratterizza la filiera Doc delle Venezie raggiungendo, come testimoniato dall’indagine Ismea, una percentuale eccezionale in termini di adesione agli standard di sostenibilità, pari ad oltre il 70%, con la nostra realtà che si distingue ulteriormente superando l’80%. In questo senso, non possiamo non elogiare la sensibilità e la pronta risposta degli agricoltori nell’adesione alla coltivazione con il metodo biologico e/o agli schemi di certificazione volontaria Sqnpi, ViVa ed Equalitas.»
 
Passador ha concluso mettendo in evidenza un ulteriore ed importante elemento distintivo del Pinot Grigio Doc delle Venezie, ovvero una filiera interamente certificata che utilizza su tutto il vino confezionato in commercio il contrassegno di Stato a garanzia della tracciabilità.
«Si tratta di un elemento spesso trascurato nella comunicazione al consumatore che invece dovrebbe essere posto in primo piano, a differenza di altre produzioni di Pinot Grigio a livello nazionale che sono sul mercato prive del contrassegno di Stato. La fascetta contrassegno di Stato è uno dei nostri punti di forza, un messaggio che il consumatore deve comprendere e privilegiare nella scelta d’acquisto.»
 
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Giuseppe Casagrande - [email protected]