Giovani in azione: Daniela Pedrazza – Di Astrid Panizza
«Wanderlust», voglia di viaggiare: la filosofia di vita che dà il nome al suo B&B
>
Da sempre si sente dire che il vivere in montagna avvicina al cielo: certamente è vero, se non altro fisicamente. Di sicuro, però, la vita fra le montagne avvicina alle piccole cose, rende importante il dono del silenzio e della natura che ti circonda, per non parlare della famiglia, nucleo sempre presente e disposto ad aiutare senza indugio nel momento in cui c’è maggior bisogno.
Daniela Pedrazza, 25 anni di Folgaria (precisamente di località Colpi, vicino alle piste da sci e al campo da golf), conosce bene questa realtà fin da quando era piccina, da quando, cioè, con i suoi lunghi capelli rossi scendeva dalle piste sfrecciando giù velocemente verso valle.
Adesso i tempi sono cambiati e su quelle piste ci torna ancora, ma ancora di più aiuta i suoi clienti a conoscere e a vivere la montagna nel modo «giusto».
Sì, perché dal dicembre dello scorso anno, lei gestisce un bed & breakfast, il «Wanderlust», firmato Pedrazza da cima a fondo, in quando la casa è di sua proprietà e al piano superiore vive con la sua famiglia.
Una ragazza determinata, Daniela, con le idee molto chiare e una massima molto concreta in testa, riassunta in poche parole: «Con niente non si ha niente».
Quale è stato il percorso che ti ha portata così giovane a gestire in prima persona un Bed & Breakfast?
«Nasce tutto da una mia personale filosofia racchiusa essenzialmente in tre punti. Per prima cosa la mia passione per il lavoro che mi accompagna da sempre in quanto sin da ragazzina mi sono data da fare per soddisfare i miei desideri, soprattutto quello di viaggiare. Ho sempre dato poi la stessa importanza anche alla voglia di scoprire il mondo.
«E questo è il secondo punto. Spinta da quest’ansia di conoscenza sono stata in molti luoghi del modo, spesso da sola per brevi periodi, dalla California a Malta, cercando di coniugare la passione per il viaggio con l'apprendimento dell'inglese tramite corsi in loco.
«Oggi aprire un Bed & breakfast per me rappresenta una specie di restituzione, significa essere colei che ospita, e come sono stata accolta bene quando ero in giro per il mondo, così voglio essere io, adesso, nel voler far sentire i miei clienti un po‘ a casa loro.
«Per ultimo, ma non meno importante, ho deciso di realizzare un sogno che tenevo da anni in un cassetto. Fino a pochi mesi fa lavoravo come fioraia, con un contratto sicuro a tempo indeterminato. Ecco, mi sono licenziata per mettere in piedi il mio Bed & breakfast.
«Non è stato facile, ho anche ricevuto numerose critiche, ma la mia famiglia mi ha sempre supportato e questo è quello che alla fine ha reso tutto possibile: il loro aiuto e la mia determinazione.»
Una curiosità: ci spieghi il motivo del nome che hai deciso di dare al tuo Bed & Breakfast?
«Wanderlust, in tedesco e in inglese significa voglia di viaggiare. Ho pensato che fosse semplicemente il nome più adatto alla mia filosofia di vita perché è una sensazione che ho sempre portato dentro come viaggiatrice, ma che adesso vedo ogni giorno nei miei clienti.
«Desidero semplicemente trasmettere anche a loro questa voglia di scoprire, di andare sempre avanti, facendo amare la mia casa in cui ho racchiuso un pezzo di me e delle mie montagne. Uno sforzo che spero gli ospiti del Wanderlust apprezzino fino in fondo.»
Come è organizzato il tuo Bed & breakfast? So che ci sono delle particolarità.
«È vero. Al di là del fatto che ho cercato di arredare tutti i locali con gusto rendendoli accoglienti il più possibile, ho legato ad ognuna delle quattro stanze da letto un tema diverso che si richiama a qualcosa di speciale della mia famiglia.
«C'è la camera dei ricordi, dove ho usato la testiera del letto, alcuni specchi e altri oggetti di un tempo che appartenevano ai miei nonni.
«Poi c'è la camera del contadino, dove ho appeso alla parete un rastrello e dove si possono trovare un secchio di latte e altre cose rinvenute in una delle stalle di famiglia dove ho rovistato per trovare ispirazione.
«La terza camera è quella del boscaiolo, in cui ho messo una sega per tagliare gli alberi, quella antica che si usava manualmente.
«L'ultima è la camera dello sciatore, dove sono appesi due sci di legno e le rispettive racchette che possedeva il mio prozio, quindi di anni ne hanno un bel po'.»
Quali sono le prospettive future, tue e del Wanderlust?
