Storie di donne, letteratura di genere/ 392 – Di Luciana Grillo

Isabella Schiavone, «Fiori di mango» – Un viaggio all'interno di se stessi, stimolato da quella babele di cultura, tradizioni, sapori e colori che è il Kenya

Titolo: Fiori di mango
Autrice: Isabella Schiavone
 
Editore: Lastaria Edizioni 2020
Genere: Narrativa italiana contemporanea
 
Pagine: 120, Brossura
Prezzo di copertina: € 15
 
Due amiche di vecchia data, un cugino vivace, una nonna affascinante, rapporti sentimentali difficili, un’atmosfera dai caldi colori africani… per Stella e Gloria cosa può esserci di meglio di un viaggio in Kenya, dove Stella possa riflettere sulla crisi che sta vivendo e Gloria ritrovare le proprie radici?
Le due giovani donne si comprendono, l’una sa di poter parlare all’altra con assoluta sincerità, «solo chi è stato in grado di affrontare il proprio dolore è capace di stare accanto a chi sta male senza fuggire»; a loro si unisce, tra alberi maestosi e un’accogliente veranda, Lorenzo, cugino di Gloria, in vacanza con i suoi bambini che piano piano prendono «confidenza con l’ambiente e con i cugini di terzo grado mai conosciuti».
 
Stella è ferita dalla fine del suo rapporto con Gianni che «non ce la faceva ad abdicare ai propri doveri e a trasformare a sua vita… e mentre Stella lo sentiva cambiare e impazziva nell’impossibilità di riconoscersi ancora in lui, Gianni si ammalava di depressione. Più stava male e più il suo estro artistico godeva della disfatta. Non aveva mai avuto tanto successo».
Per Gloria, avvocata, sposata con un collega, la situazione era diversa: abbandonata la professione forense, avevano aperto un locale gourmet e tutto era sembrato andare bene, anche se fra loro c’erano affetto, comprensione, attenzione, non passione.
Poi, il desiderio espresso da Gloria di avere un figlio aveva creato incomprensioni e malcontento.
 
Anche il matrimonio di Lorenzo, suo malgrado, non vive momenti sereni…e dunque l’allontanamento, la vacanza esotica, per tutti e tre rappresentano una sorta di panacea, che consentirà a Gloria non soltanto di trovare attorno a sé una famiglia accogliente che non conosceva, ma anche di recuperare il rapporto con suo padre.
E poi c’è Amani, un uomo del posto, bello e affascinante, che sembra «un africano dal sangue blu», che ha alle spalle un percorso di solitudine e di dolore, mitigati dalla presenza degli italiani che lo avevano aiutato a studiare e poi gli avevano dato lavoro nel loro résort.
Amani era stato felice quando finalmente aveva avuto dei libri tutti suoi, «la lettura era il suo nutrimento, piaceri per i sensi oltre che per lo spirito… nel leggere con passione storiografie e racconti, constatava come la brama di potere e l’amore fossero trasversali ad ogni cultura».
 
La visita di Stella e Gloria a un villaggio, le capanne di fango, i bimbi resi felici da qualche biscotto, rivelano la particolare sensibilità di Stella che accarezza i neonati, quasi che avverta «un remoto senso di appartenenza alla vitalità che esplodeva dagli sguardi affamati…era sintonizzata con il contesto, nulla le appariva torbido o insostenibile… non c’era più il passato e non c’era più il futuro. Quella precarietà esistenziale l’aveva catapultata nel presente».
E dunque è pronta anche ad andare, con Amani, a visitare l’orfanotrofio in cui lui è cresciuto, dove tanti bambini vengono accolti, anche un piccolo ammalato di AIDS che la ragazza bionda, «con un vestitino leggero azzurro e i sandali etnici, i capelli raccolti in una coda di cavallo» prende fra le braccia senza timori.
 
Intanto Lorenzo e i figli tornano in Italia, accolti dalla moglie e mamma che ha già deciso di divorziare, «anche le certezze di Lorenzo vacillavano. Tutto quello in cui aveva creduto fino a quel momento si stava sgretolando: la famiglia, la bella moglie felice e soddisfatta accanto, i soldi… Rimaneva in piedi il successo professionale, che anzi andava crescendo».
E dunque, tra affetti che si rinsaldano, coppie che si sciolgono, corsi di meditazione che aiutano a intendere l’amore come «una capacità di amare ad ampio raggio, il cui seme, come si diceva, è dentro di noi», un violento attacco terroristico in un affollato centro commerciale kenyota sconvolge il cuore e la mente di Stella che, salvata da Amani, ricoverata in ospedale e assistita amorevolmente da Gloria, da suo padre Albert e da nonna Edith, incontra tante difficoltà per ricominciare a vivere.
 
Tornare in Italia impone un nuovo inizio: Gloria riprende a Roma la sua attività di avvocata, Stella si tuffa nella scrittura, «scriveva e rifletteva. E ogni pensiero si trasformava in parole, in frasi di senso compiuto, in trama», ma il mal d’Africa si fa sentire…
E qui mi fermo, mentre immagino Stella assaporare il mango che tanto le piace.

Luciana Grillo - [email protected]
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