Giovani in azione: Luca Cominotti – Di Astrid Panizza
Dai voli sulle foreste africane agli aerei di linea: con testa e piedi fra le nuvole
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Non è sempre facile trovare la propria strada. A volte ci vogliono anni, altre volte, invece, la strada si mostra da sé, quasi per caso, o per destino, come si voglia chiamare.
È stato così per Luca Cominotti che ha 32 anni ed è nato a Tione di Trento.
«A dire il vero le elementari le ho frequentate a Milano, dove stavo per il lavoro di mia madre. Poi medie e superiori le ho fatte a Trento, e a Milano ci sono tornato per l'Università.»
Ma con l'Università non è andata come speravi, e quindi sei tornato in Trentino, giusto?
«Esatto, mi sono iscritto a veterinaria perché sono sempre andato a cavallo e avevo la passione degli animali. Purtroppo, però, ben presto mi sono reso conto che quella non era la strada per me e quindi sono tornato in Trentino. Ma non volevo fermarmi, sapevo che prima o poi avrei trovato la mia strada.»
Una strada molto singolare, direi. Come hai capito che volevi volare?
«A essere sincero, è stato per puro caso. Tramite conoscenti ho saputo che c'era un’ottima scuola di volo negli Stati Uniti. Non che in Italia non ci siano scuole, sia chiaro, ma l’idea degli States, dell’avventura mi affascinava di più.
«Mi sono quindi informato e a giugno del 2010 sono partito per Naples, in Florida, dove ho cominciato a studiare - questa volta per davvero [ride sornione] - per conseguire il brevetto di volo.
«Le materie variavano da matematica a fisica a aerodinamica e meteorologia: argomenti necessari alla conoscenza del volo.
«Poi, ovviamente, c’era la parte pratica di addestramento, una specie di scuola guida a bordo di piccoli aerei. Ho passato quindi tre anni tra esami scritti, orali e pratici superando i vari step necessari per ottenere la licenza di pilota finendo, nel 2013, per convertire la licenza americana anche nel formato europeo.»
Dopo aver finito gli studi hai cominciato subito a fare il pilota?
«Inizialmente ho fatto l'istruttore, in quanto avevo fatto alcuni esami che mi permettevano di praticare questo lavoro. Sono rimasto in Florida fino a ottobre 2014 e verso la fine del 2015 ho fatto un colloquio con Ryanair a Dublino.
«Purtroppo però quel colloquio non l'ho superato perché non mi ero preparato abbastanza e quindi mi sono trovato a scegliere tra fermarmi in Italia o ripartire.
«Mentre stavo navigando in internet, proprio in quel periodo mi è capitato di vedere su Youtube un documentario che parlava dei Bush Pilot, i piloti che in Africa svolgono operazioni su terreni accidentati nelle foreste o nella savana dove non esistono piste vere e proprie. Subito mi è balenata l’idea di seguire quella strada.
«Sono quindi partito con lo zaino e con la tenda in spalla e dapprima ho campeggiato a Maun, in Botswana, per un mesetto e poi ho trovato lavoro per una compagnia del posto con cui ho lavorato dal 2015 fino a fine 2017.
«Il lavoro in sé consisteva nel fare voli con piccoli aerei sulle foreste per portare merci o turisti dagli aeroporti fino ai lodge in mezzo alla natura.|
«Quella, però, non era ancora la carriera che desideravo per me. Sapevo che sarebbe stata un'esperienza di sicuro formativa, ma doveva comunque essere temporanea. Per questo, dopo aver mandato numerosi curricula ad altrettante numerose compagnie aeree, quando sono stato chiamato per un colloquio dalla compagnia Wizz Air a Budapest e successivamente assunto, ho lasciato il lavoro in Africa.»
Hai dovuto fare un addestramento particolare prima di pilotare un aereo di linea?
«Certo, ho fatto un corso specifico per l'Airbus 320, che sarebbe stato il mio aereo, il cui pilota necessita di una licenza apposita. Ad aprile 2018 ho finito i corsi teorici e dopo parecchie pratiche burocratiche, a ottobre ho iniziato l'addestramento in aereo a Timisoara, in Romania. A dicembre ho completato tutto il necessario che mi serviva e sono entrato di base a Tblisi, in Georgia.»
Come è stato entrare di ruolo come pilota?
«Un sogno realizzato, la naturale continuazione del mio percorso. Inizialmente avevo fatto richiesta di trasferimento a Timisoara, perché già conoscevo il gruppo che c'era lì e mi ero trovato bene durante l'addestramento, poi però, a gennaio 2018, ho conosciuto Mariami, la mia attuale compagna che fa l'assistente di volo e quindi sono rimasto in Georgia. L'idea futura, comunque, è quella di spostarci assieme ad Abu Dhabi visto che lì è nata da poco un’altra sede della Wizz Air.»
Poi però, come mi dicevi, è arrivata anche da voi la pandemia. Quindi, cosa è successo per voi piloti e in particolare come ha inciso sul tuo lavoro?
«È stato un disastro! Al momento sono senza lavoro: il 14 aprile mi hanno licenziato a causa di un taglio del personale del 20%. Alla mia compagna è scaduto il contratto e per ovvi motivi non le è stato ancora rinnovato.
«Al momento stiamo aspettando che si muova qualcosa. È da dire che Wizz Air ci ha lasciato a terra per il semplice motivo che a causa della situazione emergenziale tutti i voli sono stati sospesi. Gli aerei ci sono, ma logicamente sono fermi. Perciò siamo ancora in una specie di limbo in cui ci hanno assicurato, comunque, che non appena la situazione migliorerà ci assumeranno di nuovo. La possibilità di tornare in volo c'è sicuramente, bisogna solo avere pazienza, speriamo che sia al più presto.
«Il progetto poi di trasferirci ad Abu Dhabi rimane sempre nel cassetto, dobbiamo solo aspettare che tutto ritorni come prima. Quindi per ora non ci resta altro che incrociare le dita e attendere tempi migliori.»
Astrid Panizza – [email protected]
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