Cent’anni fa l’assedio russo alla fortezza di Przemyśl

Durato dal 24 settembre 1914 al 22 marzo 1915, è stato uno dei più grandi assedi della Grande Guerra – Fu una dura sconfitta dell'Impero austro-ungarico

Il fronte orientale, aperto nell'agosto 1914 con l'invasione russa della Prussia orientale, fu uno dei principali teatri di guerra della prima guerra mondiale.
Su questo fronte si scontrarono Germania, Austria-Ungheria e truppe ottomane di supporto da una parte, a cui si affiancò la Bulgaria nel 1915, e l'Impero russo dall'altra, a cui si unì per poco tempo la Romania.
Contrariamente a quanto accadde sul fronte occidentale, a oriente la guerra di manovra non finì mai completamente, la guerra di posizione si alternava alle manovre a livello operativo.
La fortezza austro ungarica di Przemyśl si trovava in un posto vicino al fronte tra Russia e Impero Asburgico che nelle avanzate e ritirate che si sono susseguite si è trovata ora con i propri alleati, ora circondata dai russi.
La prima volta che fu circondata dai russi, il generale Radko Dimitriev ordinò ai suoi soldati l’assalto… all’arma bianca. Gli assedianti persero così 40.000 uomini.
Non abbiamo parole per definire un generale di questo genere, ma siamo certi che i nostri lettori capiranno perché pochi anni dopo scoppiò la rivoluzione russa…
Poi, l'11 ottobre, i russi si dovettero ritirare, sospinti dal contrattacco austro ungarico e la fortezza venne liberata.
Ma per poco. Già il 31 ottobre, Hindenburg veniva sconfitto nella battaglia della Vistola e ritirò l'attacco a Varsavia. Gli austriaci dovettero ritirarsi nuovamente dai Carpazi e la fortezza di Przemyśl tornò ad essere circondata dai russi.
Stavolta però il nuovo comandante russo, il generale Andrei Nikolaevich Selivanov, adottò la liena di prendere la fortezza per fame. E difatti si arrese il 22 marzo 1915.
La guarnigione della fortezza aveva 126.000 uomini, i russi avevano messo in campo 300.000 soldati.
Morirono 16.000 austro ungarici (i restanti 110.000 si arresero), i russi persero 115.000 uomini (di cui 40.000 nei primi giorni d'assedio). 
Ricordiamo infine che tra le fila degli austro ungarici combattevano in Galizia anche i soldati di leva del Trentino, del Sud e del Nord Tirolo.

 
 
Il mese di ottobre 1914 è stato per la Grande Guerra un momento delicato ma non certo conclusivo.
Sul fronte occidentale, i Tedeschi chiudevano la guerra con il Belgio, mentre dopo la sconfitta della battaglia della Marna si erano trincerati nelle fortificazioni che avevano prudentemente costruito nell’«improbabile» eventualità di una disfatta…
Comunque sia, si era avviata una nuova fase della guerra, quella di trincea.
La guerra era virtualmente finita perché nessuna delle parti in campo era in grado di sfondare le linee nemiche.
Le difese in quell’epoca erano molto più evolute degli attacchi.
 
Sul fronte orientale le cose stavano diversamente. I Russi avevano messo in campo nientemeno che due gruppi di armate, uno contro la Germania e l’altro contro l’Austria Ungheria.
Gli imperi centrali erano in netta minoranza numerica, ma godevano di due vantaggi. I Tedeschi sapevano manovrare meglio, grazie al genio di Hindenburg e alla capacità operativa di Ludendorff.
Gli austriaci erano solo meglio armati dei russi, che erano in perenne mancanza di munizioni a tutti i livello soprattutto a causa dei Dardanelli dai quali i turchi non facevano passare navi di paesi in guerra. Ma il CSM Conrad non era in grado di gestire una guerra di massa come quella che si era trovato di fronte.
Berlino aveva provato ad affidare il comando supremo a Hindenburg, ma Vienna aveva voluto che Conrad ricevesse solo direttive e non piani operativi. Ne risultò che gli austro ungarici misero in crisi anche i tedeschi.
 
Non va dimenticato che la Serbia, che gli Austro Ungarici volevano punire dopo l’attentato di Sarajevo, era diventato un fronte minore.
L’esercito austroungarico aveva passato più volte il Danubio, la Drava e la Drina per prendere Belgrado, ma se ne era tornato anche al di là dei fiumi perché il problema reale era rappresentato dalla Russia.
In un altro momento parleremo della marcia su Belgrado – che alla fine ci fu, anche se a vicende alterne – perché qui vogliamo parlare di un altro dramma della Grande Guerra, l’assedio alla fortezza di Przemyśl.
L'assedio di Przemyśl (Premissel in tedesco) è stato uno dei più grandi assedi della prima guerra mondiale e si concluse con la dura sconfitta dell'Impero austro-ungarico.
La grande piazzaforte austriaca venne circondata una prima volta dall'Esercito russo il 24 settembre 1914, al termine della Battaglia di Galizia (ne abbiamo parlato in un servizio precedente - vedi), quando i russi costrinsero gli Austro Ungarici ad abbandonare la Galizia.
La battaglia si interruppe brevemente a causa di un'offensiva austroungarica scatenata l'11 ottobre, passata alla storia come Battaglia della Vistola. E adesso parliamo di questa battaglia perché, tanto per cambiare, ha coinvolto molti soldati trentini.
 

 
 Battaglia della Vistola
Questa battaglia, conosciuta anche come battaglia di Varsavia, fu uno scontro combattuto tra le forze tedesche e austro-ungariche contro quelle dell'Impero russo sul Fronte orientale durante la prima guerra mondiale.
La battaglia, iniziata con un'offensiva tedesca in direzione della Vistola, si concluse dopo oltre un mese di aspri combattimenti con la vittoria dei russi che, con l'intervento di forti riserve, aggirarono i fianchi delle forze tedesche e austro-ungariche costringendole ad un ripiegamento generale.
 
Quando l'esercito austro-ungarico era stato messo in rotta durante la battaglia di Galizia, l'area industriale della Slesia superiore, rimasta indifesa, fu minacciata da una possibile ulteriore offensiva russa, diretta verso il cuore della Germania.
Per contrastare i preparativi russi e per dare un po' di supporto alle armate austro-ungariche, gravemente indebolite, Erich von Falkenhayn, il nuovo comandante del Deutsches Heer, ordinò al grosso della Ottava Armata di spostarsi verso l'area di Cracovia per condurre un'offensiva contro il centro dello schieramento russo, posizionato intorno a Varsavia.
La 9. Armee, appena creata e comandata dal generale Paul von Hindenburg, era formata dal XI., dal XX. e dal XVII Armeekorps, da un Gardekorps, dal Kavalleriekorps «Frommel» e dal Landwehr Armeekorps «Woyrsh», che era un'unità mista formata da una divisione territoriale, proveniente dalla Slesia, e dalla 8. Sachsen Kavallerie-Division.
Nei primi giorni di ottobre, l'armata fu rafforzata con l'aggiunta della 35. Reserve-Division, proveniente dalla Prussia orientale.
A questo punto, Hindenburg aveva a disposizione 12 divisioni di fanteria ed una di cavalleria. La battaglia iniziò il 28 settembre e il 30 dello stesso mese alla 9. Armee si unì la 1ª Armata austro-ungarica.
 
