Continua la corsa per accaparrarsi le finali nazionali di Miss Italia

La storia della «donna oggetto», legata alla semplice bellezza, appartiene ai fantasmi del passato, che qualcuno evoca ancora

Tutti vogliono Miss Italia. Dopo la rinuncia di Salsomaggiore, per motivi economici, ad ospitare le Finali, si sono candidate al suo posto molte località.
E da parte dell'organizzazione è iniziata la ricerca di strutture adeguate nelle varie città.
La «corsa a Miss Italia» trova la spiegazione nel fatto che, ininterrottamente dal 1983, la sede fissa è stata quella di Salsomaggiore Terme e non valeva nemmeno la pena quindi avanzare candidature.

Quattro località fra quelle che ora si propongono hanno già ospitato Miss Italia: Stresa (i primi quattro anni e poi anche nel 1958), Sanremo (1951 e 1982), Viareggio (1979), Gallio (1980).
Ma la lista dei contendenti è lunga e conta una ventina di comuni, dal nord al sud alle isole.
A farsi avanti sono state, oltre alle già citate, St.Vincent, Campione, Como, Lido di Venezia, Rapallo, Montecatini Terme, Riccione, Roma, Fiuggi, Roccaraso, Napoli, Sorrento, Margherita di Savoia, Policoro, Lipari, Palermo, Taormina e Alghero.

Il Trentino, che aveva pensato a Riva del Garda come possibile sede delle finali, ci ha ripensato e ha detto di no.
Le principali pressioni contrarie, a quanto ci è dato di sapere, sono di origini ideologiche. Miss Italia rappresenta ancora per qualcuno l'apoteosi della donna oggetto, così come per qualcuno le veline a Striscia la Notizia sono l'aberrazione delle donne.
In realtà i tempi sono cambiati dal 1968 a oggi. La donna è considerata a tutti gli effetti uguale all'uomo e quelle che appaiono come discriminazioni (poche quote rose nei punti che contano) devono solo seguire l'evoluzione dei costumi. Ci vuole tempo, ma la strada è segnata.

Anzi a ben vedere la donna ha più chance dell'uomo, dato che in più potrebbe avere il dono della bellezza, aspetto che potrebbe aprirle le strade del successo.
Vediamo di non commettere l'errore che è stato fatto dalla demagogia del passato: non potendo dare a tutte la stessa bellezza, cerchiamo di non togliere alle belle la possibilità di farsi strada nel mondo dell'arte, della moda e dello spettacolo.
Ogni riferimento non è affatto causale, ma rivolto a coloro che vedono ancora il demonio nelle pieghe dei concorsi di bellezza.