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Modi de dir 'n trentim/ 21 – Di Cornelio Galas

21ª puntata dei modi di dire e frasi fatte della tradizione dialettica trentina

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VÀNZIT QUALCÒS? – Hai qualcosa contro me? Hai crediti nei miei confronti? Ho forse fatto qualcosa che non va bene e per la quale mediti una vendetta?
 
OSCIA HO DESMENTEGÀ EL PORTAFÒI A CA’ – Capita quando l’interessato dovrebbe pagare il suo giro di aperitivi. Il barista a quel punto dice sempre: «L’è sèmper la stessa storia. E tòr zó qualche pirola per ricordarse le robe? O set zà a livèi de alzàimer?»
 
EN PO’ PER UN LA CIAVE DEL VOLT – Cioè: non deve sempre toccare allo stesso soggetto l’incombenza, la responsabilità, il pagamento…
 
L’È BEN SICUR NEH CHE TO MARÌ ANCOI EL FÀ EL TURNO DE NOT EN CARTERA… – Richiesta di conferma a scanso di equivoci di un impedimento che consente libertà sessuali extraconiugali notturne. Occhio agli scioperi a scacchiera. E comunque agli imprevisti imprevedibili.
 
GH’AVÉ CIODI DA DÉSE CHE NO I SE STÒRZA SE SMARTELO NEL MUR DE CEMENTO? – L’incubo di chi è addetto al punto vendita di ferramenta.
 
VARA, TE ’L DIGO, MA PROPRI PERCHÉ TE SEI TI… – Atto di spionaggio. Confidenza sempre in cambio di altre confidenze. Collusione.
 
GHE N’HO DIT DE BÒ E DE VÀCA – Relazione sintetica di una serie di offese e minacce rivolte non sempre ad un nemico in comune con l’interlocutore. Quest’ultimo di solito chiede lumi sull’epilogo: «Ah sì, e lù ‘sa t’àlo dit, ‘sa àlò fàt, èla finìa lì?». A volte infatti non è andata proprio così…

BÒM ST’ASÉDO, MA DAME EN BICIER DE VIM VALÀ – Stroncatura del vino ricevuto dopo un panegirico sulle sue qualità. Possibile risposta: «Te gh’avrai la boca zamai empastàda». Risposta che può terminare con «móna», quando il vino era buono.
 
TE SEI NÀ EN ASÉDO – Non connetti più o, perlomeno, connetti meno. A volte si può usare la forma interrogativa: «Sét nà en asédo?».

GH'ÀT EL SOL EN TEI ÒCI? – Hai fatto una notte di stravizi? Lo si dice a chi fa fatica ad adeguarsi alla luce.

SÈRA LA BOTÉGA CHE NO TE GH’AI GNÈNT DA VÈNDER – Riferito alla patta aperta dei pantaloni e anche alla pochezza di quello che solo le mutande a quel punto coprono.
 
CHI NO GH’À TESTA GH’À GAMBE – Nel senso che gli smemorati, quelli che dimenticano le chiavi dell’auto all’ultimo piano e se n’accorgono solo quando sono in garage devono essere allenati a sforzi ripetuti.
 
GH’È SCAMPÀ LA SPÓSA – Gossip paesano. Indica più che una scomparsa un tradimento anche se detto dagli uomini non sempre rispecchia l’effettiva realtà dei fatti. Difficile insomma un «Gh’è scampà el marì» anche di fronte all’evidenza.

L’È NÀ A VOLT – È caduto. Si dice sia di un ruzzolone che di una perdita del carico. «L’è nà de vòlta» invece sta per «è tornato indietro». «L’è sèmper en vòlta»: è sempre in giro. A volte si usa la frase più colorata: «L'è nà (tut) en móna».

GH’È NÀ DE VOLTA EL ZERVÈL – È diventato matto. Oppure, meno grave o comunque momentaneo, «l’è un móna».

con niente in mano. Forma più educata di «l’è nà tut en móna»
 
TE M’HAI STOMEGÀ – Mi hai stufato. Con le parole, con le opere, con i pensieri. «M’è restà tut sul stòmech»: principio di indigestione, congestione. Seguono, di solito, conati di vomito (per fortuna che ho butà su tut) liberatori.
 
ENCÙLETE – Invito ad una di fatto impossibile auto-sodomia. «El m’ha enculà»: non si tratta di aver subito una violenza sessuale ma di aver preso una grande fregatura, un grande abbaglio, essere insomma rimasti vittima di una truffa, di un raggiro (da dietro, si sa…). I trentini hanno fatto proprio anche un diffuso modo di dire lombardo: «Ciùlet».
 
BEL, BEL, QUANT COSTEL? SÌ BEL MA NO ME ’L SENTO BEN ADÒS – Classica retromarcia in un negozio di abbigliamento quando viene notificato il prezzo.
 
LA VÈI ZO A SÉCIE – Le tristemente famose «bombe d’acqua», come si usa dire oggi, quando si vuol sottolineare l’intensità delle precipitazioni: «Vèi zò pali de fèr». O ancora: «S’è rot le càne de sòra».
 
GH’O’ I FRENI CHE ZIGA – Constatazione della necessità improrogabile di metter mano ai freni dell’auto. O di una riparazione mal riuscita: «Ma se i ho ’péna rifàti, oscia…».
 
TIRA DE PÙ EN PEL DE MÓNA CHE TUTI I CAVÀI DE MEZACORÓNA – Le donne riescono arrivare dove vogliono. La stessa frase può essere detta con altra parola che fa rima con Garniga.

L’HA FAT SU EN SPEGÀZ – Ha rovinato tutto. Letteralmente: ha fatto uno sgorbio.

FÀGO SÙ EN SPEGÀZ! – Una minaccia estetica: faccio uno sgorbio, una cosa orribile.

VÀRA CHE TE MÓNDO! – Tipica minaccia che una una fa madre al figlio che ne sta combinando di tutti i colori. Per «mondare» intende dire ciò che deriva letteralmente dall’italiano «Liberare qualcosa degli elementi nocivi, impuri o inutilizzabili».
 
FÀGO SÙ EN RAFANÀS! – Minaccia di una persona arrabbiata che è pronto a ribaltare tutto quello che c’è.

FÀGO SÙ N'ÈCE OMO – Altra minaccia: «Ti riduco come Cristo dopo la flagellazione e la corona di spine». Dal Vangelo: «Ecce homo», ecco il vostro uomo.

COSSA ÈL ’STO GAZÈR? – Cos’è questa confusione? Lascia in sospeso la seconda parte: «Rimettete tutto a posto e state calmi!»

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