Ragazzi in azione: Alberto Bianchi – Di Astrid Panizza

Essere Schützen a vent’anni: come la modernità si fonde con la tradizione negli occhi di un ragazzo

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Alberto Bianchi è un ragazzo come tanti, vive a Brentonico e proprio tre giorni fa ha compiuto vent’anni. È giovane ma non è uno di quelli timidi che non sanno ancora come si sta al mondo, pare già navigato e sicuro di ciò che vuole e che si aspetta dalla vita.
Mi racconta, infatti, che lavora con soddisfazione già da qualche anno come falegname in una ditta di Volano, e mentre lo ascolto la sua cadenza dialettale piuttosto stretta me lo fa sembrare molto più grande della sua età.
Fuori dal lavoro Alberto ha due grandi passioni: la prima è l’impegno come pompiere al servizio della sua comunità, l’altra è più «atipica», seppur altrettanto legata al territorio, ed è quella di fare parte da circa un anno del corpo degli Schützen, figura questa che non tutti conoscono anche se è legata alla storia e alle antiche tradizioni della nostra terra.


Bressanone. Alberto è il penultimo a destra.
 
Chiediamo ad Alberto  di spiegarmi qualcosa in merito alla storia degli Schützen e qual è oggi il loro ruolo sul territorio.
Alberto non se lo fa ripetere due volte e mi spiega che i corpi degli Schützen si formarono intorno al sedicesimo secolo dove erano operativi nell’allora Contea del Tirolo, di cui faceva parte anche l’attuale Trentino.
«Nacquero come milizie territoriali di difesa ma ora, logicamente, non hanno più quel carattere militare, ma più che altro intendono fare memoria di quel periodo storico in cui c’era un forte senso di appartenenza e di attaccamento alla propria patria.
«Oggi il senso di appartenenza non è più quello di un tempo e purtroppo in Trentino la figura dello Schützen per molti appare fuori luogo, soprattutto perché non è conosciuta, come non è conosciuta a fondo la storia della nostra provincia.
«Tuttavia noi Schützen vogliamo rappresentare le figure storiche di una volta, quando prima della Grande Guerra il Sud-Tirolo arrivava fino a Borghetto e la presenza delle milizie volontarie era molto importante per difendere i confini territoriali dell’Austria, la patria dei nostri antenati.»
 
Come mai, così giovane, hai deciso di diventare uno Schützen? Una scelta inconsueta per un ragazzo di vent’anni.
«A dire il vero non sono l’unico Schützen della mia età, cominciano ad entrarne sempre di più e c’è anche il gruppo dei bambini. Per quanto riguarda la mia decisione, sono sempre stato appassionato di storia e ho incominciato ad approfondire quella locale quando un giorno un mio amico è arrivato a casa mia e guardando una foto di mio bisnonno soldato ha esclamato: Ma guardalo qui in divisa daKaiserjäger!.
«Io non avevo assolutamente idea del significato di quella parola. Documentandomi ho scoperto poi che era il nome della fanteria dell’esercito austroungarico e che mio bisnonno era andato a combattere per l’Austria. Ma non mi sono fermato lì.
«Ho deciso di approfondire la storia della mia terra ricercando sempre più informazioni soprattutto sul periodo storico di fine Impero austroungarico. E fra altre cose, ho scoperto che i vigili del fuoco, di cui faccio parte, sono nati dagli Schützen i quali da secoli aiutavano nella difesa del territorio.
«In seguito ho voluto fare una scelta ancora più impegnativa e mi sono avvicinato alla Compagnia di Schützen Destra Ades [destra Adige - NdR], decidendo alla fine di entrarne a far parte.» 
 

Alberto Bianchi è il primo in alto a sinistra.

Cosa fate in pratica nella tua Compagnia?
«Per le normali riunioni ci troviamo ogni primo mercoledì del mese parlando delle uscite che ci aspettano ed organizzandole nei dettagli. Ci sono poi varie tipologie di uscite: quelle che si fanno con la Compagnia singola, come per esempio quando partecipiamo ad eventi in cui spesso siamo chiamati sul territorio locale.
«Poi ci sono le uscite organizzate dalla Federazione, che sono quelle più importanti, come per esempio la giornata a ricordo di Andreas Hofer (eroe Tirolese che ai primi dell’800 insorse contro l’oppressione francese-bavarese) a cui tutte le compagnie del Tirolo storico partecipano.
«Quando interveniamo agli eventi indossiamo l’abito tipico e imbracciamo un fucile a salve, perché, come ho accennato all’inizio, gli Schützen erano una milizia militare, quindi combattente.
«Ora siamo un gruppo storico e sfiliamo durante le manifestazioni per far vedere anche alla popolazione chi erano gli Schutzen, per mantenere un attaccamento alla tradizione, per far rivivere momenti di un’epoca ancora oggi troppo dimenticata.»
 
Quando hai ricevuto il costume c’è stata una cerimonia?
«Per diventare Schützen a tutti gli effetti bisogna fare un giuramento, ma non quando prendi il tracht [il costume tradizionale – NdR]. Quando ci si avvicina a un gruppo del tuo territorio, inizialmente si va ad ascoltare qualche riunione per capire se veramente ciò di cui si parla interessa per davvero oppure no.
«Una volta che si sceglie di entrare in compagnia c’è una domanda di ammissione da compilare e alla riunione successiva ci si presenta alla compagnia spiegando i motivi della propria scelta. In quel momento c’è una votazione di tutti i membri per l’accettazione o meno del nuovo componente.
«Se la maggioranza è favorevole vieni accolto nel gruppo e da lì in avanti sei uno di loro. Nei giorni successivi si va dalla sarta a prendere le misure per il costume e una volta che è pronto si può partecipare alle manifestazioni.
«Il giuramento avviene una volta all’anno e vi prendono parte i nuovi iscritti. Io, per dirti, devo ancora farlo perché sono entrato a far parte degli Schützen l’anno scorso quando il giuramento era stato ormai fatto da qualche settimana.
«Sono molto legato alla tradizione - conclude Alberto - al mio territorio e alle persone che lo vivono. Mi piace essere parte di una comunità attiva e non mi tiro indietro quando ci sono nuovi impegni da avviare. Quello che cerco di fare è guardare al futuro, però tenendo sempre in mente la storia che ci ha portato fino a qui. Storia che, come la vedo io, rimarrà sempre parte di noi.»

Astrid Panizza – [email protected]
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