Per sorvegliare l'attraversamento della 4ª e della 9ª Armata russa sulla Vistola, l'Alto Comando russo dispiegò la 75ª divisione della Riserva a Radom, mentre il gruppo del generale Delsalle, fu dispiegato a Opatów-Klimontów.
Entrambi i gruppi erano protetti dalle divisioni di cavalleria del corpo d'armata del generale Nowikow.
Poiché sospettava la presenza di due o tre corpi d'armata in quell'area, Hindenburg concentrò contro il gruppo di Delsalle l'XI Armeekorps, il Gardekorps e il 1º corpo d'armata austro-ungarico.
Il 3 ottobre, a Klimontów, la 3ª e la 7ª divisione di cavalleria austriaca attaccarono la brigata di cavalleria della Guardia russa, ma vennero sconfitte e costrette a ritirarsi.
A questo punto, Hindenburg non aveva alcuna idea di quanto fossero deboli in realtà le forze di fronte a lui.
In risposta alla minaccia austro-tedesca, alle forze russe in quell'area fu ordinato di ritirarsi per proprio conto.
Il giorno dopo, il gruppo russo fu distrutto dalle forze nemiche, nettamente superiori. Gli Imperi centrali catturarono 7.000 prigionieri: solo poche unità russe riuscirono a fuggire.
Le forze tedesche persero solamente 571 uomini, mentre le perdite austriache sono sconosciute.
 
Hindenburg raggiunse la Vistola il 9 ottobre, giungendo a soli 19 km da Varsavia. Ma in quel punto l'offensiva tedesca iniziò a vacillare.
Il generale Nikolai Ruzsky, comandante del Fronte russo nordoccidentale, inviò significative quantità di truppe di rinforzo contro la 9ª Armata.
A questo punto Hindenburg, che aveva appreso da un prigioniero che i Russi avevano pianificato un'offensiva in Slesia, continuò a premere nell'offensiva contro Varsavia.
I Tedeschi avevano poca familiarità con il terreno ed erano impossibilitati a inviare rinforzi alla 9. Armee, permettendo così a Ruzsky di concentrare le sue truppe contro Hindenburg.
Il 17 ottobre, Hindenburg ordinò la ritirata ed il 31 la battaglia terminò.
Il 1º novembre, la 9. Armee si trovava nella stessa posizione di partenza, con la perdita di 21.350 soldati.
La 1ª Armata austro-ungarica aveva perso circa 50.000 uomini.
I Russi contarono 15.000 morti e 50.000 feriti.
Questa battaglia fu il primo di numerosi tentativi da parte dei Tedeschi di conquistare Varsavia.
Dopo la battaglia, il generaloberst Hindenburg fu nominato comandante dell'intero Fronte orientale. La 9. Armee fu presa in consegna dal generale August von Mackensen, che originariamente era stato comandante del XVII Armeekorps.
Dieci giorni dopo, Hindenburg intraprese un altro tentativo di catturare Varsavia, che culminò nella battaglia di Łódz.
Nell'autunno del 1914 la superiorità numerica permise ai Russi di occupare una posizione di vantaggio rispetto alle forze degli Imperi centrali.
 

  
 Ed ora torniamo all’assedio di Przemyśl
Przemyśl è una città polacca del distretto di Przemyśl nel voivodato della Precarpazia.
Ricopre una superficie di 44 km² e nel 2007 contava 66.128 abitanti.
L'assedio, interrotto il riprese il 9 novembre. La guarnigione a difesa della piazzaforte si arrese il 22 marzo 1915, dopo 133 giorni di resistenza.
L'assedio di Przemyśl (Premissel in tedesco) è stato uno dei più grandi assedi della prima guerra mondiale e si concluse con la dura sconfitta dell'Impero austro-ungarico.
La grande piazzaforte austriaca venne circondata dall'Esercito russo una prima volta il 24 settembre 1914.
La battaglia si interruppe brevemente a causa di un'offensiva austroungarica l'11 ottobre di cui abbiamo parlato qui sopra. L'assedio riprese il 9 novembre, quando i russi tornarono.
 
Come abbiamo visto, durante l'offensiva russa dell'estate 1914 dalla Galizia verso Lemberg (Leopoli), il generale Nikolai Ivanov sconfisse le forze austro-ungariche sotto il comando del generale Conrad von Hötzendorff nella serie di aspri scontri conosciuti come battaglia di Galizia.
L'intero fronte austriaco dovette indietreggiare di circa 160 km in direzione dei Carpazi.
La fortezza di Przemyśl era l'unica postazione che resistette e il 28 settembre si trovò completamente dietro le linee russe. I russi erano così giunti a minacciare la Slesia, regione fortemente industrializzata e di cruciale importanza per gli Imperi centrali, dando alla difesa di Przemyśl un'importanza strategica fondamentale.
 

