I mille vitigni rari d'Italia – Di Giuseppe Casagrande
Sono vere e proprie «reliquie» che l'Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) ha catalogato e raccontato con delle splendide schede illustrative
Alcuni splendidi grappoli dell'antico vitigno Sciascinoso, tipico della Campnia.
Foja Tonda, Oseleta, Centesimino, Bursòn, Petit Rouge, Nascetta, Durella, Recantina del Montello sono vitigni rari sì, ma non proprio sconosciuti. Altri, invece, Sciascinoso, Gamba Rossa, Uva dei Fantini, Garofanata solo per citarne alcuni, sono quasi sconosciuti.
Stiamo parlando del patrimonio indiscutibilmente più prezioso che la viticoltura del BelPaese ci ha lasciato in eredità. Vitigni antichi che, unitamente al territorio (geologia, pedologia e climatologia), fanno della nostra Penisola il Paese più ricco al mondo per varietà genetica ed espressione enologica.
Albino Armani e la moglie Egle ammirano i grappoli di Foja Tonda in Valdadige.
L'Onav, Organizzazione Assaggiatori di Vino, quest'anno compie settant'anni
Il merito di aver riscoperto e catalogato queti vitigni è dell'Onav, l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino (che quest'anno compie i 70 anni di storia, complimenti) nel primo volume della nuova serie «Vitigni rari d’Italia» (Onav Edizioni, prezzo di copertina 30 euro) curato dalla giornalista Flavia Rendina, con il coordinamento di Alessandro Brizi.
Il volume cataloga 100 vitigni rari d’Italia sotto l’aspetto ampelografico, storico, enologico e sociale per tramandare e valorizzare la memoria di quelli minori e maggiormente caratterizzanti e specializzanti viticoltura ed enologia italiane.
La simpatica etichetta di Villa Cordevigo (Cavaion) dedicata al vitigno Oseleta.
Caratteristiche ampelografiche e distribuzione geografica sul territorio
Questi vitigni, vere e proprie «reliquie» enoiche, sono raccontati attraverso delle schede dedicate che descrivono le caratteristiche ampelografiche più salienti, la distribuzione geografica e quantitativa e, per finire, i migliori abbinamenti gastronomici, un elemento particolarmente innovativo di questo contributo editoriale.
Sono vitigni che incarnano i concetti di sostenibilità, artigianalità, tipicità, biodiversità e tradizione, così come hanno spiegato nella prefazione importanti nomi della ricerca quali Ernesto Di Renzo (Università Tor Vergata), Vincenzo Gerbi (Università degli Studi di Torino), Mario Fregoni (presidente onorario Oiv) e Francesco Iacono (direttore Onav).
Il Bursòn, antico vitigno romagnolo di Bagnacavallo (Ravenna).
Il lungo lavoro di catalogazione delle varietà a rischio di estinzione
Il primo volume è solo parte di un progetto più ampio frutto di un lungo lavoro di catalogazione delle varietà a rischio di estinzione.
Il libro sintetizza i valori che Onav promuove da oltre 70 anni: scienza, storia, narrazione ed enogastronomia, il tutto guidato dal metodo scientifico e tecnico dell’Organizzazione.
«Il mondo del consumo intelligente ha portato il consumatore a cercare vini particolari - conclude il presidente Vito Intini - magari meno perfetti, ma dotati di una forte identità. Ognuno di questi vitigni è custode di saperi, tradizioni e resilienza.»
Un trend di consumo promettente per il futuro dei vitigni rari.
In alto i calici. Prosit!
Giuseppe Casagrande - [email protected]
Vito Intini, presidente dell'Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino).