Il Brunello di Argiano superstar – Di Giuseppe Casagrande

La prestigiosa rivista americana Wine Spectator ha proclamato «Wine of The Year» il Brunello di Montalcino 2018 di Argiano. L'emozione di Bernardino Sani

Ecco il miglior vino al mondo, il Brunello di Montalcino 2018 di Argiano.

È un Brunelllo di Montalcino il miglior vino al mondo, il «Wine of The Year».
Lo ha decretato la famosa rivista americana Wine Spectator.
Sale sul gradino più alto del podio con una delle sue griffe più prestigiose: il Brunello di Montalcino 2018 della tenuta di Argiano, la storica cantina presente a Montalcino dal 1580, di proprietà dell’imprenditore brasiliano André Santos Esteves, oggi guidata dall'enologo manager e amministratore delegato Bernardino Sani, senese della contrada della Selva.
L'Argiano 2018 diventa così il secondo Brunello che si aggiudica il premio più ambito e prestigioso a livello internazionale.

 

Bernardino Sani, l'enologo e manager della tenuta di Argiano.
 
 Per la quinta volta la Toscana sul tetto del mondo 
Un exploit che bissa lo storico successo del Brunello di Montalcino 2001 della Tenuta Nuova di Casanova di Neri e che vede l’Italia enoica, in particolare la Toscana, sul tetto del mondo per la quinta volta, dopo il Solaia 1997 di Antinori nel 2000, il Sassicaia 2015 della Tenuta San Guido nel 2018 e l’Ornellaia 1998 della Tenuta dell’Ornellaia nel 2001 (oggi di Frescobaldi, all’epoca di proprietà di Lodovico Antinori).
Con il Brunello di Montalcino 2018 di Argiano che conquista l'Olimpo enoico mondiale, «un vino di qualità stellare» secondo Wine Spectator, salgono così a tre, come già nel 2022, i vini italiani inseriti nella «Top 10». Al quinto posto troviamo il Taurasi Radici Riserva 2016 di Mastroberardino e al settimo posto il Chianti Classico Marchese Antinori Riserva 2020 di Antinori.
 

Una visione panoramica della tenuta di Argiano a Montalcino, cinque secoli di storia.
 
 Bernardino Sani: «Premiati dieci anni di duro lavoro» 
«Sono emozionato, felice e orgoglioso per questo riconoscimento» ha dichiarato a WineNews Bernardino Sani. «Un riconoscimento che arriva dopo dieci anni di duro lavoro iniziato nel 2013, con l’arrivo della famiglia Esteves, partendo dalla ristrutturazione dei vigneti, con la mappatura e la zonazione dei vigneti di Brunello, e proseguito con un rigoroso lavoro in cantina per produrre vini territoriali e far emergere la forza di questo meraviglioso territorio.»
«Sono senese, ho sempre lavorato a Montalcino e credo fermamente che il Brunello di Montalcino sia tra i migliori vini al mondo, qualcosa di eccezionale. Sono molto contento, poi, che il riconoscimento sia stato assegnato all’annata 2018 sottovalutata da qualcuno. A mio parere, invece, è una grande annata poiché esalta l’eleganza di un territorio che è anche storia, arte, cultura e bellezza.»
 

La spettacolare cantina verticale di Argiano a Montalcino.
 
  Anche il Carducci nell'Ottocento esaltò il «buon vin d'Argiano» 
Il vino della Tenuta di Argiano vanta una delle citazioni in assoluto più illustri: quella del poeta Giosuè Carducci, primo italiano a ricevere nel 1906 il Nobel per la Letteratura.
A fine Ottocento, ospite nella villa rinascimentale della contessa Ersilia Caetani Lovatelli, all’epoca «signora» di una delle più antiche tenute e cantine del territorio, poi appartenuta ad un’altra contessa, Noemi Marone Cinzano, il Carducci scriveva: «Mi tersi con il vin d’Argiano, il quale è tanto buono».
 

 
  La rinascita grazie ad un imprenditore brasiliano amante dell'Italia 
Oggi la tenuta di Argiano continua ad essere un «unicum» grazie alla nuova proprietà dell’imprenditore brasiliano André Santos Esteves, ai primi posti nella classifica dei milionari di Forbes, collezionista di vini e arte, amante dell’Italia, che con un investimento di oltre 10 milioni di dollari ne ha fatto una cantina-museo, tra opere medievali e rinascimentali dei più importanti artisti senesi e fiorentini e i più grandi vini italiani e francesi, a partire dalle Riserve storiche di Brunello.

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Giuseppe Casagrande - [email protected]