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È scomparso Carlo Leonardelli. Aveva 92 anni

Per oltre quarant’anni impegnato con la Federazione e con la Cooperazione Trentina

Per tutte le collaboratrici e per tutti i collaboratori della Federazione Trentina della Cooperazione era il «dottor Leonardelli».
Perché, Carlo Leonardelli, era attento alla forma e lo considerava il primo segno di rispetto nei confronti delle persone e dell’ente in cui lavorava. Intendiamoci: era reciproco. Infatti, nel rapportarsi con chi aveva di fronte, utilizzava sempre la forma di cortesia fosse giovane o meno giovane. Il «lei», per lui, rappresentava rispetto e una impronta del suo stile che esprimeva anche nell’abbigliamento, rigorosamente classico.
 
Era soddisfatto del proprio percorso professionale che aveva compiuto per oltre quarant’anni (dai primi anni Cinquanta alla prima metà degli anni Novanta) all’interno della ex Federazione dei Consorzi Cooperativi poi diventata Federazione Trentina delle Cooperative e, oggi, Federazione Trentina della Cooperazione.
Da «semplice impiegato», era solito dire, aveva percorso quasi per intero il percorso di carriera che lo aveva portato alla dirigenza e all’incarico di vicedirettore. Inoltre, era il segretario del consiglio di amministrazione, ruolo prestigioso e delicato al tempo stesso, ed era il responsabile della Sezione Speciale Scuola e Formazione.
 
La sua preparazione e la sua esperienza le aveva espresse anche sulle pagine del periodico «Cooperazione Trentina», il mensile della Federazione, firmando molti articoli legati agli ambiti di cui era maggiormente esperto.
È stato autore di molte pubblicazioni. Tra queste la Guida alla Cooperazione Trentina che ha rappresentato la «bibbia» su cui si sono formati generazioni di cooperatrici e di cooperatori.
 
«Leonardelli è stato un dirigente autorevole, rigoroso e ascoltato dalle nostre cooperative – osserva il presidente della Cooperazione Trentina Roberto Simoni -. Anche attraverso i suoi scritti e l’azione quotidiana ha saputo far crescere la Federazione e il sistema cooperativo. Tanto che oggi, a più di trent’anni di distanza, il suo nome è impresso nella memoria di tanti cooperatori e cooperatrici che hanno mosso insieme a lui i primi passi nel movimento».
 
Quando partecipava a eventi inaugurali e a ricorrenze di realtà cooperative di ogni settore i suoi interventi erano seguiti con molta attenzione perché non si limitava a un indirizzo di saluto di circostanza.
Proprio nell’estate di trent’anni fa maturava i requisiti pensionistici dopo quarantuno anni trascorsi, lavorati e vissuti nel mondo della Cooperazione. E nel momento dell’addio ci permettiamo, almeno una volta, di essere meno formali e dirgli «Ciao Carlo e grazie!».

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