I nostri amici a quattro zampe/ 13 – Di Fabrizio Tucciarone
Quanto le pulci albergano nei nostri amici pelosi: cosa fare e come combatterle
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Le parassitosi esterne del cane e del gatto (ectoparassitosi) sono ad oggi uno dei problemi più frequenti. Le pulci e le zecche, come anche gli acari ed i pidocchi, sono i parassiti più comuni e più problematici per i nostri amici a quattro zampe.
Le infezioni da ectoparassiti sono sempre più frequenti a causa dell’aumento della popolazione canina e felina nell’ambiente urbano.
Queste infestazioni sono importanti in quanto:
- possono causare lesioni cutanee;
- possono indurre una risposta immunopatologica;
- possono veicolare agenti patogeni;
- possono fungere da agenti di zoonosi o contribuire alla loro trasmissione.
Le pulci sono insetti ematofagi che infestano i mammiferi e gli uccelli. Solo gli stadi adulti si possono rinvenire sugli ospiti mentre le uova e gli stadi immaturi si ritrovano nell’ambiente.
Le pulci sono comuni parassiti di gatti, cani e altri mammiferi mantenuti insieme in ambienti domestici come animali d’affezione.
Una pulce femmina depone circa 2.000 uova nel corso della sua vita. In un giorno, una singola pulce femmina può deporre fino a 30-50 uova.
Le uova non si attaccano all’animale e cadono rapidamente a terra in varie parti della casa. Entro 2-5 giorni, le uova schiudono.
Dopo la schiusa, le larve si dirigono verso le zone buie della casa e si nutrono delle feci delle pulci adulte, formate dal sangue parzialmente digerito del cane o gatto di cui gli insetti adulti si nutrono.
Le larve crescono, mutano due volte e formano un bozzolo all’interno del quale si trasformano in pupe. Le pulci immature trascorrono circa 8–9 giorni nel loro bozzolo.
Durante questo periodo, continuano a crescere fino a diventare adulte, in attesa del segnale che è tempo di emergere.
Dall’interno del bozzolo (pupa), gli insetti adulti percepiscono il calore, le vibrazioni e il diossido di carbonio esalato che indicano che un ospite è nelle vicinanze.
In questo caso le pulci adulte lasciano il bozzolo, salgono sull’ospite, effettuano il pasto di sangue e rapidamente si riproducono. In assenza di un ospite gli adulti possono rimanere nell’ambiente, all’interno del bozzolo, fino a un anno.
L’infestazione da pulci può manifestarsi con una sintomatologia molto variabile. Il comportamento dei singoli animali (soprattutto nel caso dei gatti) può avere una grande rilevanza sul numero e sulla longevità delle pulci adulte.
La presenza dei segni clinici dipende dai vari fattori:
- Frequenza dell’esposizione alle pulci;
- Durata dell’infestazione;
- Presenza di infezioni secondarie o dermatiti concomitanti;
- Grado di ipersensibilità.
Gli animali non allergici possono non manifestare alcun sintomo o mostrare occasionalmente prurito a causa dell’irritazione provocata delle pulci e dalle loro punture.
Gli animali allergici o che sviluppano una reazione di ipersensibilità alla saliva delle pulci mostrano invece intenso prurito, alopecia, papule e macchie eritematose con croste.
La localizzazione più frequente delle dermatiti da pulci è nella regione dorsale, lombare e sulla coda. Le lesioni possono estendersi all’addome e agli arti posteriori.
Le dermatiti pio-traumatiche, pioderma e la seborrea sono complicazioni secondarie facilmente osservabili in corso di dermatiti allergiche da pulci.
Nei casi cronici, la cute si presenta ispessita con fenomeni di acantosi, ipercheratosi. Inoltre le gravi infestazioni da pulci possono essere causa di anemia specialmente in soggetti giovani, anziani o debilitati.
L’infezione da D. caninum è un forte indicatore di concomitante o recente infestazione da pulci.
Le infestazioni causate da un limitato numero di pulci possono passare inosservate specialmente in soggetti con pelo lungo o un folto sottopelo. Se invece il numero delle pulci è elevato, le infestazioni possono essere diagnosticate con facilità.
La diagnosi può essere effettuata tramite lo spazzolamento del mantello con un pettine a denti stretti. In caso di apparente assenza di pulci, le feci delle stesse possono essere rinvenute sull’animale o nel materiale raccolto per spazzolamento.
In questo caso il materiale ottenuto può essere deposto su di un foglio di carta bianca imbevuto d’acqua: la presenza di feci di pulci sarà messa in evidenza da un alone rosso-brunastro dato dalla lisi del materiale ematico ingerito dall’insetto.
Da notare che in soggetti con sintomi ascrivibili alla dermatite allergica da pulci (DAP), il sospetto diagnostico può non essere facilmente confermato.
Infatti in questi soggetti, l’aumentata attività di grooming causata dalla dermatite può portare a una drastica riduzione della popolazione di insetti presenti sull’animale. Tuttavia, anche nel caso di mancato riscontro di pulci o delle loro feci, la risposta al trattamento farmacologico insieme all’esclusione di altre possibili cause di dermatite può confermare la diagnosi di DAP.
Esistono numerosi test allergici che possono essere utilizzati come supporto diagnostico in caso di sospetta DAP, tuttavia nessuno di questi può essere considerato un gold standard.
Inoltre la diagnosi di DAP può essere ulteriormente complicata dal fatto che animali con DAP sono spesso soggetti atopici e manifestare forme di allergia di diversa origine (es. allergia alimentare)
La terapia comprende:
- Eliminazione delle pulci adulte sugli animali mediante l’uso di ectoparassiticidi appropriati. In base all’intensità dell’infestazione ed al tipo di prodotto utilizzato sarà necessario ripetere il trattamento più volte fino alla completa risoluzione del problema. Inoltre, è importante ricordare che devono essere opportunamente trattati tutti gli animali conviventi (cani e soprattutto gatti) anche se apparentemente non infestati.
- Le pulci adulte che si trovano sugli animali rappresentano di norma solo una piccola percentuale dell’intera popolazione, composta anche dagli stadi immaturi nell’ambiente (uova, larve e pupe).
La terapia deve pertanto essere rivolta anche verso questi stadi, soprattutto nei casi di infestazioni massive.
Anche se l’uso regolare di prodotti ad azione adulticida sull’animale è in grado di ridurre gradualmente anche gli stadi ambientali, l’uso contemporaneo di prodotti in grado di agire sulle forme immature accelera e rende più efficace il trattamento.
Alcuni di questi prodotti sono registrati esclusivamente per uso ambientale, mentre altri possono essere applicati sull’animale.
Entrambe le formulazioni devono contenere composti ad azione adulticida e/o sulle forme immature come i regolatori di crescita degli insetti (IGR).
I trattamenti ambientali devono essere effettuati nelle zone dove l’animale trascorre la maggior parte del tempo come ad esempio la cuccia.
Altre misure di controllo degli stadi ambientali sono possibili tramite l’uso dell’aspirapolvere per la pulizia di tappeti e divani e il lavaggio periodico della brandina dove dorme l’animale.
Spazzolare l’animale può dare indicazioni utili sul grado di infestazione presente. In corso di DAP, l’uso di prodotti insetticidi è associato all’impiego di altri prodotti, topici o sistemici, necessari per il controllo dei segni clinici secondari all’infestazione.
Dott. Fabrizio Tucciarone
(Veterinario alla TrentoVet)