Giovani in azione: Sara Fait – Di Astrid Panizza
Il suo lavoro: custode delle montagne. Ogni giorno immersa nella natura, in mezzo ai boschi, a contatto con animali e piante
>
Lo scorso anno avevamo intervistato Alessandra Fait, campionessa di tiro a segno con la pistola sportiva dieci metri (vedi articolo a questo link); oggi, invece, la nostra protagonista sarà la sorella Sara, anche lei campionessa di tiro a segno, in questo caso, però, di carabina. Tuttavia, il focus di questa intervista non sarà lo sport ad alto livello di Sara, bensì il suo lavoro, insolito e affascinante.
Sara, 24 anni, svolge un lavoro immersa nella natura, a contatto con animali e piante in mezzo ai boschi, assaporando il silenzio delle nostre montagne e cercando di preservare la loro integrità.
«Sono custode forestale, legata cioè al territorio che devo custodire, che nel mio caso è quello della Vallarsa, una valle verde e ancora incontaminata che da Rovereto raggiunge i confini della provincia incontrandosi con quella di Vicenza proprio in vista di un incredibile spettacolo naturale chiamato «Piccole Dolomiti».
«La gestione del territorio è associata con quello di Trambileno, dove opera il mio collega, che in questo periodo mi affianca assieme ad un forestale della stazione, perché ho cominciato questo lavoro da poco e quindi ho ancora bisogno di imparare.»
Il paese di Parrocchia con le Piccole Dolomiti sullo sfondo.
Interessante. Ma cosa fai in concreto?
«Dipende dalle stagioni. D’estate, per esempio, ci occupiamo di contrassegnare nel bosco le piante destinate al taglio per coloro che chiedono l’uso civico, la possibilità cioè di poter usufruire degli alberi presenti nel proprio comune. In queste settimane abbiamo appena finito questo procedimento in Vallarsa e iniziamo a farlo su Trambileno.
«Contestualmente è iniziata la stagione venatoria e dobbiamo fare servizio caccia, ovvero lavoriamo in sinergia con la stazione forestale di Rovereto e Vallarsa e controlliamo che le regole vengano rispettate, perché si parla di una questione delicata.
«Il numero dei capi da abbattere è già assegnato e noi operiamo in prevenzione del bracconaggio. Poi, se vogliamo allargare lo sguardo, devo dire che sempre di più abbiamo bisogno di tutelare la natura e di rispettare la nostra unica Terra, sempre più in pericolo.
«Questo, nel mio lavoro lo sento come una responsabilità aggiuntiva, una sensibilità che come custode forestale deve essere diffusa e condivisa fra la tutta la popolazione, soprattutto fra i giovani.»
Come dicevi, sei alle prime armi. Di preciso da quanto lavori come custode forestale? Ogni giorno ci sarà qualcosa di nuovo da imparare.
«Dal primo agosto sono stata assunta come “custode forestale” in Vallarsa. Prima però ho lavorato per la stessa mansione qualche mese a Pergine. Posso dire che questo lavoro l’ho veramente voluto, nonostante i primi insuccessi, e cercato in tutti i modi. Infatti per quel posto a Pergine avevo partecipato a un concorso e non l’avevo vinto.
«Quello era stato il mio primo concorso in assoluto, difficilissimo, ed ero stata esclusa alla preselezione. Fortuna volle che avessi partecipato allo stesso concorso anche per il comune di Bedollo e lì ero arrivata settima, quindi non ancora in posizione utile.
«Ironia della sorte, poco tempo dopo sono stata chiamata a Pergine, perché lì, nel frattempo, si era esaurita la graduatoria.
«Più tardi sono usciti anche altri concorsi per custode forestale, tra cui quelli di Vallarsa e di Ala. Ho partecipato ad entrambi mentre ero impegnata a Pergine: ogni giorno dopo il lavoro, quando tornavo a casa, mi buttavo sui libri e mi mettevo a studiare.
«Sono andati bene tutti e due e a quel punto ho dovuto scegliere. Devo dire che non è stato facile. La mia è stata una decisione puramente di cuore e così sono arrivata in Vallarsa.»
Iniziare un lavoro così insolito, molto vasto sia in termini di conoscenza che di spazio fisico non deve essere semplice. Come ti sei trovata nelle due diverse realtà di Pergine prima e di Vallarsa poi?
«Esperienze eccezionali entrambe. Sono sempre stata accolta con calore e ho notato una collaborazione tra le persone che non è comune. Come in occasione del primo lavoro a Pergine, anche adesso in Vallarsa i miei colleghi non smettono un attimo di aiutarmi e di darmi consigli.
«Io sono la più giovane e ovviamente la più inesperta, ma loro non hanno mai fatto commenti sulla mia preparazione, anzi, cercano con grande pazienza di starmi vicino, di sostenermi in tutti i modi. In un territorio più piccolo come quello di Vallarsa, poi, le persone ti prendono come punto di riferimento e questo è una grande gioia.
«Quando ero a Pergine, inoltre, pensa che a sorpresa avevo trovato come collega di lavoro una mia compagna di corso all’Università di Padova, Anna Paoli, anche lei assunta lo stesso giorno in cui ero stata assunta io.»
Sara Fait con la collega Anna Paoli.
Quindi stai ancora studiando? Che facoltà frequenti?
«Sì, sto frequentando la facoltà di Scienze forestali e ambientali a Padova, il corso magistrale. Certo non è facile riuscire a studiare mentre si lavora, ma voglio riuscire a prendere il titolo specialistico per poter ambire in futuro, se sarà possibile, a fare un lavoro più professionalizzante.
«Mi spiego meglio per evitare fraintendimenti: mi piace davvero molto essere custode forestale e ne sono orgogliosa, mi ritengo fortunata ad avere iniziato il mio percorso lavorativo in questa maniera. Questo lavoro rispecchia il mio modo di essere e in esso ho trovato il mio equilibrio tra il contatto con le persone e il silenzio della natura.
«Non vorrei, però, privarmi delle possibilità che potrebbero aprirsi in futuro. Quindi per ora ti dico che sono felice così. Se qualcosa un domani potrà cambiare, non si sa. Valuterò tutto con attenzione prima di fare delle scelte. Per intanto è qui il mio lavoro, la mia vita.»
«Ho avuto delle belle soddisfazioni nello studio alla triennale e quindi anche se per la magistrale [i due anni di specialistica – NdR] ci metterò un po’ più di tempo va bene comunque.
«Quello che ti voglio dire è che oltre al lavoro l’importante per me è continuare a studiare, a progredire in conoscenza, perché davvero la materia mi piace e le scienze forestali mi appassionano da morire.»
Astrid Panizza – [email protected]
(Puntate precedenti)