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Modi de dir 'n trentim/ 20 – Di Cornelio Galas

20ª puntata dei modi di dire e frasi fatte della tradizione dialettica trentina

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MA TE FÀT I CAVÉI ROSSI COME LE DÒNE? – Risposta: «No, son drìo a sbianchezàr el plafòn del bocia». Replica: «’Sta tènto ale fiamàe valà».
 
T’HO VIST EN TELEVISION ALGERI… – I 15 minuti di fama che prima o poi toccano a tutti, soprattutto con i quiz televisivi. C’è anche il solito commento, in paese: «Ma dime, el Bonolìs da vìf elo propri cosita?»

STÀ ’TENTO CHE VAGO A TÒR NA CASSA DE ACQUA MINERAL, BEVO TUTE E SEI LE BOTIGLIE E VEGNO A PISSARTE SU LA SCRIVANIA – Minaccia con premeditazione e mezzi facilmente reperibili sul mercato.
 
VÈI VÈI CHE GHE PASSA ANCA EN MOTOCAR – Istruzioni per l’uscita da un parcheggio accompagnate da inviti a girare bene e velocemente il volante. In caso di tamponamenti l’addetto ai segnali di solito si dà alla latitanza almeno fino al prossimo matrimonio, o funerale se trattasi di parente.
 
EL RISCALDAMENTO L’È NÀ EN BLOCO – Seguono, se fa freddo e la giornata del guasto coincide con festività, «litanie» già preparate da tempo e custodite nel nylon che contiene le istruzioni della caldaia. L’epilogo: «E i è vegnui a controlarla la stimana passada diaolporco…». A volte seguono scirache venete.
 
TOLÉ QUALCÒS? – Domanda alla quale per una legge non scritta del galateo – o più semplicemente perché il tono dell’offerta non è sempre convinto e convincente – bisognerebbe rispondere sempre: «No, grazie, no la stàga a disturbàrse».
Per non far capire che tutto si farebbe tranne che tirar fuori bicchieri, bottiglie o tazzine… di solito la reiterazione dell’offerta è di questo tipo: «Ma nò, no me dé nessùn disturbo… Oscia (rivolto ad altri familiari) ma gh’avé ancor da scargàr la lavastovilie?»
Può anche succedere comunque alla padrona (o, raramente, al padrone) di casa di lasciarsi scappare un esagerato «Dai che méto su la mòka anca per mi». E questo nove volte su dieci è un autogol. Perché la risposta sarà sempre questa: «Ah ben, se te fai ’l cafè anca per ti…alora…».

EH… A STAR COL CUL DESCUÈRT… – Frequente commento di fronte a chi diventa paonazzo per colpi di tosse o deve soffiarsi ripetutamente il naso o ancora è visibilmente raffreddato.
Si tratta di ironico riferimento ad atti sessuali all’aperto o in luoghi non propriamente definibile tetti coniugali. L’interessato negherà comunque sempre anche di fronte all’evidenza (tracce di rossetto sulla guancia o analoghi indizi).
 
HAT DORMÌ COL CUL DESCUÈRT? – Domanda retorica che presuppone di restare senza risposta. È un'osservazione: si rivolge a qualcuno che brontola o risponde male senza ragione.
 
NO L’HA DIT GNANCA BÀF – Insomma non ha reagito. Non ha detto alcunché, né bif né baf, nemmeno «ah». A dimostrazione della ragione di chi riferisce ora quel silenzio colpevole più che arrendevole.
Raramente si dice di qualcuno che ha avuto un fastidione e si è accasciato.
 
MA SÉT PROPRI SICÙR DE AVERGHE TUTE LE FASSINE AL CUERT? – (cfr: enmanegà vèrt) – Laddove insomma il legname tagliato, quando è ancora verde, non stagionato, poi riduce il proprio volume. Così come i neuroni nel cervello di chi ha dimenticato la legna sotto la pioggia, al di fuori del cranio-casolare.
 
NO’L G’HA TUTE LE FASSINE AL CUÈRT – Come sopra, quando si parla di una terza persona non presente.

L’HO VIST PATÌ – L’ho visto male. Molto dimagrito. Scavato anche nell’animo (cfr. ciucià dale strie).
 
TE VARDI FOR MAL… – Non sembra che stai tanto bene. Dal tedesco «Du siehst nicht gut aus» (non hai un bell’aspetto). Viceversa, se stai bene, te vardi for ben: si dice a chi ha appena passato una brutta malattia, per rincuorarlo.
 
CUL PORTA BOTA – Il sedere attutisce le contusioni. Dipende ovviamente sempre dall’intensità, dall’angolazione, dall’oggetto contundente, dall’altezza della caduta.
 
SAT CHE I HA SERÀ VIA EL GINO? – Sai che hanno arrestato Gino? Risposta: «Ma se l’era nà zo per Napoli a laoràr che sarà zamai dese ani…» – Sì, propri a Napoli i l’ha ciapà? «E cossa àlo fat?» – No so, ma se i l’ha serà via qualcòs el deve pur aver fat…
 
EL SÀ DA TAP (STUPAL) – Bocciatura di un vino. Possibile replica: «Vàra che te hai dropà la botigliòta de l’asèdo, oscia…».
 
TE SEI ARIVA’ AL FUM DE LE CANDELE – Sei arrivato tardi. Come quando a Messa hanno appena spento le candele. O alla festa sono state spente le candeline sulla torta.

TEGNEME CÀLT EL POST – Invito a presidiare una carica, un posto di lavoro, qualcosa che comunque va preservato da invasioni. Non sempre c’è, soprattutto adesso in tempo di crisi, la sicurezza di trovare se non caldo, almeno tiepido, il luogo raccomandato ad altrui attenzioni nell’interregno.

VA’ IN MÓNA VALÀ – Tautologia rafforzativa per mandare qualcuno a quel paese senza riserve.

NE’ IN MÓNA, NELÀ – Come sopra, ma quando ci si rivolge a più persone oppure si una la forma di cortesia.

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