Premio Nobel Amartya Sen: «Per fortuna non sono un politico»
Così risponde il Premio Nobel a una domanda sul futuro dell'Euro Le domande di fila e le poche risposte del professore
Praticamente non ha risposto alle domande dei giornalisti il premio
Nobel per l'Economia Amartya Sen, oggi ospite della Cooperazione
trentina.
«Questa domanda dovrei farla io a lei - ha detto al primo
giornalista che gli ha parlato. - Siete di qua e conoscete meglio
di me la situazione.»
«Capisco le due domande, separatamente - ha detto a un altro. - Ma
mi domando che cosa c'entri la seconda dopo che mi ha fatto la
prima.»
Poi è toccato a noi.
Ci sa spiegare come mai i paesi in via di sviluppo hanno
superato la grande crisi prima di noi, Paesi
industrializzati?
«Noi [India - NdR] non avevamo
nell'armadio titoli tossici… - ha risposto con un giro di parole, -
come non ne avevano la Cina né il Sudafrica. Io critico spesso e
volentieri il mio governo, ma in questo caso devo dire che ha
saputo gestire la situazione senza problemi.»
Lei dice che solo la crescita economica può risolvere il
problema dell'indebitamento dei Paesi Occidentali - gli chiede
il collega del quotidiano Il Trentino. - Ma come si può far
crescere un'economia e mantenere basso l'indebitamento dello
Strato?
«Questo deve chiederlo al mio collega Stefano
Zamagni. - Risponde Sen. - Lui conosce il vostro Paese meglio di
me.»
Ovviamente Zamagni, che era al suo fianco, non ha risposto,
preferendo fare una smorfia tra il lusingato e l'affaticato.
Tocca di nuovo a noi, dopo che un collega de Il
Riformatore gli ha fatto una dotta serie di domande da
lezione tra le righe.
La Grande Crisi, anzi la seconda parte della Grande Crisi, ha
messo in risalto la problematica di una moneta come l'Euro adottata
da una serie di paesi con economie tra loro anche molto diverse.
Pensa che l'Europa ce la farà o dovrà adattarsi alle economie più
in difficoltà?
«Ne ho parlato spesso in passato, sia con
l'amico Zamagni che con l'amico Padoa Schioppa. - Risponde. - Sa
cosa gli avevo detto? Prima o poi scoppierà il bubbone… Adesso è
scoppiato. Padoa Schioppa non c'è più e per fortuna… io non sono un
politico…»