Cartoline di Bruno Lucchi: Giorgio Celiberti a Pordenone

Il giovane novantenne maestro friulano, cercatore di bellezza, votato al mondo dell'arte, inaugura la sua mostra diffusa per vie, piazze e parchi di Pordenone

Giorgio Celiberti, curriculum da invidia: già a 18 anni partecipò alla Biennale di Venezia. Era il 1948.
 
 Giorgio Celiberti 
Pordenone, 25 gennaio 2020.

Giorgio Celiberti, giovane novantenne, maestro friulano, cercatore di bellezza, votato al mondo dell'arte, curriculum da invidia (a 18 anni partecipò alla sua prima Biennale di Venezia, era il 1948), inaugura la sua mostra diffusa per le vie, le piazze e nei parchi di Pordenone: «Celiberti in città».
Non potevo certo mancare.
 
L'anno scorso ho avuto l'onore di dare il via - con le mie opere - a questa manifestazione, promossa dal Comune di Pordenone, con il sostegno di Pordenone Fiere.
«Dopo l'intensa esperienza dello scorso anno con le sculture di Bruno Lucchi, rinnoviamo con Giorgio Celiberti quell'idea di arte a cielo aperto fruibile da tutti, che abbellisce ed arricchisce la città».
Con queste parole il Sindaco, Alessandro Ciriani, apre il proprio discorso.
 
Troppo di parte per commentare le opere esposte e la cittadina che le ospita, ma non ho alcuna difficoltà ad invitarvi ad ammirare i bronzi e i monoliti metallici o di pietra e cemento di Giorgio, esposte fino a fine marzo.
Arte, bellezza, incontri con artisti-amici, ricordi, assieme al buon cibo, sono gli ingredienti del libro I sapori dell'Arte che, anni fa, ho pubblicato.
Il primo dei tredici capitoli è dedicato proprio all'amico Giorgio Celiberti.
 
 Dal Libro «I sapori dell’arte» 
Era la primavera del 1996, quando il Maestro Giorgio Celiberti aveva inaugurato la sua mostra personale al Castello di Pergine Valsugana, in Trentino. In quei giorni era venuto a farmi visita nello studio di Levico Terme con l’amico comune Riccardo Licata.
Ricordo ancora la nostra lunga e generosa chiacchierata sul mondo dell’arte, seduti attorno al grande tavolo di lavoro nel mio studio.
Era stata una piacevole sorpresa quando otto anni più tardi (nell’ottobre 2004) mi venne proposto di partecipare, assieme al Maestro Celiberti, a due mostre simultanee in due luoghi vicini.
Il primo, lo spazio della Sala Comunale del Palazzo Squillace di Combai, a Treviso, non era grande, ma aveva un’ottima illuminazione. Inoltre, il colore bianco come tonalità dominante valorizzava al massimo l’esposizione: le opere pittoriche di Giorgio davano forza alle mie sculture e un movimento armonico all’insieme.
 
Nel secondo luogo, il Ristorante Roccolo di Campea di Miane, le opere erano esposte con cura e si alternavano ai tavoli multicolori, ai preziosi vetri di Murano e ad altri oggetti curiosi, tutti souvenir dei numerosi viaggi in terra africana dello chef Evi.
Anche in queste due occasioni l’amico comune Licata era venuto a trovarci. Avevamo cenato tutti e tre allo stesso tavolo.
I piatti di Evi sono sempre speciali, ma mi piace ricordare l’aperitivo, che è davvero unico, preparato durante quella cena. Un aperitivo che si può preparare anche con un prosecco, ma è il verdiso frizzante del Roccolo a rendere davvero speciale il verdiso alla frutta.
Recentemente con Graziella ho avuto modo di rivisitare il «Regno» di Giorgio ad Udine. Devo ammettere che le mie impressioni positive sul suo lavoro esposto al Palazzo Squillace e al Ristorante Roccolo si sono amplificate.
Il ricordo del suo contenitore d’arte labirintico ricco di dipinti, sculture, disegni e gioielli è ancora vivo dentro di me.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bruno Lucchi
Via Marconi,87 - 38056 Levico Terme – Trento
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