Cartoline dalla Sardegna: Pina Corriga – Di Bruno Lucchi
Anche quest'anno sono passato a Solarussa a Trovare Pina, la più brava e bella ceramista che conosco
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Pina Corriga, la più brava e bella ceramista che conosco
(Dalla A alla Zeta, ma non in ordine alfabetico)
«P» come «Pina».
Pina Corriga è sicuramente la più brava e bella ceramista che conosco.
«E» come «E».
E che conosco da un sacco di anni perché figlia della nipote della madrina di Graziella.
«U» come «Una».
Una premessa è d'obbligo, oltre ai parenti di famiglia esistono i padrini e le madrine. Normale mi direte, spesso - però - sono figure che forse neanche ricordiamo.
«I» come «In».
In Sardegna no. Entrano a far parte della famiglia, e lo restano per sempre.
«S» come «Sin».
Sin dalla prima volta che sono andato - era in viaggio di nozze - la visita ai padrini è stata sempre tappa obbligata, preferisco dire tappa di piacere.
«R» come «Ricordo».
Ricordo che, per manifestare gratitudine, portavamo sempre un «presente».
«V» come «Vasi».
Vasi, lampade, brocche centritavola, tazze personalizzate, oggetti in ceramiche che, allora, producevamo nel nostro laboratorio.
«O» come «Orgoglio».
Orgoglio era per noi portare quei «presenti».
Erano parte di noi, del nostro tempo, del nostro fare, del nostro vivere.
«M» come «Mi».
Mi piace pensare che - non so se risponde a verità e spero non me ne voglia di questo mio pensiero - questi nostri regali, abbiano influenzato la piccola Pina.
«N» come «Non».
Non ci sono più i padrini, oggi. Ma a Solarussa, il paese dove Graziella è nata, ritorniamo lo stesso.
«F» come «Fare», come «Famiglia».
Fare visita a Pina e alla sua famiglia è ormai un rito. Il legame che ci unisce è difficile da sciogliere.
«B» come «Bimba».
Bimba. La Bimba di allora è cresciuta. Si è sposata. Ha avuto un bimbo.
«D» come «Da».
Da vent'anni ha le mani sporche di....
«T» come «Terra».
...Terra.
La plasma. La manipola. La accarezza.
È brava. Molto brava. Ha creato diverse linee di oggetti per l'arredo, molto personali: dal nome «Mediterraneum Fictilia», conservando un occhio discreto e attento alla tradizione.
«Q» come «Questo».
«Questo l'hanno fatto in tanti!», potreste obiettare. È vero.
Non so, però, se sapete cosa vuol dire lavorare al tornio. Per modellare vasi e ciotole di grandi dimensioni occorre fantasia, forza fisica e, soprattutto, molta tecnica.
«L» come «Lei».
Lei, Pina, queste qualità le possiede tutte.
È talmente brava che, da qualche anno, partecipa ai «Mondiali Tornianti» che si svolgono nelle principali città che vantano una lunga tradizione nell'arte della ceramica.
«G» come «Gara».
Gara a cui partecipano i migliori ceramisti; uomini e donne.
Gara che ha la durata di due giorni e in cui vengono affrontante due prove.
«C» come «Creare», come «Cilindro», come «Ciotola».
Creare un cilindro e una ciotola. Queste le due prove.
Pina, si è classificata seconda a Faenza e prima a Grottaglie.
«A» come «Anche».
Anche quest'anno, con Graziella, siamo passati a Solarussa. Con piacere ci siamo fermati da Pina e dalla sua famiglia. Una bella chiacchierata. Qualche foto bianco/nero.
L'immancabile seduta al convivio. (Sacro per i Sardi).
«Z» come «Zirichiltaggia».
Zirichiltaggia di Fabrizio De Andrè, alla radio, accompagna le nostre risate.
PS.: Durante l'incontro, Pina ci ha lasciati per qualche istante ed è andata a controllare il livello del carburante della sua fiammeggiante...
«H» come «Harley Davidson».
Harley Davidson; mi piace pensarla al lavoro ma ancora di più sfrecciare nelle strade della Sardegna e del mondo.
Bruno Lucchi.
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