Lorenzo Baldo: «Suicidate Attilio Manca» – Prefazione di Don Ciotti

Gli atti giudiziari, i documenti e le interviste che fanno luce su tutte le incongruenze di questa lunga vicenda giudiziaria, ancora aperta a 12 anni di siatanza

Titolo: Suicidate Attilio Manca»
Autore: Lorenzo Baldo
 
Prefazione: Don Luigi Ciotti
Editore: Imprimatur, 2016
 
Pagine: 264, brossura
Prezzo di copertina: € 16,50
 
«Come cittadino che ha a cuore una giustizia non succube a poteri di sorta, non posso non pormi una serie di domande […] fare luce sulla morte di Attilio Manca significa scoperchiare parte della cosiddetta trattativa Stato-mafia.
«Sono domande a cui la Direzione distrettuale antimafia di Roma, a cui è stato assegnato un ulteriore filone di indagini, mi auguro sappia rispondere.»
Don Luigi Ciotti
 
 Il CONTENUTO 
È il 12 febbraio 2004. A Viterbo, in un appartamento di via Monteverdi viene ritrovato il cadavere di Attilio Manca.
Il corpo del giovane urologo di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), che operava all’ospedale di Viterbo, è riverso trasversalmente sul piumone del letto, seminudo.
A causarne la morte, come accertato dall’autopsia, l’effetto combinato di tre sostanze, presenti nel sangue e nelle urine di Attilio: alcolici, eroina e Diazepam (il principio attivo contenuto nel sedativo Tranquirit). Sul suo braccio sinistro i segni di due iniezioni.
Per la Procura di Viterbo non c’è dubbio che si è trattato di un suicidio.
 
Ma Attilio Manca è un mancino puro. Non ha alcun motivo per suicidarsi. E soprattutto dietro alla sua morte si intravede l'ombra di Cosa nostra. 
Il giovane urologo, specializzato nella tecnica laparoscopica, potrebbe aver assistito all’intervento alla prostata al quale nel 2003 era stato sottoposto Bernardo Provenzano in una clinica di Marsiglia, o quantomeno potrebbe averlo visitato prima o dopo l’intervento.
Sullo sfondo si intravedono gli apparati deviati di uno Stato che non ha alcun interesse a fare luce su questa strana morte.
Sono passati dodici anni e i familiari di Attilio, che non hanno mai creduto alla tesi del suicidio, continuano a battersi per avere giustizia assieme a due indomiti avvocati come Fabio Repici e l’ex pm Antonio Ingroia. Ed è insieme a loro che inizia così un lungo viaggio alla ricerca della verità.
 
 L’AUTORE 
Lorenzo Baldo (1970), giornalista pubblicista, vicedirettore di «Antimafia Duemila», da sedici anni inviato a Palermo per il suo giornale.
Ha collaborato con «L’Ora quotidiano» e «I Siciliani giovani».
Insieme a Giorgio Bongiovanni ha scritto Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino (Aliberti), un libro-inchiesta sugli avvenimenti più salienti avvenuti tra la strage di Capaci e quella di via D’Amelio, e sulla conseguente «trattativa» tra Stato e mafia.