Disturbi alimentari: il cibo come anestetico
Anoressia, bulimia e disturbi del comportamento alimentare
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I genitori sono spesso gli ultimi ad accorgersene, poiché i ragazzi e soprattutto le ragazze adolescenti, riescono a celare bene la loro patologia.
Dimagrire a tutti i costi, con qualsiasi metodo.
E in vista dell'estate magari ancora più velocemente.
Spesso inizia proprio da una dieta dimagrante l'anoressia: desiderio di dimagrire e incapacità di fermarsi, poiché lo specchio rimanda sempre un'immagine troppo «grassa», anche se la persona è in evidente e marcato sottopeso.
E la distorsione dell'immagine corporea è inconsapevole oltre che considerevole.
Nelle cause dell'anoressia vi sono prima di tutto disagi psicologici, ma il confine tra questi e il desiderio di imitare dei modelli ritenuti «vincenti» è molto labile.
E' un vero problema sociale quello relativo ai disturbi alimentari, il cui esordio avviene sempre più precocemente, generalmente verso i 12-14 anni o anche verso i 18-19 anni, ma talvolta già a 10 anni e colpisce al 90% il sesso femminile.
Non solo anoressia e bulimia
Non solo anoressia e bulimia, ma anche Bed, ortoressia, obesità e l'ultima moda, quella della drunkoressia, ovvero una dieta che si basa unicamente sul consumo di alcool.
Il 3% della popolazione italiana soffre di qualche tipo di DAP, disturbo alimentare psicogeno, che – serve ricordarlo – non è una malattia dell'appetito, quanto invece un modo per comunicare sofferenze e paure.
Il cibo diviene così un mezzo per anestetizzare il dolore, un'autocura per non pensare.
Se nell'anoressia ci si illude che cambiando la propria immagine si possa anche cambiare la propria vita o cancellare la sofferenza, nella bulimia la sensazione è di un vuoto soggettivo incolmabile, disperato, che si cerca di riempire con il cibo.
Succede così che nella bulimia si instauri una vera e propria dipendenza dal cibo, che viene poi sistematicamente espulso dal corpo mediante vomito e con l'uso di lassativi.
Questo lascia un senso di colpa devastante e una incessante insoddisfazione per come si appare.
Altro disturbo dell'alimentazione è il BED (Binge Eating Disorder), cioè disturbo da alimentazione incontrollata, che si presenta clinicamente con episodi di abbuffate tipici della bulimia nervosa, senza però mostrare i comportamenti compensatori tipici di quest'ultima.
Anche l'obesità ha origini psicologiche: il persistente desiderio di mangiare ha origine da difficoltà esistenziali e/o relazionali e il grasso diviene il mezzo per creare una barriera tra noi e gli altri; il cibo rappresenta il mezzo per anestetizzare il dolore.
L'ortoressia è un disturbo caratterizzato da un atteggiamento di estrema selettività nella scelta di cibi distinti tra salutari (buoni) e contaminati (cattivi).
Nasce con un buon intento, la salute, ed una particolare attenzione per i cibi sani, ma successivamente si trasforma in una vera e propria ossessione.
Colpisce soprattutto gli over 30 ed è sempre più diffuso tra gli uomini e tra le persone di buon livello culturale.
Molto spesso il soggetto si isola, rinchiudendosi sempre più in se stesso, convincendosi di «volersi bene» e di tenere alla propria salute.
Spesso accanto a questi disturbi appaiono anche sintomi legati ai disturbi d'ansia (es. attacchi di panico) e ai disturbi dell'umore (es. depressione).
Cosa fare?
Anoressia e bulimia sono disturbi da cui non è possibile guarire da soli, anche perché non vi è consapevolezza di malattia.
Anche tra coloro che pensano di aver superato la fase adolescenziale e sono convinte di essere guarite da sole, spesso riappare il problema in età adulta o anche in età adulta avanzata.
E' importante però sapere che guarire si può: il primo passo è quello di uscire dal senso di colpa e dalla vergogna che si può sentire quando si decide di chiedere aiuto.
I disturbi del comportamento alimentare necessitano di un approccio multidisciplinare che preveda una collaborazione tra psichiatra, internista, dietologo e psicologo.
Dott.ssa Paola Taufer
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