Esempi di stupidità non solo maschili – Di Daniela Larentis

Piergiorgio Odifreddi nel suo «Dizionario della stupidità» stuzzica lo spirito critico dei suoi numerosi lettori, spaziando fra scienza, cultura, attualità e quotidianità

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Piergiorgio Odifreddi è uno scrittore di successo, ha studiato matematica in Italia, USA e Unione Sovietica, ha insegnato logica presso l’Università di Torino e la Cornell University, collabora a la Repubblica e Le Scienze, è inoltre vincitore nel 2011 del premio Galileo per la divulgazione scientifica.
Nel suo libro edito da Rizzoli, intitolato «Dizionario della stupidità – fenomenologia del non-senso della vita» offre ai lettori una carrellata di situazioni, catalogandole in ordine alfabetico, in cui, con logica sempre stringente, smaschera diverse fra le più seccanti manifestazioni di stupidità, spaziando fra scienza, cultura, attualità e quotidianità.
 
A proposito di stupidità e di ottusità, spesso si associano all’asino, peccato che questo animale in realtà incarni caratteristiche opposte. L’asino pare sia infatti molto intelligente.
Tornando al libro in questione, sottoponiamo alla vostra attenzione solo alcuni dei tanti esempi proposti, noi abbiamo trovato particolarmente interessante il capitoletto dedicato ad Isaac Asimov, il celeberrimo scrittore sovietico naturalizzato americano, le cui opere sono considerate una pietra miliare nell’ambito della fantascienza (molti avranno certamente sentito almeno parlare del «Ciclo della Fondazione»).
 
Scrive Odifreddi: «È stato il poeta Friedrich Schiller a far dire nel 1801, alla sua Pulzella d’Orléans, che contro la stupidità neanche gli dei possono nulla».
Ma è stato lo scrittore di fantascienza Isaac Asimov a rendere popolare il motto nel 1972, fina dal titolo del suo romanzo «Neanche gli dei», a sua volta diviso in tre parti: «Contro la stupidità», «Neanche gli dei» e «Possono nulla».
Per Schiller la stupidità in questione si manifestava nella reazione all’azione positiva dell’eroina Giovanna d’Arco.
 
Per Asimov, al contrario, si manifesta nella mancata reazione all’azione negativa di una sorta di dottor Stranamore, i cui progetti mettono a repentaglio la stabilità sia del nostro mondo, sia di un universo parallelo.
«Gli stupidi possono quindi procurare guai al prossimo – sottolinea Odifreddi – in due maniere contrapposte: o rendendo la vita impossibile a coloro che hanno idee sensate e utili, impedendo loro di metterle in pratica, o spianando la strada a coloro che hanno idee insensate e dannose, aiutandoli a realizzarle […]».
 
Per quanto riguarda le banche, ecco cosa l’autore annota qualche pagina dopo.
«Tutti sanno che Dante pone gli usurai nel terzo girone del settimo cerchio dell’Inferno.
«Ma pochi sanno che nel Medioevo gli usurai non erano, come oggi, coloro che prestano denaro a tassi esorbitanti (secondo la legge: superiori di quattro punti al tasso medio aumentato di un quarto). Bensì coloro che prestavano denaro a qualunque interesse: cioè, gli odierni banchieri[...].».
Conclude più avanti: «Oggi i cittadini e gli stati hanno stupidamente permesso che le banche speculassero sui loro risparmi privati e sui loro debiti pubblici, diventando troppo grandi per fallire.
«Centinaia di miliardi sono stati investiti negli Stati Uniti e in Europa per salvarle, ma forse è venuto il momento di tornare a considerare i banchieri paria della società e reietti da Dio, rinchiudendoli di nuovo in ghetti e mandandoli all’inferno.»
 
Affronta anche il problema dei cosiddetti «cervelli in fuga», informando di quanto segue.
«Lasciarsi scappare i cervelli è uno dei modi che le nazioni autolesioniste adottano per elevare il proprio tasso di stupidità e abbassare l’altrui. Compresa l’Italia, che negli ultimi cinquant’anni ha visto sette italiani (Capecchi, Dulbecco, Giacconi, Luria, Modigliani, Montalcini e Rubbia) vincere il premio Nobel lavorando altrove […].
«È una delle facce del colonialismo moderno. La maggior parte di questi emigranti qualificati immigrano infatti negli Stati Uniti, dove un terzo degli ingegneri e degli scienziati è di origine straniera, così come più della metà di coloro che conseguono un dottorato scientifico.
«Sono – conclude – gli eredi di Einstein, dei von Neumann e dei von Braun che hanno permesso agli Stati Uniti di diventare la potenza che sono.»
 
Un capitolo lo dedica anche agli sprechi, sottolineando come sprecare cibo sia uno degli effetti più imbarazzanti della stupidità occidentale.
«Metà del cibo acquistato dai consumatori e dai ristoratori finisce tra i rifiuti, mentre un miliardo di persone nel resto del mondo non ne ha a sufficienza per vivere.»
È un dato che fa riflettere e che la dice lunga sulla stupidità umana.
Lo spreco di cibo da un lato e la fame dall’altra, sono due facce della stessa medaglia, un paradosso della nostra società.
Ognuno di noi può cercare di porvi rimedio, iniziando a limitare al massimo lo spreco alimentare domestico.
 
Daniela Larentis – [email protected]