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Modi de dir 'n trentìm/ 23 – Di Cornelio Galas

23ª puntata dei modi di dire e frasi fatte della tradizione dialettica trentina

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NO VEGNIRÀ MIGA I TÓI DOMINICA… – Domanda retorica. Si sa che suoceri e parenti affini arrivano sempre quando la coppia aveva altri programmi. Confronta: «Veleni e antidoti».
 
NO TE PÀRI TANT A PIOMBO – Certificazione tecnica di instabilità. O pendenza (cfr. I misteri della torre di Pisa). Di solito è la constatazione, insindacabile, di un evidente stato di ubriachezza più o meno molesta. Il giudizio si estende anche a chi proprio non riesce a connettere, a parlare, ad esprimersi nella lingua corrente. Non nel senso dell’acqua. Vedi anche «Te g’hai el sol en téi òci».

NO SÓN TANTO PER LA QUALE – Non mi sento bene, non mi sento pronto. Bellissimo trasporto in italiano maccheronico per esprimere il proprio disagio.
 
NO SÓN TANT DAL VÈRS GIÙST – Non è il momento migliore.
 
EL GH’ I OCI DE SO MAMAMater semper certa, pater unquam… Subito dopo, a mò di excusatio non petita si dice: «Però le gambe le è grosse come quele del papà…»
 
HO PATÌ EN FRÉT, MA EN FRÉT… – Pretesto per farsi un whisky doppio. Anche perché non si scende mai nei dettagli. Né del prima. Né - ma è meglio - del dopo.
 
TÈGNETE DA CÓNT – Invito a preservare la specie. A mantenersi in salute. Confronta: «Fa polito dai». Tegnelo da cont invece va inteso come salvaguardia di un rapporto. «Tegni a man»: invito della Casse di Risparmio – Sparkasse.
 
LU NON STAGA A PREOCCUPARSE PER EL PAGAMENT. QUEL HE CONTA L’È CHE EL PORTA I SOLDI QUANDO EL VÈN A TÒRSE LA VACA – Fidarsi è bene, non fodarsi è meglio.
 
VEGNIRÌA ANCA, MA… – Quando si pongono delle clausole rispetto ad un appuntamento, ad un viaggio, a qualcosa da fare insieme ad altri, a monte ci sono quasi sempre problemi irriferibili.
 
EL ME DÀGA PUR DEL TÌ – Paradosso. Incipit di un dialogo che non crea, anzi, le condizioni per un colloquio amicale, inter pares.
 
TI NO TE SAI CHI CHE SON – In Italiano «Lei non sa chi sono io!» Un classico espediente per evitare la contravvenzione per divieto di sosta. Occhio: tanti alla fine sono stati denunciati per tentativo di corruzione (gh’at bisoin de ’na racomandazióm en Provincia? Basta parlarne… Dai che ném a bever qualcòs al bar).
 
VARA TI CHE PASSI… – Giudizio, drastico, basato sempre sull’apparenza, riferito ad un conoscente magari uscito in strada un po’ trasandato perché gli è scappato il cane…
 
MOLA ZÓ QUEL MUS VALÀ – Invito ad uscire dal mutismo post litigio. Insomma a lasciar perdere precedenti screzi. Con i permalosi bisogna aggiungere: «Per mi te poi star così anca do ani, che te diga: prima o dopo la te passerà. E se no la te passa l’è istéss».
 
NO LA PAR NA CAMERA MA ’NA STÀLA… – Richiamo all’ordine. Di solito rivolto ai ragazzi e al disordine delle loro camere. Famosa la risposta data anni fa ad una mamma che faceva questo rimprovero: «A proposito de stàla e boàzze: chi èl che s’è netà el cul coi me calzòti?».
 
GHE STALA? (O GHE STALO? O GHE STAT?) – Nulla a che vedere con la precedente definizione. Sta per: «Ci sta dentro?». Succede quando si prendono «all’incirca» le misure della cucina e si arriva con il frigo che non ci sta. Ma anche quando bisogna far trasloco con un veicolo dal bagagliaio stretto.
 
’SA VOT? – Il significato è subordinato alla punteggiatura che segue. «’sa vòt?» sta per cosa vuoi? «’sa vòt…» sta per «dimmi tu… del resto …’sa vot !» esprime invece già un giudizio. Pur senza entrare nei dettagli. «Casa da sbianchezar. Me marì? ’Sa vòt!». Sineddoche del concetto: «’sa vòt che vegna fora…».
 
AH, DIGO BEM – Conferma. Ma con rafforzativo: avevo ragione io, non c’è alcun dubbio. Può essere anche riflessivo: «Ah me digo…». Sempre e comunque autoreferenziale. Col tempo imperfetto equivale a «l’avevo detto io…». E cioè: «Ah volevo ben dir» «Ah, ’l disèvo mi», «El savévp». Con varianti: «Gh’avrìa mès su quel che te volevi che…».
 
TE PAR L’ÓRA? – Sottinteso: di arrivare, di partire, di fare qualcosa in un momento poco adatto. Segue di solito un breve commento: «No, perché se chi ognun ’l fa quel che ’l vol, quando che ’l vòl…».
 
NO STA MÓNZERMELA – Non si riferisce al divieto di mungere la propria vacca. Ma, in senso figurato, di non darla a bere. «A mi te me la mónzi?» Bere cosa? Forse il latte che non a caso in altra definizione: «No sta farme vegnir el lat ai dinòci».
 
SE SLÀMEGA FOR TÙT – Si sfibra tutto, soprattutto in senso figurato. Volgare, va tutto a puttane.
 
QUANDO EL SOL TRAMÓNTA, I ÀSENI I S’EMPÓNTA – Impegnarsi quando ormai è troppo tardi.

QUANDO L’AQUA LA TÓCA EL SEDERÌN, SCOMINZIA A NODÀR ANCA EL CANARÌN – Quando sarà il momento, imparerai in fretta a fare tutto.

L'È MEIO CHE TE TE VÀRDI ENTÓRNO VALÀ – Cercati un altro lavoro, perché qui non vai bene.

NÉNTE CHE NÉN! – Andiamo, una sollecitazione fatta con doppio invito.

VALÀ MÀGO…! – Esclamazione fatta per dare dell'ingenuo a qualcuno.

CAVÀL, PUTÀNA E PERSEGÀR, DE PÙ DE TRENT’ANI NO I PÒL DURÀR – I cavalli, le puttane e i peschi non vivono più di 30 anni. Il riferimento alla puttana va inteso all’attività professionale.

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