In Portogallo per il rito della «decortica» – Di Giuseppe Casagrande
L'operazione di togliere la corteccia dalle secolari querce da sughero per ricavarne tappi per il vino, è anche festa di popolo con la «sopa all'alentejana»
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Giuseppe Casagrande è il quarto da sinistra.
Lunedì abbiamo spiegato in cosa consiste il rito della «decortica», l’operazione con la quale si toglie la corteccia alle querce secolari per creare i sugheri, senza danneggiare le piante (vedi).
Il nostro Giuseppe Casagrande ha potuto partecipare alla festa che ogni anno viene organizzata per festeggiare l’evento. Ecco la sua corrispondenza.
Silenzio, in questi giorni nelle foreste portoghesi dell'Alentejo è iniziato il rito annuale della «decortica».
Quando, tra giugno e luglio, staccandosi dall'albero, la corteccia di sughero emette un suono secco e ben riconoscibile significa che è il momento giusto per dare il via all'operazione.
Un evento che diventa festa di popolo non solo nella regione dell'Alentejo, ma in tutto il Portogallo.
Un rito ancestrale che si festeggia a tavola con la mitica «sopa alentejana»: una zuppa a base di pane raffermo, aglio, olio extravergine d'oliva, spezie, uova in camicia o all'occhio di bue e una spolverata di pecorino.
Dieci anni fa ho partecipato anch'io alla festa dopo aver visitato con i proprietari del Gruppo Amorim, leader mondiali nella produzione di tappi da sughero, le immense foreste dell'Alentejo, osservando il lavoro certosino dei maestri d'ascia intenti a «scoticare» le querce e sorvolando in mongolfiera per una trentina di chilometri il territorio.
Uno spettacolo. Adrenalina allo stato puro.
La decortica è anche un importante contributo che Amorim offre contro la desertificazione sociale, problema che nell’area mediterranea va ad aggiungersi a quello della desertificazione ambientale, dato che la quercia da sughero è l’unica pianta in grado di sopravvivere in un suolo povero e con poca acqua.
Le sugherete si sviluppano in un’area di 2,2 milioni di ettari e sono in grado di assorbire più di 14 milioni di tonnellate di C02 ogni anno.
Mantenerle in vita senza farle soffrire è un enorme contributo alla vita del pianeta.