«Aprire il Bed & breakfast è solo un punto di partenza, certamente importante, ma non è tutto. Infatti, il mio obiettivo non è quello di fermarmi lì, all’offerta di un alloggio, seppure il più confortevole possibile per i miei ospiti.
«La mia idea, è anche quella di offrire qualcosa in più, creare eventi collaterali di arte e cultura che ruotino attorno al B&B. Un esempio è la mostra di quadri che esporremo ad agosto.
«Dobbiamo ancora scegliere i giorni, gli orari, ma i temi saranno di certo gli animali, la natura, insomma tutto quello che circonda il Wanderlust per creare una sorta di connessione, una sinergia fra territorio e natura.
«Per questo ci sarà anche una degustazione di miele e forse qualcosa d’altro che sto ancora valutando.»
Tutto collegato, insomma: dalla natura ai prodotti tipici locali.
«Esattamente, quello che offriamo ai nostri clienti sono sempre prodotti fatti in casa, dalle torte, al pane, alle brioche, alle marmellate. Inoltre presentiamo prodotti del luogo come yogurt, burro e altre tipicità dell'altopiano di Folgaria.
«Il nostro punto forte, però, è la produzione di miele. Stefano Perzolli, il mio ragazzo, ha da sempre prodotto miele per passione, ma da qualche tempo a questa parte ha deciso di allargarsi e produrre anche per poter vendere miele al Wanderlust.
«Si è quindi instaurato un rapporto oltre che d'amore, anche di tipo commerciale, diciamo così. Infatti, all’arrivo dell’ospite, lasciamo in ogni stanza un vasetto di miele con una dedica speciale.
«Se poi il cliente apprezza il gesto e soprattutto il miele e desidera acquistarlo, ben venga, significa che abbiamo fatto centro!»
Daniela e il suo ragazzo, Stefano, che stanno raccogliendo il miele di cui alla foto sotto.
Hai aperto a dicembre, come sono andati questi mesi fino ad ora?
«Sono davvero molto soddisfatta, anche perché gestirmi da sola, soprattutto all’inizio, non è stato facile. La mia gioia sta nel fatto di come sono riuscita a pormi con gli ospiti: è stato tutto una bella soddisfazione, soprattutto quando nel momento del saluto finale, molti clienti mi hanno assicurato che torneranno perché si sono trovati bene.
«Spero comunque di crescere e di migliorarmi in ogni dettaglio, però come ti dicevo, ritengo che da niente non si ottiene niente e quindi bisogna andare sempre avanti anche se si incontra qualche ostacolo lungo il cammino.
«Come, ad esempio, nel mese di maggio, in cui ho ricevuto molti annullamenti a causa del lungo maltempo. Il trucco per proseguire con entusiasmo sta nel capire che non sempre tutto può andare bene, fa parte del gioco, l'importante è non arrendersi mai.»
Da dove vengono i tuoi ospiti?
«Ho avuto parecchi italiani, la maggior parte. Poi ho vissuto anche la bella esperienza di ospitare un gruppo di cinesi che hanno occupato tutto il Wanderlust per una settimana.
«Devo dire con piacere che si è creato tra di noi un rapporto davvero amichevole. Vederli uscire in pigiama o girare scalzi per il B&B mi faceva sentire parte di una grande famiglia, quella che va oltre i luoghi, le lingue e le tradizioni.
«Ci tengo sempre a conoscere le persone che si fermano da me così creare un legame di conoscenza se non di amicizia. Con tanti di loro mantengo contatti anche dopo la fine del soggiorno: in un certo modo è come continuare ad essere viaggiatrice pur restando a casa mia!»
Se dovessi guardare indietro, quale sarebbe la riflessione che potresti offrire oggi ai nostri giovani lettori?
«Come ti dicevo, tante persone lo scorso anno mi hanno dato dell’incosciente perché ho lasciato un lavoro dipendente a tempo indeterminato per seguire un’impresa in proprio che nulla poteva garantire di sicuro. Per me non è stato affatto così perché a distanza di parecchio tempo dal mio licenziamento oggi sono felicissima, se tornassi indietro non avrei dubbi, rifarei la stessa cosa.
«Certo, ho fatto un passo importante della mia vita. Non è stato semplice, ma ho seguito il mio sogno e vi consiglio, se avete delle idee da sviluppare, ma avete paura di essere giudicati da qualcuno o frenati o ostacolati… di non ascoltate queste voci.
«Voi provateci, comunque, con i piedi per terra e a seconda della vostra gamba, quello sempre, ma fatelo quel passo e non fermatevi. Con la grinta giusta, credetemi, si arriva dappertutto.»
Astrid Panizza – [email protected]
(Puntate precedenti)