Domenica 21 ricorre il centenario della nascita di Gino Lubich

Un libro ricostruisce la vita del partigiano che fu fratello maggiore di Chiara, fondatrice del Movimento dei Focolari

Titolo: Gino Lubich. Partigiano e giornalista
Autori: Giacomo Massarotto, Piero Lazzarin
 
Editore: Il Margine 2017
Genere: Biografie personaggi storici
 
Pagine: 152, illustrate
Prezzo di copertina: € 15
 
Studente-partigiano negli anni giovanili e giornalista impegnato in quelli della maturità, intelligente e fascinoso con i suoi baffi all'Amedeo Nazzari, fratello maggiore di Silvia (poi Chiara) fondatrice del Movimento dei Focolari,
Gino Lubich compirebbe 100 anni Domenica Prossima 21 Gennaio 2018, essendo nato il 21 gennaio 1918 a Trento, negli ultimi mesi della storia austro-ungarica della città.
Figlio di una famiglia di origine slovena, studente di medicina a Padova, partigiano comunista, Gino Lubich viene arrestato e torturato nel famigerato carcere di Bolzano, da cui riesce a fuggire.
Nei difficili anni del dopoguerra sperimenta la sua vocazione giornalistica nell'opera di ricostruzione civile e morale del Paese, dapprima alla redazione milanese dell'Unità, poi – dopo il distacco dal Partito comunista – a Roma e a Padova, con Città Nuova e con il Messaggero di Sant'Antonio.
 
Testimone e interprete sempre libero di tanti eventi decisivi della storia d'Italia del Novecento, amico fraterno di Ermanno Olmi e di Igino Giordani, oltre che legatissimo alla sorella Chiara, Gino Lubich (che morirà il 4 settembre 1993, quest'anno ricorre dunque anche il 25° della scomparsa) è divenuto per molti un maestro di impegno per la libertà, la democrazia e la dignità di ogni persona.
Negli anni di piombo, di fronte alla minaccia delle Brigate Rosse ma anche guardando in faccia un potere politico che non sa fare i conti con le nuove tensioni sociali, Gino Lubich scriverà parole profetiche, come queste, sulla risposta al terrorismo: «L'impresa non è semplice, ma è possibile, purché si crei una forte coesione nazionale e si faccia una politica di severità. Una politica cioè che contrasti rigorosamente la grande prepotenza degli egoismi particolari, le spinte corporative delle varie categorie, il rivendicazionismo esasperato di quanti hanno già un lavoro oggi e la pensione assicurata per il domani, il sempre più largo rifiuto di qualsiasi disciplina, e ogni altro andazzo sollecitato dall'ubriacatura consumistica.»
Giacomo Massarotto e Piero Lazzarin hanno dedicato a Gino Lubich una biografia attenta e appassionata, da poco uscita per la casa editrice Il Margine.