Gli amici dell'Olivo Estremo – Di Giuseppe Casagrande

Venerdì 1 marzo l'associazione di piccoli olivicoltori della Valle dei Laghi fondata da Arrigo Pisoni si ritroverà in assemblea (e poi a tavola) alla «Pergola» di Dro

La coltivazione dell'olivo nell'Alto Garda trentino e nella Valle dei Laghi

«I popoli del Mediterraneo cominciarono ad uscire dalla barbarie quando impararono a coltivare l'olivo e la vite» scriveva Tucidide nel V secolo avanti Cristo.
La storia dell’olivo è vecchia quanto la civiltà mediterranea.
Seimila anni fa le popolazioni che occupavano le regioni litoranee del Mediterraneo Orientale (l’attuale costa siriano-palestinese, per intenderci) scoprirono che dalle drupe di questa pianta era possibile ricavarne un liquido denso e oleoso, di sapore aromatico e gradevole, da utilizzare in cucina, ma utile e prezioso anche per la cura della persona come prodotto cosmetico.

 

Casaliva, la cultivar tipica dell'Alto Garda e della Valle dei Laghi.
 
 Quel ramoscello d'olivo simbolo di pace, di vita e di fecondità 
A Babilonia, nel 2500 avanti Cristo, il codice di Hammurabi regolava la produzione e il commercio dell’olio di oliva, mentre gli Egizi ornavano le tombe dei faraoni con rami d’olivo, simbolo di vita e di fecondità. Tornando alle popolazioni della Palestina, in quest'area del Mediterraneo la coltivazione dell'olivo era molto diffusa, in particolar modo tra i Filistei.
Nella cultura ebraica, l’olio d’oliva veniva usato per consacrare l’Arca dell’Alleanza, gli arredi di culto e per santificare i sacerdoti.
Nella Bibbia è evidente il riferimento alla colomba liberata da Noè, che tornò con un ramoscello d’olivo nel becco, simbolo della fine del diluvio e l'inizio di una nuova vita.
 

 
  Onnipresente nelle ricette della cucina araba già in epoche remote 
Nella cultura araba pre e post-islamica, l’olio era onnipresente nelle ricette di cucina dei cuochi più rinomati e ricercati, come l’andaluso Ibn Khalsun (fine XIII secolo), che consigliava di consumare il misterioso «murri o naqi» (una sorta di condimento derivante dalla macerazione e fermentazione dell’orzo) insieme con l’olio di oliva.
La sempre maggiore richiesta di olio e di vino in Mesopotamia, Egitto ed Anatolia, favorì lo sviluppo e la prosperità delle zone costiere mediterranee e grazie ai Fenici la pianta dell’olivo approdò nella maggior parte dei paesi del Mediterraneo.
 

 
  Dalla mitologia greca all'antica Roma, alla diffusione nel Mediterraneo 
La mitologia greca attribuisce ad Atena, dea della guerra, figlia di Giove, la creazione dell’ulivo. Il succo delle olive avrebbe dato agli uomini luce e nutrimento.
La coltivazione e la cultura legate all'olio d'oliva si diffuse ben presto anche nell'antica Roma e province dell'impero al punto che l'Italia superò ben presto tutti gli altri paesi del Mediterraneo. A tal proposito Columella nel suo «De re rustica» scrisse: «Olea prima omniun arborum est», fra tutti gli alberi, il primo posto spetta all’ulivo.
 

Arrigo Pisoni, il patriarca dell'Associazione Amici dell'Olivo Estremo.
 
  La coltivazione dell'olivo ha una grande importanza anche in Trentino 
La coltivazione dell’olivo ha una grandissima importanza anche in Trentino in quanto rappresenta la penetrazione più settentrionale di tale pianta in ambito europeo (oltre il 46° Parallelo latitudine Nord). Essa costituisce un unicum nei paesaggi agrari dell’arco alpino. Tutta la fascia insubrica delle Prealpi, soprattutto la zona dei grandi laghi (Lario, Sebino, Bnàco), è particolarmente vocata a questo tipo di coltivazione. Ma, nel territorio trentino, essa si spinge ben oltre la riviera gardesana risalendo la Valle del Sarca (Arco e Dro) e la Valle dei Laghi fino a Toblino, Santa Massenza, Vezzano.
 

