Il J’accuse di Sonia Leonardi a chi attacca le selezioni di Miss Italia

«Come donna, non consento che si offendano le ragazze ricorrendo a luoghi comuni, stantii e offensivi, su temi così delicati»

Premetto che sono portata a rispettare le opinioni di tutti, così come ugualmente mi aspetto che facciano altrettanto coloro che hanno espresso pareri negativi in merito al Concorso e a chi vi partecipa, in particolare il consigliere Verde Mauro Previdi.
 
L’80 per cento delle cinquemila ragazze che partecipano liberamente a Miss 2013 pratica una disciplina sportiva e, per questo motivo, importanti federazioni sportive nazionali (la federazione italiana atletica leggera, la federazione italiana pallavolo, la federazione italiana di danza, e molte altre) affiancano la manifestazione, mentre il presidente del Coni Giovanni Malagò ha espresso personalmente apprezzamento per l’iniziativa.
Molte sono state le lettere di dette federazioni arrivate oggi presso le nostre sedi regionali e nazionali.
 
Queste adesioni confermato che Il mondo dello sport non esclude nessuno, non è un circolo chiuso e riservato nel quale possono accedere soltanto gli addetti ai lavori.
E poi è legittimo riservare a queste miss un titolo sportivo in aggiunta a quelli tradizionali del concorso.
C’è un divieto che impedisce di unire lo sport alla bellezza, alla salute e, aggiungo, alla libertà di poter svolgere liberamente qualunque attività più che legittima, compreso un sano e pulito concorso di bellezza?
 
Le ragazze sono rappresentate anche da un numero, oltre che dal loro nome e cognome e dalle loro caratteristiche, così come lo è qualsiasi competizione sportiva o canora, ma non per questo si sentono dei numeri.
 
Nude? Non direi proprio! Non si sfila più in costume da bagno da diversi anni, e la lunghezza dei nostri abiti supera di gran lunga quella dettata dal trend che la moda imporrebbe di seguire (vediamo gli short vertiginosi che sfilano nelle nostre città a qualsiasi ora ed a qualsiasi età).
Vogliamo quindi incriminare anche la mise delle tenniste? Allunghiamo le gonne anche a loro?
O i look da competizione sportiva nel mondo del ballo o i colorati e sgambati body della ginnastica artistica?
 
Come donna, non consento che si parli delle selezioni che personalmente organizzo con grande professionalità e attenzione, come di eventi nei quali si svilisce e si offende la figura femminile.
Non si ricorre a luoghi comuni, stantii e offensivi, su temi così delicati.
Nessuna donna – tra le centinaia che partecipano e che hanno partecipato al concorso nella nostra regione – si farebbe mai strumentalizzare.
Né offendere da chi le traccia di essere belle statuine.
 
Sarebbe stato sufficiente aver assistito alle nostre manifestazioni per rendersene conto.