Aylan, si chiamava… Non ha più nome, è basso sulle ali
Nel primo anniversario della morte del bambino, la poesia di Massimo Parolini
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L'ennesimo caduto bocconi su una spiaggia qualunque...
cancella anche quello
nel vomito del mare
l’occidente baumaniano
nelle sue liquidità…
Rimane, ma per poco, una nuova
icona pop, virale in poche
ore, sui social coi mi piace…
Ei fu… Siccome immobile
la spoglia immemore
la terra attonita
al video sta…
Here lies one
whose name was writ in water*
Dormi, Aylan
con tuo fratello Galip, con tua madre Rihan...
non dare ascolto,
allegro bimbo curdo
di Kobane, su quella spiaggia
a tutti i senza terra che
neanche il mare sa accettare…
un dio, impietosito,
ti avrebbe mutato in corpo astrale:
oggi, invece, ti rendiamo
-virtualmente- speciale…
All’ombra del verde melograno
fra un pianto antico ed un i like nuovo
rispuntano i fiori del dolore,
corolle oscure di un atro fondo
che nessun dio vuol più spiegare,
che nessun mondo -dietro al mondo-
potrà con un guizzo
giallo illuminare…
*iscrizione funebre di John Keats