Il Ristorante Pizzeria Alla Pergola di Ceniga di Dro.
 
  Le terrazze e i muretti a secco lungo i pendii che da Riva salgono a Tenno 
Un tempo la coltivazione arrivava anche nella Valle dell’Adige: a Trento e a Mezzolombardo. La scomparsa degli oliveti a Nord di Trento è dovuta ad una scelta agronomica per favorire la viticoltura (Cesare Battisti, 1900). Oggi le varietà dominanti, su di un’estensione di circa 400 ettari, sono le varietà «Casaliva» e «Frantoio», oltre ad altre varietà locali.
Nell'Alto Garda, a Riva e Arco, gli oliveti sono disposti lungo le terrazze e i pendii che con i loro caratteristici muretti a secco abbracciano i paesini di Tenno, Cologna, Gavazzo, Càlvola, Pranzo. Paesini che ricordano gli splendidi paesaggi di molte località mediterranee.
 

Lo staff del Ristorante Pizzeria Alla Pergola di Ceniga di Dro.
 
  Il 46° Parallelo e l'Associazione «Amici dell'Olivo Estremo» 
In Trentino da alcuni anni, su impulso del patriarca della Valle dei Laghi, Arrigo Pisoni, storico «past president», opera una benemerita associazione: gli Amici dell’Olivo Estremo oltre il 46° Parallelo. Anche quest'anno, venerdì prossimo 1 marzo per la precisione, l'Associazione si ritroverà al Ristorante Pizzeria «Alla Pergola» di Ceniga di Dro per il tradizionale incontro conviviale promosso dal presidente Bruno Cozzini.
Interverrà per la tradizionale «lectio magistralis» la prof. Maria Cristina Crosina, ricercatrice e storica trentina insignita dalla città di Arco del Gonfalone d'Argento per aver portato alla luce le vicende degli ebrei arcensi deportati.
 

Il simpatico intermezzo musicale dell'incontro conviviale dell'anno scorso.
 
 Diffondere la cultura dell'olivo tra le giovani generazioni 
Parlavamo del 46° Parallelo. L'intento dell'Associazione Amici dell'Olivo Estremo è proprio quello di far conoscere, difendere e diffondere tra le giovani generazioni la cultura dell'olivo, pianta sacra e meravigliosa che valorizza una delle più belle vallate del Trentino: la Valle dei Laghi con i suoi castelli, i laghi, i vigneti, i frutteti.
Un formidabile biglietto da visita che coinvolge le numerose aziende agricole che operano sul territorio, le strutture alberghiere, i ristoranti, gli agriturismi, la popolazione stessa che è ben felice di accogliere i turisti e di far conoscere loro, oltre alle bellezze paesaggistiche, anche le eccellenze della Valle: i prodotti tipici, la cucina, le opere d'arte degli artigiani e degli artisti locali.
 

 
  Protagonista a tavola l'Oro Giallo degli olivicoltori della Valle dei Laghi 
L'incontro conviviale di venerdì 1 marzo sarà allietato dalle proposte gastronomiche dello staff di cucina del Ristorante Pizzeria «Alla Pergola» di Ceniga di Dro. Protagonista della serata sarà, naturalmente, Sua Maestà l'Oro Giallo degli olivicoltori della Valle dei Laghi che esalterà i piatti stagionali del territorio (dagli antipasti ai dolci) accompagnati dai vini dell'azienda agricola Pisoni.
Come antipasti saranno serviti un Tortino soffiato al Broccolo di Torbole con olio estremo della Valle dei Laghi e vellutata di Taleggio. E a seguire delle Quenelles di baccalà mantecato su letto di misticanza con crumble al Trentingrana e olio estremo.
Come primo piatto non poteva mancare un Risotto mantecato all’olio estremo della Valle dei Laghi con rosmarino e profumo di limone. E come secondo un trancio di salmone in crosta di molche su vellutata di pesce all’olio estremo con patate duchessa e profumo di tartufo nero.
Dulcis in fundo, come dessert un semifreddo al pistacchio e olio estremo con croccante di mandorle. Nel corso della serata non mancheranno dei simpatici intermezzi musicali.

Giuseppe Casagrande - [email protected]