Un libro per l’estate: «1915-1917 Destinazione Rombon»
Massimo Peloia racconta per la prima volta quanto avvenne sui monti Rombon e Čukla tra 1915 e 1917
Titolo: 1915-1917 Destinazione Rombon - Il battaglione
alpini Ceva nell’inferno delle Alpi Giulie
Autore: Massimo Peloia
Editore: DBS 2018
Pagine: 368
Prezzo di copertina: €17,00
Descrizione
Il libro racconta per la prima volta quanto avvenne sui monti Rombon e Čukla tra 1915 e 1917.
Il volume, cronaca fedele e puntuale degli avvenimenti, ha per filo conduttore la vicenda del Battaglione Alpini Ceva del 1° Reggimento: dai primi mesi nella tranquilla Valle Aupa, sulle Alpi Carniche tra Moggio e Pontebba, al trasferimento a marzo 1916 con «destinazione Rombon», in uno dei settori più temuti dell’intero fronte alpino.
Da quel momento le vicende del Battaglione Ceva diventano quelle dolorose del Rombon, del vicino Čukla e degli altri reparti alpini che vi combattevano: i battaglioni Bes, Pieve di Teco bis, Val Ellero, Bassano, Exilles, Ceva, Val Tanaro, Saluzzo, Valcamonica, Borgo San Dalmazzo, Bicocca, Vestone, Dronero, Sette Comuni, con l’11ª compagnia del Mondovì e le batterie da Montagna 38ª e 51ª.
Un’epopea tragica ed eroica, pagina poco conosciuta della storia Alpina, finalmente descritta nei minimi particolari, compresi i risvolti mai conosciuti: il clamoroso scioglimento del Battaglione Pieve di Teco con la pesante accusa di indegnità, la perdita e la riconquista del Čukla, la crudele guerra dei cecchini, il sanguinoso e vano attacco dei sei Battaglioni Alpini il 16 settembre 1916, la terribile morte bianca».
«Eventi tragici – scrive nell’introduzione Peloia – ma anche episodi dal sapore quasi leggendario come quello del gruppo di alpini che preferirono gettarsi da una rupe piuttosto che darsi prigionieri, o di grande umanità nel caso dell’attendente che sacrificò la propria vita per portare soccorso al proprio Capitano gravemente ferito.
«Senza dimenticare i Caduti e gli atti di valore compiuti dai nostri soldati sul monte Rombon e sul monte Čukla, in una guerra disperata contro un avversario ben organizzato che occupava posizioni dominanti.»
Un capitolo a parte viene riservato ai numerosi cimiteri di guerra, corredati dagli elenchi nominativi dei Caduti: dalla loro costituzione alla successiva attività di dismissione da parte personale del C.O.S.C.G. nel primo dopoguerra, fino alla sistemazione definitiva nell’Ossario di Kobarid/Caporetto.
Basato sulle fonti ufficiali e le testimonianze dirette dei combattenti, con i volti di molti protagonisti e il corredo fotografico di centinaia di immagini d’epoca, in gran parte inedite.
Spiega l’autore: «Oltre alla fredda narrazione dei fatti, alle quote altimetriche, alla triste contabilità dei morti e dei feriti, si è cercato di dare un nome e un volto ai tanti di allora.
«In qualche caso più fortunato, si è potuto anche dare voce ai loro ricordi. Per tramandare solo quello che è stato.»