Giovani in azione: Elena Busetti e Lorenzo Adami – Di A. Panizza

«Prima dell’agonismo ci vuole la passione. Passione per il Kung Fu. Poi viene tutto il resto» – Questo è ciò in cui credono e che cercano di trasmettere ai loro allievi

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Elena e Lorenzo vengono dalla Vallagarina, hanno rispettivamente 28 e 25 anni e sono una coppia.
Tutto regolare, sembra una storia di vita quotidiana. Due ragazzi che si incontrano in palestra e tra un calcio e l’altro si innamorano.
Sia chiaro, non si sono presi a botte, sono atleti di una disciplina orientale, il Kung Fu vietnamita. Hanno iniziato la loro storia come fidanzati, poi anche come colleghi.
Sono infatti arrivati a gestire la palestra di Serravalle all’Adige in cui seguono bambini a partire dai sei anni, fino ad arrivare agli adulti, insegnando loro le arti marziali che hanno appreso.
Sono due maestri, insomma, che da quest’anno ampliano la loro offerta aggiungendo un’altra palestra ai loro impegni: stanno per iniziare infatti i corsi di Kung Fu a Rovereto, nel quartiere Brione, presso l’U.S. San Giuseppe.


 
Com’è stato il vostro avvicinamento al Kung Fu?
Lorenzo: «Io ho iniziato a sei anni, è stato il primo sport che mi hanno fatto provare i miei genitori. Ho continuato perché mi ha sempre appassionato e questa passione è cresciuta con il tempo. Poi ho conosciuto Elena…»
Elena: «Sì, io ero più grande quando ho cominciato, avevo sedici anni. Ho cominciato per caso, perché una mia amica mi aveva chiesto di provare a imparare qualche tecnica di difesa personale. Lei poi ha fatto solo una lezione, non è più venuta, io invece sono andata avanti.»
Lorenzo: «Con il tempo abbiamo deciso di cambiare palestra e quindi da Rovereto, dove abbiamo iniziato, ci siamo spostati a Serravalle. Il primo passo l’ha fatto Elena, assieme ad un nostro istruttore e l’anno seguente, nel 2011, li ho raggiunti anche io.»
 

 
È cominciata quindi allora la vostra esperienza di maestri?
«No, lì abbiamo continuato per tre anni ad allenarci e ad aiutare nella gestione e nell’allenamento dei più piccoli, eravamo degli aiutanti, non ancora maestri. Nel settembre 2014 invece, l’istruttore che ci seguiva a Serravalle per motivi personali è andato fuori regione e quindi abbiamo “ereditato” questa palestra.
«Abbiamo sempre creduto che la nostra passione unita all’insegnamento potesse creare qualcosa di bello, potesse dare sempre qualcosa in più rispetto al praticare uno sport fine a se stesso. L’antica disciplina ci vuole sempre, sia chiaro, ma non ci vuole solo la tradizione, ci siamo evoluti, siamo nel 2018, volevamo dare un tocco in più all’insegnamento che avevamo visto fino ad allora.
«Quindi da quando abbiamo preso in mano la palestra offriamo un taglio personale alle lezioni. Abbiamo iniziato nel 2014 con otto bambini. L’anno scorso ne abbiamo allenati 35. Con il tempo è cresciuto anche il gruppo adulti e speriamo di continuare così anche in futuro.»
 

 
Com’è stato lasciare da parte l’allenamento personale per dedicarsi agli allievi?
Lorenzo: «Una volta che prendi la decisione di non seguire più te stesso ma altre persone, chiaramente prendi su di te una responsabilità e il tuo percorso non è che lo metti da parte, ma invece che dedicarti alla parte agonistica punti più sulla crescita marziale, tecnica. Per quanto riguarda le gare, per esempio, se sei istruttore metti te stesso nei tuoi allievi, nel senso che ti dedichi alla loro preparazione, ma credo sia normale, o perlomeno, questo è quello che credo io.»
Elena: «Prima di cominciare l’esperienza dell’insegnamento ero molto preparata agonisticamente parlando, se non avessi lasciato la palestra di Rovereto sapevo già che sarei stata chiamata nella nazionale. Ma ho preferito inseguire i miei ideali e sono soddisfatta. Una volta, quando vincevo una gara ero molto competitiva e mi emozionavo tanto, adesso questa emozione si riversa sui miei allievi, alle gare sono sfegatata per i miei bambini e voglio solo che facciano bene loro.»
 

 
Come vi comportate con i bambini che iniziano da voi una disciplina particolare come il Kung Fu?
Elena: «Noi non trasmettiamo per niente l’agonismo ai bimbi. Io sono cattivissima sul fatto che non si prendano in giro, non voglio che uno rida dell’altro, voglio la correttezza massima e anche nelle gare li esortiamo a fare il tifo per il compagno che fa la sua gara. Devono tutti fare il tifo perché se vince uno vinciamo tutti.»
Lorenzo: «In ogni gruppo, in ogni sport, è normale che ci sia uno bravo, che riesce subito, e uno che ci mette un po’ più di tempo. In gara non puntiamo mai solo sul più bravo. Tutti fanno la loro gara e danno il massimo che riescono a dare, in questo crediamo.»
 

 
Il vostro lavoro principale è un altro però, di cosa vi occupate e riuscite a conciliare tutto?
Lorenzo: «Io sono falegname nella ditta di famiglia.»
Elena: «Da qualche anno faccio la maschera in teatro, quindi devo prendermi dei giorni alla settimana per poter insegnare Kung Fu! Ma ce la si fa entrambi, assieme riusciamo a combinare tutto!»
«Per quanto riguarda l’attività di insegnamento del Kung Fu, non possiamo considerarlo un lavoro, non ci dà un’entrata, lo facciamo per passione.
«La quota degli allievi, o quello che ci viene dato dagli sponsor, va nel conto dell’associazione e serve per comprare l’attrezzatura, le divise (regaliamo la prima divisa), l’iscrizione alle gare, parte del costo del pullman che usiamo per le trasferte, i nostri corsi di aggiornamento, le tessere assicurative, l’abbigliamento (tutti i bambini hanno una felpa o una maglietta con il nostro logo). Ci sono moltissime cose da fare che a vedere da fuori magari uno non immagina nemmeno.
«Inoltre ogni anno ai bambini facciamo un regalo di Natale che può essere la borraccia o la maglietta personalizzata. A fine anno, invece, facciamo un regalo finale, qualcosa di utile per il campeggio di solito, perché poi in giugno andiamo qualche giorno in montagna assieme”.
«Il nostro guadagno è la soddisfazione di avere un gruppo così unito, appassionato, in cui anche i genitori dei bambini sono contenti.»
 

 
Cosa vi aspettate da questo nuovo inizio a Rovereto?
Elena: «Io mi aspetto di avere un altro gruppetto di bambini così da dare una possibilità di incontro sia a loro, sia al gruppo già formato di Serravalle, in modo da potersi confrontare e vedere i progressi reciproci. Speriamo inoltre di poter costruire un bel gruppo adulti, a Serravalle è un po’ più difficile che inizino persone più grandi, Rovereto invece potrebbe essere la zona adatta.»
Lorenzo: «Di sicuro ci aspettiamo cose belle. Guardandoci indietro e vedendo quello che abbiamo fatto negli anni passati, abbiamo concretizzato tanto e di questo siamo molto soddisfatti. Ovvio che non è facile avviarsi, ma l’importante è iniziare.»

Astrid Panizza – [email protected]
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