 
 Primo assedio
Il 24 settembre il generale Radko Dimitriev, comandante della Terza armata russa, cinse d'assedio la fortezza, pur essendo privo di sufficiente e adeguata artiglieria.
Invece di attendere che l'Alto Comando russo gli inviasse gli armamenti di cui necessitava, ordinò un attacco a larga scala contro la fortezza, in modo da sorprendere gli austroungarici che erano in attesa di rinforzi.
Per tre giorni i russi continuarono l'offensiva, ma senza ottenere alcun risultato e al costo di 40.000 (quarantamila…) perdite.
Durante questi eventi, il generale Paul von Hindenburg lanciò un'offensiva a settentrione, contro la città di Varsavia.
Allo stesso tempo il generale Svetozar Borojević von Bojna guidò delle truppe di rinforzo in direzione Przemyśl.
L'11 ottobre Dimitriev tolse l'assedio e si ritirò al di là del fiume San. Hötzendorff credeva che un attacco combinato dall'armata di Borojević con le forze presenti nella fortezza avrebbe potuto infliggere una sconfitta decisiva ai russi.
 

La cattedrale di Przemyśl.
 
 Secondo assedio
Il 31 ottobre, come sappiamo, Hindenburg veniva sconfitto nella battaglia della Vistola e ritirò l'attacco a Varsavia.
Questo fatto indusse Borojević a ritirarsi dalle postazioni sul fiume San, abbandonando la strategia offensiva proposta di Conrad von Hötzendorff e il 9 novembre le forze russe ripresero l'assedio di Przemyśl.
Le truppe di Radko Dimitriev vennero fatte ritirare dal settore del forte e si spostarono a nord.
L'Undicesima Armata russa agli ordini del generale Andrei Nikolaevich Selivanov le sostituirono nelle operazioni di assedio.
Selivanov non ordinò alcun assalto frontale come fece Dimitiev, ma adottò la strategia di far affamare la guarnigione nemica, così da costringerli alla resa.
 
Nei mesi che seguirono un'altra forza di supporto venne guidata da Borojević sul posto. Per la fine di febbraio tutti i rinforzi vennero sconfitti.
Hötzendorff informò il comandante della guarnigione, Hermann Kusmanek von Burgneustädten, che nessun altro tentativo di soccorso avrebbe avuto luogo.
A Selivanov giunse nel frattempo l'artiglieria sufficiente ad abbattere le difese della fortezza. I russi fecero breccia nel settore settentrionale il 13 marzo.
Una linea di difesa improvvisata contenne gli attacchi il tempo necessario per permettere a Kusmanek di distruggere tutto ciò che nella città poteva essere di qualche utilità alle forze russe una volta catturata.
Il 19 marzo l'ufficiale austriaco provò a far uscire le sue forze dalle mura, ma ogni sortita venne respinta costringendolo a ritirarsi all'interno della città.
Avendo precedentemente ripulito la città da ogni strumentazione utile ai fini militare, Kusmanek non ebbe scelta e decise di arrendersi.
Il 22 marzo la guarnigione superstite di 117.000 uomini si arrese ai russi. Tra i prigionieri c'erano nove generali, 93 ufficiali superiori e 2'500 altri ufficiali.
  
 Effetti
La caduta di Przemyśl portò molti a pensare che la Russia avrebbe lanciato un'offensiva su larga scala contro l'Ungheria.
Questa presunta offensiva, tuttavia, non si realizzò mai, ma la perdita della fortezza fu un durissimo colpo per il morale degli austro-ungarici.
Inoltre, venne attribuito un peso maggiore a questa sconfitta in quanto il forte avrebbe dovuto essere tenuto solamente da 50.000 uomini, mentre al termine degli scontri si arrivò alla resa di ben 110.000 soldati.
I russi tennero Przemyśl fino all'estate 1915, quando l'offensiva congiunta austro-ungarica e germanica spinse nuovamente il fronte in Galizia.
 
GdM