Paolo Videsot: «Lettere da Runc e diari di guerra e di prigionia»
Nella raccolta, curata da Franco Pedrotti, amore per la natura e tanta umanità
In un'affollatissima Sala Rosa della
Regione (nella foto sotto il
titolo) è stato presentato questa sera, per iniziativa
dell'Assemblea delle minoranze del Consiglio provinciale
rappresentata dalla garante Franca Penasa, dal vicepresidente
dell'assemblea legislativa Claudio Eccher e dal capogruppo del Pdl
Walter Viola, un libro che raccoglie gli scritti più significativi
e alcuni intensi frammenti di vita di Paolo Videsott.
Si tratta di «Lettere da Runc e diari di guerra e di
prigionia», edito da Temi e curato da Franco Pedrotti, che
ha introdotto l'incontro.
Scomparso poco meno di tre anni fa, Paolo Videsott trascorse tre
anni, dal 1943 al 1945, nel lager nazista di Benjaminovo, nel 1948
fu tra i fondatori del movimento per la protezione della natura,
primo embrione dell'ambientalismo italiano e in seguito elaborò, su
richiesta dell'allora presidente della Regione Tullio Odorizzi, un
progetto per la creazione del Parco Adamello-Brenta.
La lettura di vari brani del testo, affidata a Lilia Slomp Ferrari,
si è alternata agli interventi degli altri relatori, il primo dei
quali è stato il giornalista Franco de Battaglia (sua la prefazione
del volume) che ha evidenziato il ruolo di «crogiolo» della
prigionia condivisa da Videsott con altri Trentini quali lo stesso
Odorizzi e i fratelli Betta («da lì uscì la nostra autonomia») e il
profondo attaccamento dell'autore alle case in cui visse,
luoghi-simbolo dei valori per lui più preziosi e da custodire.
«Questo libro - ha concluso De Battaglia - è un omaggio a Paolo
Videsott e al tempo stesso un pezzo di storia del Trentino, un
giacimento di passione per la natura e l'umano in cui attingere
esempi importanti.»
Ha preso poi la parola il vicepresidente del Consiglio provinciale
Claudio Eccher, secondo il quale «buttandosi nella natura, Paolo
Videsott sembrava voler dimenticare gli orrori della guerra e
guardare oltre».
Tuttavia i diari del conflitto e del campo di concentramento
«documentano come l'autore abbia voluto trasmettere la memoria di
quanto era accaduto, perché senza memoria un popolo è morto».
A proposito dei parchi naturali, di cui Videsott fu un grande
cultore, Eccher ha sottolineato l'importanza vitale della tutela
della biodiversità.
«Da questo libro emerge una figura umana a tutto tondo, capace di
stare di fronte alla realtà,» - ha osservato Walter Viola, che ha
messo l'accento da un lato sullo stupore, oggi così raro a
trovarsi, con cui Videsott guardava alla natura, dall'altro sulla
parola esperienza, da riscoprire perché «proviamo tante
cose ma non è detto che questo provare sia un'esperienza, cioè ci
insegni qualcosa».
Nel periodo in cui fu insegnante all'istituto Tambosi di Trento,
Videsott seppe comunicare agli studenti non solo una tecnica, ma
anche la sua esperienza.
Questa capacità di lasciare una traccia di forte umanità nella
scuola in cui insegnò è stata richiamata anche da Franca Penasa,
promotrice dell'iniziativa.
«Per il Consiglio provinciale - ha esordito - è un grande onore
presentare questo libro. Dai suoi scritti traspare quanto Paolo
Videsott fosse una persona pura, capace di amare davvero la natura
e di trasmettere una visione cristiana della vita, mostrando come
le cose vanno rispettate perché Qualcuno le ha volute così.»
Da ex presidente del Parco dello Stelvio, Penasa ha accennato al
senso di queste aree nelle quali occorre «ritagliare spazi nuovi
per le popolazioni residenti» e che andrebbero gestite con la
stessa passione testimoniata negli scritti di Videsott e dal
curatore del libro, Franco Pedrotti.
L'incontro si è concluso con il ringraziamento rivolto al Consiglio
provinciale, ai relatori e ai presenti dal genero di Paolo
Videsott, prof. Birner, a nome dei familiari dell'autore e un
esibizione del coro S. Lucia di Madras.
Titolo: Lettere da Runc e diari di guerra e di
prigionia Autore: Videsott Paolo Curatore: Pedrotti Franco Editore: Temi 2009 Pagine: 232 Prezzo: € 20 |