Cartoline di Bruno Lucchi: associazione «Le strade del mondo»

«Una volta che hai viaggiato, il viaggio non finisce mai, ma si ripete infinite volte negli angoli più silenziosi della mente. La mente non sa separarsi dal viaggio» (Pat Conroy)

Nepal, Kathmandu.
 
Se è vero che per vivere ci vogliono le passioni, mi reputo davvero fortunato, non sto a elencarle tutte. Sono troppe. Mi limito solo alla più importante: la bellezza. In tutte le sue forme: natura, arte, fotografia, viaggi e… tutto condiviso con chi mi accompagna in questa avventura che è la vita.
Questi i pensieri che mi sono frullati in testa dopo aver conosciuto la neo-associazione «Le strade del mondo», nata l'estate scorsa a Levico Terme, dall'iniziativa di un gruppo di giovani.
In una piacevole chiacchierata, il presidente Massimiliano Osler mi ha parlato della passione dei viaggi sua e dei soci fondatori, ma soprattutto della loro voglia di condividere le esperienze.
 
In una delle loro serate di presentazione, durante la proiezione-racconto di un trekking in Nepal, le immagini mi hanno riportato al mio del 2009 nell’Helambu in Nepal, la valle dei monasteri e, la settimana dopo, a Katmandu per assistere alle cerimonie e i festeggiamenti per il capodanno tibetano.
Un’esperienza che ha aperto il “file” della memoria denominata: “viaggi”.
 
La mia prima volta in aereo, nel 1996, Venezia-Parigi e Parigi- Pechino.
Invitato alla prima rassegna di arte contemporanea a Pechino per la mostra “Gli artisti conterranei di Marco Polo”. All’epoca le foto erano in analogico, ma conservo gelosamente le diapositive dei dieci giorni passati nella capitale cinese e del volo interno a Xian.
La Libia, appena aperta al turismo. Yemen. Egitto. Tunisia. Uzbekistan, con la magica Samarcanda. India. Nepal, una seconda volta; come nello splendido Marocco. Le innumerevoli estati in tutto il Mediterraneo con la barca di cari amici.
E poi viaggi in Europa, spesso per allestire mostre, come in Ungheria, Spagna, Francia, Austria, Germania, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Svizzera.
Chilometri percorsi quando l'euro era ancora un sogno. Si viaggiava con quattro o cinque portafogli e le rispettive valute. La dogana era sempre motivo di batticuore.
 
Oggi internet, voli low-cost e globalizzazione hanno reso tutto più semplice.
Fortuna dei giovani d’oggi che curiosi si aprono al mondo.
Viaggiare è alla portata di tutti, o meglio, per tutti coloro che hanno la mente aperta.
 
L'augurio che faccio, alla neo-associazione «Le strade del mondo», è che il loro entusiasmo e la loro passione contamini tutti coloro che ancora non hanno affrontato il viaggio.

Bruno Lucchi
 
 
Marocco, Chefchaouen.
 

Cuba, Havana
 

Nepal, Kathmandu.
 

 

 

Marocco, Merzouga.
 

Jemen.
 

 

 

Libia, Leptis Magna.
 

Libia, Akakus.
 

India.
 

Nepal, Pashupatinath.
 

Uzbekistan, Samarcanda.

Bruno Lucchi
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