Teatro Spazio 14: «Il quinto evangelio» (1974), di Mario Pomilio
Il capolavoro invisibile: L'unico romanzo postmoderno cattolico esistente al mondo
Mario Pomilio nacque nel 1921, fu
cattolico e socialista, fece il professore per quasi tutta la vita,
e morì nel 1990.
La sua opera relativamente più nota è Il Natale del 1833 - un
romanzo sulla famiglia Manzoni, - ma la maggiore è Il quinto
Evangelio, pubblicato nel 1975 da Rusconi.
Romanzo assolutamente unico in Italia, e forse nel mondo, per la
sua forma.
Una serie di documenti storici, dal profondo medioevo ai primi del
Novecento, raccolti da un immaginario professore universitario
statunitense, provano l'esistenza di un quinto Vangelo non
ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa.
Non un apocrifo come ce ne sono tanti. No, un Vangelo
vero.
Secondo alcuni dei documenti raccolti tale Vangelo è effettivamente
un testo scritto, che la Chiesa custodisce gelosamente in segreto,
o un piccolo corpus di detti del Signore non trascritti dagli
evangelisti e tuttavia autentici.
Secondo altri è la Chiesa stessa; secondo altri ancora è il corpo
del Cristo.
Secondo il professore statunitense è, forse, un qualcosa
che vive nella comunità dei credenti, un residuo di verità già
rivelata eppure ancora invisibile.
Tutti i documenti, ovviamente, con un duplice esercizio di
superfinzione e di virtuosismo stilistico tipicamente postmoderno,
sono stati inventati da Pomilio.
E Il quinto Evangelio è uno dei pochissimi romanzi che non
hanno per protagonista un uomo o una donna, bensì un libro.
Per di più inesistente.